LA CRISI
L'auto a corto di semiconduttori: fabbriche ferme per colpa dei padroni dell'elettronica
Honda e Nissan venderanno un totale di 250.000 vetture in meno rispetto agli obiettivi previsti per la fine dell'anno fiscale, che ricordiamo in Giappone termina il 31 marzo. Questa l'ultima conseguenza in ordine di tempo del grande Chip Crunch che sta investendo come una tempesta i costruttori automobilistici a livello mondiale. Tecnicamente, una situazione in cui le linee di produzione sono costrette a fermarsi per la mancanza ormai cronica di quei piccoli componenti elettronici chiamati semiconduttori, necessari pi¨´ che mai per i sistemi di gestione dei motori elettrificati e per le piattaforme di assistenza alla guida. Una crisi sistemica dove Honda e Nissan si aggiungono a General Motors, che chiuder¨¤ alcuni stabilimenti negli States fino alla met¨¤ di marzo, ma anche a Ford, che si ¨¨ vista costretta a sospendere la produzione in Germania e rallentarla negli Usa. Nella lista dei costruttori in sofferenza anche Mazda, Toyota negli States e Stellantis, per quanto riguarda le fabbrica Opel di Germania, quella Citroen a Saragozza in Spagna e ancora Jeep in Messico. Renault rallenta non solo in Francia ma anche in Marocco e Romania, ovvero gli impianti dove si assemblano principalmente le vetture a marchio Dacia. Le prospettive reali per¨° le delinea gruppo Volkswagen, che ormai ha una produzione spostata al 40% in Cina, che tra dicembre e gennaio ha dovuto subire pesanti ritardi nelle consegne di semiconduttori, e che soprattutto prevede come la situazione non si normalizzer¨¤ se non non nella seconda met¨¤ del 2021.
Piccole pesti
¡ª ?Un grosso guaio che si deve alla famiglia di elementi elettronici passati sotto la categoria di semiconduttori, cio¨¨ una definizione piuttosto vasta che comprende dai circuiti Mosfet pi¨´ elementari ai microprocessori veri e propri di media potenza e velocit¨¤. Nell'auto possiamo trovarli in due aree chiave, nei sistemi di gestione del motore e in quelli di assistenza alla guida, un fatto cio¨¨ che li rende strategici, come dimostrano le previsioni che vedono un aumento tendenziale del 30% nel loro utilizzo a bordo tra il 2019 e il 2025.
meno investimenti
¡ª ?Per spiegare la loro penuria sul mercato si pu¨° certamente far riferimento alle recenti tensioni tra l'amministrazione Trump e la Cina, o ancora al blocco della logistica derivato dalla pandemia. In realt¨¤ per¨° solo quest'ultima ha una oggettiva ricaduta sulla situazione attuale, con l'aumento ormai vertiginoso del costo di spedizione delle merci dall'Asia. Il governo statunitense ha infatti preso di mira solo le tecnologie collegate alle reti di trasmissione dati, in modo per altro aleatorio, mentre poi il rallentamento nella produzione dei semiconduttori e della loro distribuzione alle aziende automobilistiche ¨¨ stato compensato da uno stop ben pi¨´ sostanzioso di queste ultime durante la pandemia. Il nodo vero ¨¨ stato quello di una clamorosa e pessima programmazione, con il mondo dell'auto costretto negli ultimi 12 mesi a contendersi lotti di chip con l'altrettanto famelico settore dell'elettronica di consumo. Badando ai fatti, ad oggi la produzione di semiconduttori ¨¨ sostanzialmente in mano a due aziende taiwanesi, la Tsmc che detiene il 28% della quota di mercato mondiale, e la Umc con il 13%, seguite dalla cinese Smic con l'11% e dalla coreana Samsung, con il 10%. La crisi in corso li riguarda direttamente, come sottolineano gli analisti specializzati di Counterpoint, secondo i quali il rapporto tra investimenti e fatturato per le maggiori aziende del settore ¨¨ sceso fino ad una forchetta dell¡¯11-18% nel periodo 2015-2019, cio¨¨ a livelli addirittura inferiori a quelli visti nel 2011. La precedenza ¨¨ stata data ai clienti produttori di apparecchiature elettroniche personali, principalmente smartphone, tanto da arrivare al paradosso che persino Tsmc ha vissuto di rendita, contando sugli enormi ordinativi di semiconduttori e chip destinati ai prodotti Apple. Tutti i leader del mercato hanno poi dirottato gli investimenti fatti sulle nuove famiglie di processori AI-enabled, cio¨¨ pronti per sistemi di intelligenza artificiale, mentre solo ora ¨¨ in vista un nuovo ciclo di capitalizzazione, che dovrebbe favorire un aumento al 20-22% del rapporto tra investimenti e fatturato nel biennio 2021-2023. Senza fornire affatto garanzie immediate sulla soluzione del problema, che con il diffondersi dei sistemi di guida assistita non pu¨° che peggiorare.
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