Ferrari, effetto Lewis: nuovi ingegneri in arrivo a Maranello

Il passaggio di Lewis Hamilton dalla Mercedes alla Ferrari nel 2025 deve essere considerato come la conseguenza ultima di un processo che, di fatto, ha radicalmente modificato dall’interno le garanzie tecniche che il team di Brackley era stato capace di fornire al pilota di Stevenage sino al 2021. In pratica, il fallimento dei progetti W13 e W14 deve essere stato interpretato da Lewis anche come il risultato di uno sgretolamento progressivo della compattezza d’intenti a livello di ufficio tecnico che aveva fatto grande il team Mercedes, e non la sua causa. Così che sembra plausibile ipotizzare come Hamilton abbia ceduto alla corte di John Elkann e di Frederic Vasseur, tenendo in considerazione anche questo presupposto. Riconoscendo così che la sua permanenza, per quanto utile non avrebbe potuto, da sola, ricreare le condizioni tecniche che avevano caratterizzato il ciclo vincente della Mercedes. Ciò lo avrebbe spinto ad uscire dalla sua comfort zone ed ad abbracciare la sfida in rosso, alla quale a più riprese in passato aveva pensato, e dove ritroverà Loic Serra.

l'apripista

L’ingegnere francese responsabile delle performance del veicolo in Mercedes, in arrivo a Maranello entro maggio alla conclusione del periodo di gardening previsto dal suo precedente contratto, potrebbe così rappresentare l’apripista di un percorso che altre figure più o meno di spicco del team diretto da Toto Wolff, potrebbero adesso decidere di intraprendere. Serra, vale la pena ricordare, è stato responsabile della dinamica del veicolo di tutte le monoposto della Stella con le quali Hamilton è diventato campione, trovandosi poi in disaccordo sull’efficacia del progetto W13 che, da indiscrezioni raccolte negli ambienti di Brackley, avrebbe da subito considerato critico a livello di bilanciamento. La strada intrapresa dall’allora direttore tecnico Mike Elliott, come noto si rivelò fallimentare, così come la vettura seguente nata sulle stesse basi concettuali.

nuovi arrivi

La successiva scelta di Wolff di affidare nuovamente la direzione tecnica a James Allison subito dopo l’esordio della W14 in Bahrain, imponendo una sterzata concettuale, non solo non produsse un miglioramento tangibile delle prestazioni della monoposto, bensì, pare abbia acuito le fratture all’interno di uno staff tecnico ormai non più monolitico. La presenza e permanenza di Hamilton in squadra, garantita (virtualmente) dal contratto siglato in agosto, aveva funto da apparente collante, con molti tecnici, tra i quali il responsabile delle attività in pista, l’imolese Riccardo Musconi, estremamente legati al campione. L’ufficializzazione del suo passaggio in Ferrari potrebbe essere per molti un fattore di svolta per seguirlo. Nel caso specifico, Musconi a Maranello potrebbe ricoprire lo stesso ruolo, in quella che è una posizione chiave per lo sviluppo della monoposto durante la stagione. Ancor più considerando alla rivoluzione regolamentare in programma nel 2026. Insomma, è molto probabile che Hamilton alla Ferrari non arriverà da solo, e anche questo rappresenta un valore aggiunto non trascurabile.