Mentre la nostra industria continua ad indirizzare capitali verso la Grande Muraglia, indiscrezioni riferiscono di una drastica reazione ai dazi da parte di Pechino: stop a progetti e nuove fabbriche nel vecchio continente
Una incredibile contraddizione che racconta il caos, con l¡¯automobile naturalmente come prima protagonista. Secondo le stime degli esperti di Rhodium Group, nel periodo aprile-giugno 2024 gli investimenti europei in Cina per creare nuove aziende o aumentare la dimensione di quelle esistenti hanno toccato il picco di 3,6 miliardi di euro, ovvero il doppio della media trimestrale di 1,8 miliardi. Il settore automobilistico, con Volkswagen e Bmw in testa, ¨¨ valso il 57% del totale da inizio anno. Come veniamo ricompensati? Con le indiscrezioni che ribadiscono quanto anticipato il 30 ottobre scorso dalla?agenzia Reuters. La notizia, non confermata e neppure confermabile ufficialmente, ¨¨ quella di una riunione riservata tenuta dal ministro del commercio di Pechino il 10 ottobre con i rappresentanti delle maggiori case automobilistiche cinesi, alle quali l¡¯autorit¨¤ avrebbe intimato di sospendere qualsiasi investimento in Europa, in particolare quelli diretti a realizzare nuove fabbriche nei Paesi che hanno appoggiato o non si sono opposti ai dazi doganali sulle vetture elettriche della Grande Muraglia, entrati poi ufficialmente in vigore il successivo 30 ottobre. Un colpo netto che aggrava la crisi diplomatica tra Bruxelles e Pechino.
Le peggiori premesse
¡ª ?L¡¯iniziativa del governo cinese, non confermata, arriverebbe comunque a sottolineare quella che gli analisti considerano ormai una banalit¨¤. Sempre secondo Rhodium Group, gi¨¤ nel 2023 gli investimenti diretti cinesi in Europa hanno raggiunto il livello pi¨´ basso dal 2010, con un valore complessivo di 6,8 miliardi di euro. Le aziende Catl, Aesc e Huayou Cobalt hanno scelto Ungheria, Germania e Francia per installare Gigafactory per la produzione di batterie destinate ai veicoli elettrici, che hanno rappresentato il 69% degli investimenti cinesi in Europa nel 2023. Il passo successivo sarebbe stato la nascita di stabilimenti destinati alla realizzazione di vetture con motore tradizionale ed ibrido, quindi con potenziali volumi di vendita ben maggiori. Come noto, a lungo si ¨¨ trattato della potenziale arrivo in Italia di un costruttore cinese, tutto questo mentre la Spagna incassava effettivamente l¡¯accordo con Chery Auto per la nascita di un centro produttivo a Barcellona. Saic Motor ¨¨ ancora alla ricerca di una collocazione per il la fabbrica destinata a realizzare le sue vetture a marchio Mg, cos¨¬ come Geely, mentre Byd ha annunciato l¡¯intenzione di aggiungere al suo stabilimento che nascer¨¤ in Ungheria un secondo impianto destinato alle auto ibride plug-in. La Cina continua a dirsi non interessata ad una guerra commerciale con l¡¯Europa, ma nei fatti si preparerebbe a forme di ritorsione ben superiori al ricorso gi¨¤ avviato contro i dazi imposti da Bruxelles, presso il Wto, ovvero l¡¯organizzazione mondiale del commercio.
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