Nel 1955 la casa torinese mostr¨° al mondo la prima auto italiana realmente accessibile ad un pubblico molto vasto. Fu la capostipite delle utilitarie tricolori
Una piccola berlina economica e moderna capace di trasportare comodamente quattro persone? In Italia, nei primi anni Cinquanta, una tale automobile non esisteva. Nel momento in cui il nostro Paese si era finalmente lasciato alle spalle le rovine della guerra e stava per decollare in quel breve ma indimenticabile volo successivamente definito ¡°miracolo economico¡±, era alta la necessit¨¤ e la voglia di un veicolo adeguato alle esigenze di famiglie che cominciavano ad intravedere un ragionevole benessere. La Fiat 600 rispose nel migliore dei modi a queste richieste. L¡¯auto giusta al momento giusto. Fu talmente indovinata che, sebbene sia rimasta in produzione per un periodo relativamente breve, ancora oggi, dopo 65 anni, ne osserviamo tracce apparentemente invisibili. Perch¨¦ il segmento B, quello delle utilitarie, l¡¯ha praticamente inventato lei; quelle doti di economicit¨¤, comfort, stile gradevole e semplicit¨¤ le ritroviamo nelle compatte che tutti i giorni vediamo circolare. Utile, appunto. La motorizzazione di massa in Italia ¨¨ stata avviata da questo modello; l¡¯altrettanto indimenticabile 500 (che usc¨¬ due anni pi¨´ tardi) complet¨° l¡¯opera. Per questi e altri motivi, questa piccola auto dalla forma curiosa merita un omaggio anche oggi, in un mondo completamente diverso e dopo un¡¯evoluzione tecnica pari ad un salto geologico.
LE ORIGINI DELLA FIAT 600
¡ª ?La Fiat 600 venne ufficialmente presentata al pubblico il 10 marzo 1955 al Salone di Ginevra (il giorno precedente ci fu l¡¯anteprima per la stampa). La sua origine invece va collocata circa quattro anni prima. Infatti risale al 1951 il via libera da parte del presidente Vittorio Valletta a quella complessa operazione per progettare, sviluppare e produrre quasi contemporaneamente i due modelli che avrebbero rivoluzionato l¡¯intera societ¨¤ italiana. Progetto 100 fu il nome interno assegnato alla 600. Quali sarebbero state le caratteristiche fondamentali di quest¡¯auto? Dal verbale del comitato di presidenza del 1¡ã agosto 1951 si legge: ¡°La velocit¨¤ non dovr¨¤ essere inferiore agli 85 km/h e il peso si aggirer¨¤ sui 450 kg, di cui 250 per la carrozzeria e 200 per la parte meccanica. La capienza dovr¨¤ essere di 4 persone¡±. Semplice e in parte impossibile, come rimarca nella propria autobiografia (¡°I miei 40 anni di progettazione alla Fiat¡±) Dante Giacosa, uno dei pi¨´ importanti progettisti nell¡¯intera storia della Fiat, attivo dalla fine degli anni Venti al termine dei Sessanta.
PROGETTO FIAT 600, PERCH? ? NATA COS?
¡ª ?Il punto di partenza commerciale era la 500 Topolino; nata negli anni Trenta per creare la motorizzazione di massa, costitu¨¬ solo una timida scintilla iniziale, perch¨¦ i tempi non erano maturi. La 600, come detto, doveva invece essere vincente fin dall¡¯inizio. Da un punto di vista tecnico invece il modello fu la 500 C Giardiniera, la station wagon italiana del dopoguerra. Poich¨¦ derivava dalla Topolino, i due passeggeri posteriori erano molto sacrificati. La 600 aveva quindi il compito di garantire un¡¯abitabilit¨¤ decente a chi si sedeva dietro. Invece la vera e propria erede tecnica della Topolino a due posti sarebbe stata la Nuova 500, in lista d¡¯attesa. Per essere venduta ad un prezzo basso, la 600 doveva prima di tutto essere economica da costruire. Uno dei vincoli maggiori era il peso. Dati i costi esorbitanti delle materie prime, si doveva utilizzare la minore quantit¨¤ possibile di acciaio. Ma il limite imposto dalla direzione per una vetturetta da quattro posti era fisicamente impossibile da rispettare. ¡°Il peso di 450 kg era un miraggio, ma badai bene dal discuterne¡± - scrive Giacosa nella propria autobiografia. Perch¨¦ il grande ingegnere aveva invece ottenuto mano libera su un dettaglio ancora pi¨´ fondamentale: la posizione di motore e trasmissione. Ragioni di costo escludevano la classica soluzione con motore anteriore e trazione posteriore; allo stesso modo, era troppo oneroso adottare la trazione anteriore (nonostante i vantaggi in termini di spazio) per un¡¯azienda come la Fiat che non aveva ancora esperienza specifica in merito. Quindi fu deciso di collocare tutto dietro. La scelta meccanica influenz¨° ovviamente le forme della vettura. Anche qui era imperativo risparmiare metallo: la coda doveva essere il pi¨´ possibile compatta e liscia: ¡°Alla forma iniziale feci progressivamente sparire gli spigoli lavorando io stesso di raspa e di lima alla ricerca della massima compattezza in linee curve che riducessero quanto pi¨´ possibile lo sviluppo della lamiera e quindi il peso¡± - rammenta il progettista principe della casa torinese. Ecco perch¨¦ la 600 (come la 500 dopo di lei) ebbe quella coda cos¨¬ particolare.
FIAT 600, IL MOTORE
¡ª ?Inizialmente Giacosa cerc¨° di sviluppare per la 600 un motore bicilindrico a V molto aperta, da 150¡ã, raffreddato ad aria, partendo da un progetto gi¨¤ in cantiere. Ma le prove al banco e su un prototipo delusero le aspettative. Allora egli opt¨° per un propulsore completamente nuovo, affidato all¡¯ingegner Saroglia: un quattro cilindri raffreddato ad acqua molto semplice e affidabile, dotato di convenzionale cambio manuale a quattro rapporti; perch¨¦ inizialmente Giacosa applic¨° ai prototipi anche una trasmissione semiautomatica a tre rapporti, tuttavia era troppo all¡¯avanguardia e il suo perfezionamento avrebbe richiesto anni che non erano a disposizione. Nella versione finale il motore ¡°100¡± fu prodotto con una cilindrata di 633 cmc per una potenza di 21,5 cavalli, pi¨´ che adeguata per un peso a secco di 560 kg, le permetteva di raggiungere una velocit¨¤ di 95 km/h, decisamente elevata per l¡¯epoca. Questo motore ¨¨ stato uno dei pi¨´ longevi nell¡¯intera storia della Fiat, perch¨¦ nelle sue varie evoluzioni ¨¨ stato utilizzato fino al 1998.
IL SUCCESSO DELLA FIAT 600
¡ª ?Risolti alcuni problemi di stabilit¨¤ in curva modificando gli organi dello sterzo e l¡¯assetto, alla met¨¤ del 1953 la 600 fu quindi pronta per l¡¯avvio della produzione, i tempi erano strettissimi. Si arriv¨° cos¨¬ al lancio del 1955: prezzo di listino 590.000 lire. Per avere un riferimento, lo stipendio di un manovale viaggiava sulle 50.000 lire mensili (secondo una relazione della commissione parlamentare d¡¯inchiesta del 1964 sulle condizioni dei lavoratori in Italia). Ma la 600 costava meno della Topolino pur essendo pi¨´ grande, comoda e moderna. Il successo fu immediato. La berlina venne prodotta fino al 1969 (nel 1964 usc¨¬ l¡¯erede, la Fiat 850) in 2.695.197 esemplari in Italia, ai quali si aggiungono oltre due milioni fabbricati all¡¯estero, per un totale che sfiora i cinque milioni.
LA FIAT 600 MULTIPLA
¡ª ?Parallelamente alla berlina, la Fiat progett¨° anche la versione della 600 che avrebbe sostituito effettivamente la 500 C Giardiniera, un modello dalle buone vendite ma ormai inevitabilmente sorpassato. Serviva un veicolo familiare dalle dimensioni non troppo superiori a quelle della berlina ma in grado di trasportare anche sei persone o un buon numero di bagagli ed eventualmente merci. Lo schema meccanico si prestava bene a tale compito, peso previsto della vettura circa 660 kg. Data la necessit¨¤ di contenere i costi, la direzione impose che la parte posteriore fosse identica alla berlina. Ci¨° comport¨° alcuni dilemmi tecnici. Rammenta Giacosa: ¡°Era necessario creare uno spazio equivalente a quello della Giardiniera, fra lo schienale dei sedili anteriori e il vano contenente il motore. Per creare questo spazio non v¡¯era altra alternativa che spostare il posto di guida verso l¡¯avanti. ¡°Se riesco a sistemare i sedili al di sopra delle ruote anteriori, il gioco ¨¨ fatto - pensavo - Per sopportare il maggior peso sulle ruote anteriori la sospensione della 103 andr¨¤ benissimo¡±. La 103 era la Fiat 1100 uscita quell¡¯anno. Cos¨¬ nacque la Fiat 600 Multipla, una forma stranissima ma efficace, la prima vera monovolume della storia. Anche questo modello ottenne un buon successo commerciale, circa 240.000 unit¨¤ prodotte dal 1956 al 1967, quando fu sostituito dal furgoncino 850T.
LE 600 ABARTH, UTILITARIE SPORTIVE
¡ª ?La Fiat 600 possiede un ulteriore merito: l¡¯aver fornito la base per avvicinare gli appassionati alle corse senza la necessit¨¤ di provenire da famiglie molto ricche. Il resto lo fece Carlo Abarth attraverso la sua mitica ¡°cassetta di derivazione¡± che trasformava la mite 600 in un piccolo bolide; la potenza saliva a 41,5 cavalli e s¡¯interveniva anche su sospensioni e freni. La cassetta costava 255.000 lire, circa mezza macchina, ma tale spesa costituiva sempre una piccola frazione di quanto occorresse per preparare una sportiva di livello superiore. Tanti piloti hanno cominciato cos¨¬. Successivamente Abarth avrebbe prodotto in proprio versioni derivate dalla 600, come la 750 Abarth, la 850 TC e la 1000 TC.
SCHEDA TECNICA E PREZZO FIAT 600 (MODELLO 1955)
¡ª ?Motore: quattro cilindri in linea a benzina, 633 cmc; potenza 21,5 Cv a 4.600 giri, coppia massima 39,2 Nm a 2.800 giri
Trasmissione: trazione posteriore, cambio manuale a 4 rapporti
Dimensioni (mm): lunghezza 3.298, larghezza 1.378, altezza 1.405, passo 2.000; peso in ordine di marcia (con liquidi e senza conducente) 590 kg
Velocit¨¤ massima 95 km/h; consumi 7 l/100 km
Prezzo: 590.000 lire
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