Introdotto sul mercato nel 1980, il fuoristrada romeno venne prodotto per circa quattro anni anche nel nostro paese riscuotendo un discreto successo. Fu il primo modello ad assumere il nome Dacia Duster per il solo mercato inglese e fu anche base per un personaggio dei Transformers

Tra gli anni Settanta e Ottanta l¡¯industria automobilistica romena comp¨¬ notevoli passi avanti grazie anche all¡¯accesso al know-how dei costruttori occidentali, in particolare Renault e Citro?n. Anche la Aro, acronimo di Auto Romania, fin¨¬ per trarne vantaggio trovando l¡¯ispirazione per un nuovo fuoristrada di piccolo taglio, la Aro 10.

ISPIRATO ALla MEHARI
¡ª ?I dirigenti di Campulunc intendevano realizzare un fuoristrada di piccole dimensioni a trazione integrale in grado di superare senza troppe difficolt¨¤ le strade difficili delle campagne e dei monti romeni e, come fonte di ispirazione, attinsero a piene mani dal bagaglio tecnico dei piccoli fuoristrada francesi tra cui la Citroen Mehari. Il telaio della Aro 10 era a longheroni, mentre le sospensioni inizialmente erano a bracci trasversali e molle elicoidali sia per l¡¯anteriore che per il posteriore. La trazione integrale veniva innestata attraverso una levetta piazzata accanto al cambio. La meccanica mutuava molti componenti della Dacia, in particolare i modelli 1300 e 1410: il motore era di 1289 centimetri cubi da 54 Cv. Il successo della Aro 10 fu immediato e nel 1984 arrivarono ulteriori migliorie tecniche: le sospensioni posteriori divennero ad assale rigido con molle a balestre longitudinali mentre fu aggiunta una motorizzazione 1.4 capace di erogare 62 CV. Il design della carrozzeria, molto semplice e squadrato, non sub¨¬ modifiche di rilievo escludendo l¡¯introduzione di paraurti in plastica a met¨¤ anni Ottanta.

UN INATTESO SUCCESSO INTERNAZIONALE
¡ª ?Malgrado le dimensioni ridotte e la meccanica spartana, la Aro 10 si rivel¨° un fuoristrada estremamente valido?e la casa di Campulunc decise di esportarlo anche sui mercati esteri. Venne anche prodotto anche per il mercato inglese con il nome Dacia Duster, anticipando di trent¡¯anni il popolare SUV costruito dalla casa di Pitesti, e conobbe un notevole successo in Italia dove venne importato dalla societ¨¤ Ciemme con il nome Aro Ischia. Grazie a un prezzo estremamente conveniente e a?un'ottima robustezza costruttiva, la Aro 10 ¡°Ischia¡± rimase per diversi anni un fuoristrada di piccole dimensioni molto ricercato rivaleggiando con il Suzuki SJ prima e il Samurai poi.

LO STINT ITALIANO DELLA 10
¡ª ?Fu cos¨¬ che a partire dal 1988 la Ciemme decise di avviare una produzione italiana nello stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti. Al posto dei pur valissimi motori Dacia, vennero scelti propulsori Volkswagen 1.6 sia alimentati a benzina sia diesel. Il successo commerciale continu¨° ed ¨¨ ricordato con molto affetto l¡¯Aro Ciemme Enduro X4, che si caratterizzava per una carrozzeria piu ¡°aggressiva¡± e l¡¯impiego del motore Volkswagen turbodiesel 1.6, che garantiva prestazioni di tutto rispetto. Sulla base delle Aro Ciemme Ischia e Super Ischia, venne presentato nel 1988 un accattivante prototipo, la ACM Scorpion, che si caratterizzava per le portiere ad ala di gabbiano apribili verso l¡¯alto e forme molto meno squadrate rispetto al progetto originale. La produzione continu¨° fino al 1991, ma problemi di budget e sopraggiunti disaccordi tra la Ciemme e la casa di Campulunc, dovuti anche al rifiuto di impiegare i motori provenienti dalla Romania, portarono alla fine della partnership. Gli ultimi esemplari della Aro Ciemme furono venduti nella primavera del 1993; la fabbrica di Atessa venne poco dopo rilevata dalla Honda per la costruzione di moto e ciclomotori.

LA FINE INGLORIOSA DELLA ARO 10
¡ª ?In Romania invece la produzione della Aro 10 continu¨° ancora per diversi anni, con l¡¯adozione di nuovi tipi di carrozzeria: agli originali tipi a tre porte si aggiunsero quelli a cinque porte ed ardite versioni furgonetta e pick-up, quest¡¯ultima sia a due che a quattro porte. Furono aggiunte nuove motorizzazioni a benzina 1.6: alla iniziale motorizzazione Dacia da 72 Cv si aggiunse quella Daewoo, costruita nello stabilimento di Craiova ex-Oltcit, capace di erogare 105 Cv. Anche per il mercato romeno si iniziarono ad assemblare esemplari a motore diesel: dapprima vennero impiegati motori Renault da 1870 centimetri cubi e quindi si aggiunse una motorizzazione Peugeot da 1905 centimetri cubi capace di erogare 68 Cv. Con il nuovo millennio, purtroppo, la storia della Aro giunse al termine in modo inglorioso. Nel 2003 la casa di Campulunc venne rilevata dalla societ¨¤ statunitense Cross Lander, che promise investimenti per due milioni di dollari mai attuati. Nel febbraio 2006 la sede americana della Cross Lander chiuse i battenti licenziando tutti i dipendenti, mentre la fabbrica di Campulunc fu dichiarata fallita nel giugno successivo. A nulla valsero i tentativi prima della Amrom Automotive 2006 e poi della Auto Max Czech di riavviare la produzione.

PRESENTE NEI RAID E¡NEI CARTONI animati
¡ª ?La Aro 10 ¨¨ rimasta comunque nel cuore degli appassionati sia nella natia Romania che nel resto d¡¯Europa grazie ad una ottima resistenza meccanica e prestazioni davvero rispettabili. Ne furono anche realizzate versioni sportive, come la ¡°Super Rally¡± dei fratelli Nicolaescu dotata di un potente motore Toyota da 3400 centimetri cubi che si fece ben valere nelle competizioni raid europee. Inoltre, ebbe anche l¡¯inconsueto onore di essere uno dei pochi veicoli dell¡¯Europa dell¡¯Est ad apparire in una serie a cartoni nipponica. Nella serie giapponese ¡°Transformers Headmasters¡± del 1987, trasmessa anche nel nostro paese, appare infatti il guerriero Decepticon Battletrap, il cui corpo robotico ¨¨ formato dall¡¯unione di due distinti veicoli: l¡¯elicottero Apache AH-64 e, appunto, la Aro 10...
? RIPRODUZIONE RISERVATA