La casa francese liquida la sua partecipazione in Daimler per 1,2 miliardi di euro, ma oltre l'operazione finanziaria ci sono i rapporti sempre pi¨´ stretti tra il colosso tedesco, Volvo e i cinesi di Geely
Apparentemente solo una mossa finanziaria per dar seguito al grande piano di ristrutturazione voluto dal nuovo numero uno a Boulogne-Billancourt, Luca De Meo. In realt¨¤, l'ennesimo tassello del nuovo mosaico di rapporti che si va costituendo o diluendo nel panorama dell'auto europea dopo la nascita di Stellantis. Renault vende la sua intera partecipazione in Daimler, ovvero 16.448,378 azioni che equivalgono all'¡¯1,54% del capitale del gruppo di Stoccarda, per un controvalore di 1,2 miliardi di euro. L'azienda francese comunica in una nota che il collocamento dei titoli presso investitori qualificati avverr¨¤ entro il 16 marzo e il frutto della transazione sar¨¤ utilizzato per ridurre l¡¯esposizione delle sue attivit¨¤ nel settore automotive. Come noto, lo scorso giugno la Losanga ha ottenuto un prestito da 5 miliardi di euro garantiti dallo Stato francese per far fronte alla crisi senza precedenti dovuta al coronavirus. Dunque era tempo di liquidare gli investimenti? L'analisi suggerisce una prospettiva diversa, e pi¨´ ampia.
Muraglia cinese
¡ª ?Secondo il manuale di qualsiasi esperto finanziario, la partecipazione di una casa automobilistica nell'azionariato di un'altra ¨¨ considerato un valore oggettivo, sia dal punto di vista finanziario che industriale. Renault ha visto valutare molto bene il suo ingresso in Daimler gi¨¤ dal 2010, a fronte di un accordo strategico che prevedeva anche il coinvolgimento di Nissan. Dunque sarebbe errato pensare che l'azienda francese porti all'incasso i proventi di un qualsiasi fondo di investimento. La realt¨¤ racconta invece di rapporti stretti e strutturali tra Parigi e Stoccarda, con la prima impegnata nell'ultimo decennio a fornire alla seconda le motorizzazioni a gasolio che hanno sostenuto la crescita di modelli come Classe A, Classe B e lo sport utility compatto Gla, ovvero l'architrave delle vendite Mercedes nel centro e sud Europa. Nel frattempo per¨° ¨¨ stato l'azionariato di Daimler a subire uno scossone, con l'ingresso nel 2018 di Li Shufu, proprietario del gruppo Geely. con una quota del 9,69% che ¨¨ anche la pi¨´ alta. Inutile sottolineare come Geely sia anche proprietaria di Volvo, con conseguenze gi¨¤ previste come inevitabili. Se il marchio cinese e quello svedese sembravano destinati a fondersi, salvo lo stop all'operazione nel febbraio scorso, resta un legame industriale gi¨¤ strettissimo e che sta coinvolgendo in modo rapido anche Daimler. Lo scorso dicembre, non a caso, Volvo e Mercedes hanno annunciato l'avvio di un¡¯ampia e duratura collaborazione per lo sviluppo di motorizzazioni ibride destinate alle rispettive gamme di modelli, sia in Cina che in Europa. Come noto, Mercedes ha scelto negli ultimi mesi un progressivo rallentamento negli ordini di motorizzazioni a gasolio prodotte da Renault, rinunciando anche alle ipotesi lungamente ventilate di adottare il sistema ibrido E-Tech della casa francese e che ¨¨ tecnicamente gi¨¤ adatto ad essere ospitato proprio su Classe A, Classe B, Gla e Glb. Ipotesi per altro rafforzata dalla circostanza che Renault non ha finora concesso l'E-tech all'alleata Nissan, e nello specifico alla vettura che fin da subito pu¨° utilizzarlo in Europa, ovvero la Juke. Ora l'uscita di Boulogne-Billancourt dall'azionariato di Stoccarda segna la fine dell'attesa, e l'uscita di scena di una vecchia intesa di fronte al nuovo blocco Mercedes Volvo Geely gi¨¤ pi¨´ coeso del prevedibile.
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