Il 5 giugno 1945 le autorit¨¤ militari britanniche assunsero il controllo della zona tedesca in cui si trovava Wolfsburg. Fu il punto di partenza per la vera nascita del Maggiolino Volkswagen
Chi lĄŻavrebbe mai detto che sarebbe stato un ufficiale britannico a salvare le sorti del Maggiolino? Esattamente 75 anni fa, dal 5 giugno del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, il controllo della fabbrica di Wolfsburg in Bassa Sassonia venne preso dal Governo britannico, subentrato agli americani in quella zona, e la responsabilit¨¤ dello stabilimento venne assegnata al maggiore 28enne Ivan Hirst. In occasione di questo anniversario il gruppo tedesco ha voluto onorare lĄŻera britannica della sua storia con il film documentario di 30 minuti Ą°My brief was very simpleĄą, pubblicato da Volkswagen Heritage in cui Ivan Hirst racconta la sua storia nellĄŻorbita Volkswagen e visibile sul canale ufficiale You Tube della casa tedesca. Anni straordinari, quelli sotto la guida dellĄŻufficiale britannico: solamente nel biennio 1946/47, uscirono da Wolfsburg circa 1.000 auto al mese, finch¨¨ nel 1949 non venne fondata la Volkswagen GmbH.
UNA MISSIONE QUASI IMPOSSIBILE
ĄŞ ?I cinque episodi del documentario di Volkswagen Heritage raccontano la decisiva fase rivoluzionaria della Volkswagen dopo la seconda guerra mondiale. In una delle sue ultime interviste, nel 1999, Ivan Hirst ricorda infatti proprio la storia dellĄŻamministrazione fiduciaria britannica sullĄŻazienda di Wolfsburg prima del ritorno in Germania della responsabilit¨¤ di Volkswagenwerk GmbH. Ą°Inizialmente, lĄŻ incarico che mi avevano assegnato era molto semplice - racconta Hirst - vai a Wolfsburg, trova la fabbrica, e controllala. Non hanno nemmeno detto che fosse una fabbrica VolkswagenĄą. Il maggiore Hirst arriv¨° in Bassa Sassonia nellĄŻagosto del 1945 e quando pass¨° il timone a Heinz Nordoff quattro anni dopo, nellĄŻagosto del 1949, poteva dirsi soddisfatto: Ą°CĄŻera una fabbrica moderna, pronta per partire, con una forza lavoro, un management tedesco e un prodotto di tutto rispettoĄą -ammette - Ą°E quando la valuta cambi¨° nel 1948, lĄŻazienda decoll¨° e Volkswagen fece il giro del mondoĄą.
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Volkswagen Maggiolino, UNA STORIA UNICA
ĄŞ ?Una storia unica del dopoguerra, quella raccontata in occasione di questo anniversario, che vede come figura chiave il giovane ufficiale del genio Ivan Hirst (faceva parte dei Reme, i Royal Electric and Mechanical Engineers), con un talento innato per lĄŻimprovvisazione, grandi capacit¨¤ organizzative e una enorme lungimiranza. Hirst venne messo a capo di quel grande impianto gravemente danneggiato dai bombardamenti e destinato alla demolizione, come ex fabbrica di armamenti, senza preavviso n¨Ś alcun tipo di istruzioni, e in poco tempo riusc¨Ź a ricostruirlo trasformandolo in una fabbrica di automobili civili.
Fino a poco tempo prima in quella fabbrica semidistrutta erano stati prodotti componenti per i missili V1, destinati a essere lanciati sulla Gran Bretagna e sul porto di Anversa; vennero impiegati circa 6.000 uomini per rimetterla in sesto e farla ripartire, e alla fine di dicembre dalle catene di montaggio uscirono i primi Maggiolini- al secolo 55 Type 1 (la denominazione K?fer arriv¨° pi¨´ di dieci anni dopo, nel 1967) - non destinati alla Wehrmacht, che ovviamente non cĄŻera pi¨´, ma al mercato civile. Hirst fu il primo a credere che quella vettura dalle forme tondeggianti avesse delle grandi potenzialit¨¤ in quella Germania appena sconfitta: disegnata da Ferdinand Porsche su richiesta di Adolf Hitler, aveva tutte le carte in regola per essere un veicolo economico e maneggevole per lĄŻesercito britannico nella sua zona di occupazione.
UN MAGGIOLINO PER RIPARTIRE
ĄŞ ?In una situazione di devastazione postbellica totale, con strade e ferrovie distrutte e totale mancanza mezzi di trasporto, Hirst riconobbe che la produzione economica di veicoli avrebbe aiutato a rimediare alle strozzature del trasporto dellĄŻesercito britannico, cos¨Ź venne supportato da un suo superiore, il colonnello Michael McEvoy, nella ripresa della produzione civile. McEvoy aveva gi¨¤ visto la berlina Volkswagen nel 1939 al Salone internazionale dellĄŻautomobile di Berlino: per convincere il governo militare britannico, present¨° al quartier generale un veicolo che Hirst aveva trovato nel sito della fabbrica e che aveva dipinto di un colore kaki; quindi, il 22 agosto 1945, il governo militare britannico emise un ordine per la fornitura di 20.000 veicoli per lĄŻamministrazione militare britannica. Due settimane dopo, segu¨Ź un secondo ordine per altri 20.000 veicoli. Ci¨° significava che lo smantellamento della fabbrica era stato rinviato di quattro anni. Il primo veicolo civile lasci¨° la fabbrica gi¨¤ il 27 dicembre 1945 e, in questo modo, gli inglesi prepararono il terreno per il successo globale del Maggiolino, gettando le basi per il Gruppo Volkswagen di oggi.
UN FUTURO INCERTO
ĄŞ ?Nonostante i primi ordini, il futuro della fabbrica rimaneva incerto e il percorso verso una produzione stabile era tutto in salita sfide. La ricostruzione dello stabilimento continu¨° anche dopo lĄŻavvio della produzione: parti e materie prime come acciaio, batterie, tessuti e vetro erano estremamente scarse nella Germania del dopoguerra. Attraverso abili negoziati, Hirst fu in grado di convincere il governo militare britannico ad allocare i materiali richiesti: sempre scarsi, ma sufficienti a produrre lĄŻobiettivo mensile di 1.000 veicoli, che fu raggiunto per la prima volta nel marzo del 1946. Per aumentare la produzione serviva una forza lavoro maggiore; il reclutamento di altri operai divent¨° unĄŻulteriore sfida per Hirst, che in modo molto pragmatico inizi¨° ad offrire lavoro anche ai prigionieri di guerra tedeschi. NellĄŻottobre del 1945 si form¨° il primo comitato aziendale liberamente eletto, che gli inglesi considerarono un passo fondamentale verso la democratizzazione.
INIZIA LĄŻESPORTAZIONE
ĄŞ ?Negli anni gli inglesi migliorarono la qualit¨¤ dei veicoli e dei processi di produzione, formarono il personale del servizio clienti e iniziarono a sviluppare unĄŻorganizzazione di concessionaria. E grazie a questi sforzi Volkswagen inizi¨° le esportazioni nellĄŻottobre 1947: nel 1948, la fabbrica produceva gi¨¤ 19.000 veicoli, di cui circa un quarto erano destinati allĄŻestero. Tre anni dopo la fine della guerra, Volkswagen si era trasformata da un impianto di armamenti in rovina in una fabbrica di automobili con 8.700 dipendenti. Per i fiduciari britannici era arrivato il momento di trasferire la gestione dellĄŻimpianto a un esperto e di restituire la societ¨¤ alla responsabilit¨¤ tedesca. Heinrich Nordhoff venne nominato amministratore delegato con effetto dal 1 Ąă gennaio 1948, ma la svolta decisiva avvenne il 22 giugno 1948 con la riforma monetaria, che diede inizio a un boom economico nelle tre zone di occupazione occidentali e diede alla Volkswagen un impulso decisivo. Per Ivan Hirst, tutto si stava muovendo nella giusta direzione, e nel 1949 il maggiore inglese pass¨° definitivamente il testimone dellĄŻazienda al governo tedesco. Volkswagenwerk GmbH stava gi¨¤ diventando a tutti gli effetti uno dei protagonisti principali della rinascita tedesca. Heinz Nordoff era sarebbe rimasto ai vertici dellĄŻazienda fino al 1968, arrivando a produrre un milione di Maggiolini allĄŻanno.
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