AMBIENTE
Fmi, una super carbon tax per ridurre le emissioni. La benzina aumenterebbe del 14%
La proposta ¨¨ una di quelle che potremmo definire ¡°shock¡±: introdurre tasse cos¨¬ elevate sui carburanti fossili tali da disincentivarne l¡¯utilizzo. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ¨¨ questa l¡¯unica via possibile per ridurre realmente le emissioni di CO2 e tentare di centrare l¡¯obiettivo di contenere il riscaldamento del nostro pianeta entro il limite di due gradi centigradi entro il 2100, fissato durante la conferenza sul clima di Parigi (COP21) del dicembre 2015 e sottoscritto da 195 Paesi. Il concetto di carbon tax ¨¨ nato in Europa nel 2005, quando fu varato il sistema di compravendita dei crediti di CO2 (Emission Trading Scheme-ETS). Non fu proprio un successo, perch¨¦ dagli iniziali 20 euro la tassa scese a 3 nel 2013, per poi risalire a 20 solo in epoca recente.
Pochi paesi tassano la CO2
¡ª ?Perch¨¦ tanta severit¨¤ da parte dei tecnici del Fmi? Il Fondo ha preso in esame le politiche fiscali di 188 paesi in tutto il mondo, prestando particolare attenzione alla media delle tassazioni sul carbonio, ossia sulle emissioni nocive generate dai carburanti fossili. Il risultato ¨¨ che, in media, ogni tonnellata di Anidride Carbonica (CO2) prodotta viene tassa di 2 dollari. Troppo poco per disincentivarne l¡¯uso, e allora la soluzione per attraverso una sonora ¡°batosta¡±, che pagherebbero i cittadini. L¡¯indagine condotta dal Fondo Monetario Internazionale ha svelato che solo 50 paesi tassano effettivamente le emissioni di gas ad effetto serra. Altri 33 si sono impegnati formalmente a ridurre tali emissioni ¨C pur senza tassarle ¨C in conformit¨¤ con gli Accordo di Parigi. Mancano dunque all¡¯appello moltissimi governi, finora restii o apertamente contrari a prendere provvedimenti per contrastare il riscaldamento globale.
Da 2 a 75 dollari per tonnellata di CO2
¡ª ?Nella relazione che l¡¯Fmi ha pubblicato c¡¯¨¨ la forte presa di posizione del Fondo, con la convinzione che solo un notevole incremento delle imposte possa realmente contrastare l¡¯uso di carburanti fossili. Non solo quelli utilizzati nei motori di auto, navi ed aerei, ma anche del petrolio, del gas e del carbone bruciati per produrre energia elettrica e termica. La proposta del Fondo ¨¨ quella di incrementare la tassazione media di ogni tonnellata di gas serra dagli attuali 2 a 75 dollari, da completarsi in un perdio di dieci anni tra il 2020 e il 2030. L¡¯impatto sui consumi energetici sarebbe un incremento complessivo del 43% dell¡¯energia elettrica prodotta da centrali convenzionali, quelle non alimentate da fonti rinnovabili. Seguirebbero anche una serie di aumenti differenziati come quelli dei carburanti per autotrazione, destinati ad aumentare del 14%.
Fmi: "Prevedere le compensazioni"
¡ª ?Facile prevedere che una proposta del genere incontrerebbe l¡¯ostilit¨¤ dei cittadini comuni, gravati da aumenti insostenibili ma necessari per recarsi al lavoro, scaldare casa e utilizzare l¡¯energia elettrica. Il Fondo Monetario Internazionale propone di compensare l¡¯incremento delle tasse attraverso sgravi fiscali, magari vincolati all¡¯adozione di comportamenti virtuosi come la transizione verso fornitori di energia che utilizzano esclusivamente rinnovabili. Il rischio, per¨°, ¨¨ che paesi alle prese con bilanci negativi e pesanti debiti non siano in grado di garantire una politica di compensazioni, con il rischio che a pagare il conto siano i cittadini. Pi¨´ o meno ¨¨ questo il senso della protesta dei Gilet gialli in Francia, quando il presidente Macron prov¨° ad introdurre tasse pi¨´ alte sui carburanti, proposta poi ritirata per placare le proteste.
I precedenti di Svezia e Canada
¡ª ?Come evidenziato dal rapporto del Fondo Monetario, sono cinquanta i paesi che prevedono una tassazione sulle emissioni, seppur in maniera molto eterogenea. Due son i casi particolarmente interessati: Svezia e Canada. La Svezia ha iniziato molti anni fa e oggi adotta una carbon tax ben pi¨´ pesante di quella proposta dal Fmi: 139 dollari per tonnellata. Dal 1995 ad oggi il provvedimento ha portato ad una riduzione del 25% delle emissioni ma l¡¯economia del paese scandinavo non sembra averne risentito, visto che ¨¨ cresciuta del 75%.
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