INDUSTRIA
Magneti Marelli: sospesa la procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore
Il presidio di circa 90 operai arrivati dall'Emilia Romagna in pullman a Roma per protestare contro la chiusura dello stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore sembra aver aperto uno spiraglio. A loro si sono uniti verso le ore 13.00 di ieri, marted¨¬ 3 ottobre 2023, un altro centinaio di lavoratori provenienti da altri stabilimenti italiani. Lo slogan pi¨´ recitato all'esterno degli uffici del Ministero delle Imprese e del Made in Italy di via Molise 2 ¨¨ stato quello di "Gi¨´ le mani da Crevalcore", con l'esplicita richiesta indirizzata al ministro Adolfo Urso di far ritirare la procedura di chiusura dello stabilimento per salvare il posto di lavoro di 230 operai.
proposta condivisa
¡ª ?Nelle stesse ore c'¨¨ stato l'incontro tra il governo, i sindacati e la propriet¨¤ di Magneti Marelli Ck Holdings per capire le reali possibilit¨¤ di tenere aperto lo storico stabilimento di Crevalcore. Questo tavolo ha portato alla sospensione della procedura di chiusura come si legge da una nota della societ¨¤: "L'azienda ha condiviso la proposta del ministro Urso al fine di lavorare a un tavolo congiunto con il governo, la regione Emilia-Romagna e le parti sociali, per l¡¯identificazione di una soluzione che preservi la continuit¨¤ industriale del sito di Crevalcore¡±. Magneti Marelli ha annunciato anche di aver dato mandato ad un advisor per individuare nuovi possibili acquirenti per favorire l'operazione di reindustrializzazione del sito.
piano di reindustrializzazione
¡ª ?Gli stabilimenti produttivi di Magneti Marelli in Italia sono 11 e occupano circa 7.200 lavoratori. Il calo del fatturato di oltre il 30% dello stabilimento di Crevalcore, con la volont¨¤ del gruppo di trasferire la lavorazione dei componenti di plastica nello stabilimento di Bari e di esternalizzare la produzione dei componenti in alluminio, sembrava aver messo la parola "fine" allo stabilimento di Crevalcore che produce principalmente componenti per motori endotermici e non per auto elettriche. Si aspetta, quindi, un forte piano di reindustrializzazione che possa dare un futuro certo al sito bolognese con il prossimo tavolo fissato per l'8 novembre 2023.
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