Un film di successo ha riportato alla ribalta la 900 Turbo. Il simbolo di un costruttore sfortunato ma che ha scritto pagine importanti nellĄŻauto
Le auto iconiche nei film non mancano, qualche volta ¨¨ proprio la presenza in unĄŻopera cinematografica a renderle tali: basta pensare a quanto abbia rappresentato per lĄŻAlfa Romeo che la splendida Duetto fosse protagonista de Il Laureato, guidata da Dustin Hoffmann. Poi ci sono situazioni ancora diverse, quando una vettura scomparsa riappare in un grande film, creando un effetto-nostalgia su chi lĄŻha posseduta o lĄŻavrebbe voluta in garage. EĄŻ il caso della Saab 900 Turbo del 1987, fil rouge in Drive my car vincitore del Golden Globe come migliore pellicola straniera e, nel 2021, del premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes. UnĄŻauto fuori dal comune, espressione di un punto di vista decisamente non convenzionale di una casa mai banale, persino negli ultimi anni quando gran parte dei suoi modelli condividevano la base con quelli della GM. Saab quale acronimo di Svenska Aeroplan AktieBolaget (Aeroplani Svedesi Societ¨¤ per Azioni) ¨¨ un gruppo industriale svedese fondato nel 1937 a Trollh?ttan e tuttora attivo in vari settori. Saab Automobile AB fu invece divisione automobilistica, creata nel 1945 per sfruttare l'esperienza maturata con i velivoli civili e militari.
La 99 del 1968
ĄŞ ?Una visione rivoluzionaria per lĄŻepoca. Si concretizz¨° subito nel prototipo della futura 92 del 1947 - noto come UrSaab (la "Saab originale") . che aveva come elemento prioritario un accurato studio della carrozzeria: la scocca portante, aerodinamica e dalla forma "a goccia", con ruote interamente carenate e un montante C caratteristico, passeranno di generazione in generazione. La strada era aperta, tanto che lĄŻanno seguente lo stabilimento venne convertito dalla produzione di aeroplani a quella di automobili, tutte caratterizzate dal numero 9. Come appunto la 92 - prima auto di serie - o la 96 che segn¨° il debutto di Saab AB fuori dalla Svezia o ancora la 99 del 1968, totalmente nuova rispetto a quelle precedenti, basate sostanzialmente sulla 92. Un modello di successo (quasi 700mila vendite sino allĄŻ87) e allĄŻavanguardia, soprattutto sul fronte sicurezza. Nel 1969, Saab si fonde con il produttore di veicoli pesanti Scania Vabis: al di l¨¤ della dicitura Saab Scania nel logo del grifone, il nuovo assetto va a favore di Saab. Una decina di anni dopo, sempre sulla 99, debutta il primo motore turbo offerto su una vettura di grande serie (la Bmw 2002 Turbo e la Porsche 911 Turbo erano arrivati ma erano auto di nicchia), creato grazie alla competenza specifica di Scania.
Il mito 900
ĄŞ ?Ed eccoci alla 900 Turbo del film premiatissimo. Nel 1978, il modello sostituisce la 99 per diventare il pi¨´ grande successo commerciale di Saab, con circa 950.000 unit¨¤ prodotte di cui quasi 50.000 cabriolet fino al 1998, e con due distinte serie, in realt¨¤ molto differenti tra loro. I turbocompressi evolvono ancora ricevendo nell'82 il primo sistema di gestione elettronica della sovralimentazione. Al di l¨¤ della linea, che resta coerente con la filosofica di marca e conserva gli elementi caratteristici delle antenate (come il montante posteriore la cui forma ricorda un bastone da hockey), i due modelli sono infatti differenziati dall'impostazione meccanica che vede il passaggio dal motore longitudinale della 900 detta "classic" a quello trasversale , dovuto al cambio di pianale arrivato con l'ingresso di Saab nel Gruppo GM, avvenuto nel 1990. E qui iniziano i guai: gi¨¤ in passato, la Casa - stimata ma piccolissima per il mercato internazionale - aveva cercato di allargarsi stipulando collaborazioni con Fiat (nacque la sfortunata Saab 600, ossia la Lancia Delta svedese) ma con lo scorporo da Scania nel 1989 da parte del fondo Investor, ossia il nuovo proprietario, la sorte era segnata. General Motors acquista il 51% delle azioni per 600 milioni di dollari e come da accordi, il restante 49% nel 2000 per 125 milioni.
La fine
ĄŞ ?Negli Anni 90, la casa riusc¨Ź a mantenere una parziale autonomia nello sviluppo tecnologico, ma inizi¨° ad adottare piattaforme del colosso americano con la seconda generazione della 900, arrivata nel '94 e sostituita quattro anni pi¨´ tardi dalla 9-3. Questa, insieme alla 9-5 del ĄŽ97 (a sua volta l'erede della 9000 e che propone per la prima volta la carrozzeria Wagon) rappresenta il canto del cigno - sia pure ad alto livello - per la produzione Saab, contraddistinta dall'offerta di motori quasi esclusivamente sovralimentati. Dopo il 2000, si prov¨° di tutto per il rilancio ma senza una logica: modelli "prelevati" dalle gamme di altri costruttori, come la 9-2X (una Subaru Impreza Wagon) e la 9-7X (variante del contemporaneo Suv Chevrolet Trailblazer); la 9-3 in variante wagon battezzata Sporthatch; la tecnologia BioPower per alimentare i motori tramite E85, combustibile costituito all'85% da etanolo e al 15%. Tutto inutile: nel 2008, GM - in grave crisi - mette in vendita Saab AB ponendosi due anni come limite per chiuderla. Incredibilmente, fa uscire la nuova 9-5 nel 2009 che Spyker Cars continua a produrre sino al 2011 prima di finire in un vorticoso giro di passaggi di propriet¨¤ sino allĄŻistanza di fallimento del 19 dicembre 2011 che port¨° Saab Automobile a essere posta in amministrazione controllata. Ci sono stati tentativi di riportare in vita il marchio, quasi sempre con capitali cinesi, ma senza risultati. Curiosit¨¤: lĄŻultimo ¨¨ del 2019 quando NEVS - la start up svedese che nel 2012 aveva recuperato gli asset Saab - ha annunciato l'avvio della produzione di una 9-3 EV in Cina, con un ritmo previsto di 50.000 vetture l'anno e commercializzazione inizialmente limitata al mercato interno. Per fortuna, ha scelto di proporla con il proprio marchio, rinunciando definitivamente anche al nome Saab. Scelta saggia, rispettosa di un passato fatto da auto - la 900 Cabriolet in testa - che oggi vedono crescere le quotazioni sul mercato dellĄŻusato.
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