La XXXII Olimpiade va in scena dal 24 luglio e il Giappone si mobilita per rilanciare la sua leadership tecnologica: nel mirino Corea del Sud, Cina e Stati Uniti, spazio alla visione nipponica di emissioni zero, robotica e Smart Cities
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Sembra normale che ogni gara abbia un podio, ma non questa. La dolcezza filosofica di uno slogan come ¡°l'importante ¨¨ partecipare¡± non racconta affatto le intenzioni tecnologiche e industriali che il Giappone sta dedicando ai Giochi della ¡°sua¡± XXXII Olimpiade, in programma a Tokyo dal 24 luglio al 9 agosto prossimi. C'¨¨ in ballo invece una rivincita, un sentimento nazionale di rivalsa nei confronti dei Paesi vicini che hanno recuperato ampi spazi sul piano dell'innovazione. Tokyo 2020 sar¨¤ la seconda di tre Olimpiadi che si svolgono consecutivamente in Asia, dopo i giochi invernali di PyeongChang 2018 e prima di quelli di Pechino 2022. La geografia qui non ¨¨ un caso, racconta che ¨¨ in gioco il ruolo di leader nello sviluppo della mobilit¨¤ sostenibile, dell'intelligenza artificiale e delle Smart Cities, ovvero i nuovi ecosistemi urbani dove le risorse e le esigenze di movimento devono essere amministrate con attenzione all'energia, agli spazi e ai costi, ma anche alle disabilit¨¤. Per l¡¯appunto dal 25 agosto al 6 settembre 2020 Tokyo ospiter¨¤ la 16? edizione delle Paralimpiadi con la continuit¨¤ all'insegna delle tecnologie accessibili. Una chiave che il Giappone vuole resti la sua idea di futuro, come lo ¨¨ stata nella cultura giapponese, disciplinata ma inclusiva.

LA RINCORSA
¡ª ?Gi¨¤ prima dell'assegnazione dei giochi a Tokyo, nel settembre del 2013, le intenzioni del Paese erano state raccolte in una ¡°Declaration to be the World's Most Advanced IT Nation¡±, il documento che ha impegnato in questi sette anni il governo, le istituzioni, le universit¨¤ e le aziende a collaborare. Serviva recuperare velocemente quel ruolo di guida perso dal 2000 in poi, con Corea del Sud e Cina, poi Malesia e Vietnam capaci di entrare pesantemente nel mercato delle tecnologie per la comunicazione e il trasporto sfruttando le indecisioni dell'industria giapponese. Cominciando da quella forse pi¨´ clamorosa, non sviluppare software e applicazioni, non vedere il nascere di una elettronica basata sulle piattaforme smartphone, sulla condivisione e sull'economia dei servizi reperibili on line.Per la scena, ecco strutture avveniristiche come lo stadio Nazionale disegnato dall'archistar Kengo Kuma e ricostruito dove sorgeva quello protagonista dei giochi di Tokyo 1964, ma poi la sostanza della sfida riemerge negli impianti costruiti a Fukushima. Esattamente l'epicentro del disastro nucleare del 2011 che ha messo a nudo le fragilit¨¤ nelle scelte dell'intero sistema energetico giapponese. E proprio da qui si riparte.
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
UN NUOVO SISTEMA ENERGETICO
¡ª ?Il primo cavallo su cui scommettere per rimettere in discussione gli equilibri industriali si chiama idrogeno, da utilizzare assieme all'ossigeno in quei reattori elettrochimici chiamati celle a combustibile, che producono energia elettrica e, come unico residuo, vapore acqueo. Una risorsa cruciale per scavalcare i limiti di autonomia delle auto a batterie su cui ha puntato la Cina. Sul tavolo, l'evidenza che l'idrogeno non nasce e non si estrae, ma si ricava sostanzialmente dall'acqua per elettrolisi, dunque con la necessit¨¤ di un abbondante quantitativo di energia elettrica che non pu¨° non essere prodotto da fonti rinnovabili. Il Giappone non ha quindi solo in testa le automobili, ma un¡¯intera riconversione del sistema energetico, che ora utilizza per il 93% combustibili fossili. Il Governo nipponico punta ad un grande piano di sviluppo che dovrebbe portare alla produzione di 700 mila automobili a idrogeno costruite in Giappone entro trent¡¯anni, usando per¨° l'Olimpiade di Tokyo 2020 come immediato palcoscenico. Saranno oltre 100 i bus con celle a combustibile destinati al trasporto pubblico e, grazie alla partnership con Toyota, il parco auto dei Giochi conter¨¤ su 500 Mirai, un parola che inequivocabilmente in giapponese significa futuro e che sta per la berlina a idrogeno del marchio delle tre ellisse, giunta alla sua seconda generazione. Pi¨´ bassa (1,47 metri), lunga (4,98 m) e larga (1.89 m), promette un¡¯autonomia superiore del 30%, cio¨¨ 650 km.
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ORA LA GUIDA AUTONOMA
¡ª ?L'auto elettrica a cui bada il Giappone ha evidentemente un senso diverso che altrove. L'Olimpiade di Tokyo 2020, ancora grazie a Toyota, passer¨¤ per veicoli urbani come la Accesible People Mover, shuttle per le percorrenze brevi all'interno dei siti olimpici, con un design completamente aperto, lungo 390 cm e capace di ospitare cinque passeggeri pi¨´ il guidatore. Ma sotto i riflettori finir¨¤ soprattutto un veicolo tra i pi¨´ importanti che mai come dimostratore tecnologico. Parliamo di e-Palette, lungo 520 cm, dotato di larghe porte scorrevoli, pavimenti bassi, rampe elettriche e un sistema Arrival Control4 da utilizzare nella fase di avvicinamento alla destinazione, per permettere ai passeggeri. Per¨° quel che conta davvero, e-Palette monta un complesso sistema di guida autonoma di Livello 4 con sensori, telecamere e ricevitori Lidar. Ecco che dopo aver sostanzialmente perso la battaglia sulle reti 5G, ritenute fondamentali per l'automazione di un veicolo su strada e ormai un feudo dell'industria cinese, il Giappone si proietta sui sistemi di mappatura 3D ad alta precisione e sulle tecnologie V2X, grazie ai quali le auto potranno connettersi tra di loro e alle infrastrutture delle smart city per migliorare la sicurezza e ridurre la congestione stradale. Sfruttando poi a fondo la rivoluzione annunciata del Wi-Fi 6, il nuovo standard di connessione wireless con le prestazioni migliori di sempre che permetter¨¤ l'accesso a servizi pi¨´ pesanti da distribuire in rete, e sullo sfondo il duello che conta tra i giganti Google, Amazon, Samsung e Apple.
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robotica e passenger economy
¡ª ?Ci sono in ballo i mercati emergenti della robotica personale, Human support robot (Hsr) e dei Delivery support robot (Dsr) che offriranno aiuto alle persone come e quando richiesto, ma soprattutto rappresentano la piattaforma ideale per lo sviluppo di qualsiasi sistema di consegna di merci nel futuro prossimo dell'e-commerce. E poi l'ennesima reazione ad una leadership altrui nel trasporto collettivo a guida autonoma, una ¡°Passenger Economy¡± che secondo gli analisti vale un giro di affari potenziale da 800 miliardi di dollari entro il 2035. Negli States ci sono Uber e Google, in Cina il progetto Apollo firmato dal colosso informatico Baidu e su cui stanno convergendo costruttori tedeschi e soprattutto coreani. Il Giappone si presenta con una Tokyo Olimpica dove la viabilit¨¤ verr¨¤ allestita per preservare corsie preferenziali a robo-taxi in sperimentazione , ancora una volta basati su vetture Toyota, con il suo marchio di lusso Lexus, ma anche con Nissan e il suo servizio Easy Ride sviluppato con il gruppo Hi-tech nipponico DeNA. Ennesime dimostrazioni di forza in un paese che vuole tornare leader, visto che la tecnologia non ammette troppo spazio sul podio.
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