i consigli
Herv¨¨ Barmasse: "Per diventare alpinisti dovete allenarvi cos¨¬..."
Il suo gi¨¤ ricchissimo curriculum si ¨¨ appena arricchito con la salita della via De Amicis, che gli ha permesso di diventare il primo alpinista a scalare tutte le sei creste del Cervino in solitaria. Herv¨¨ Barmasse, per¨°, ¨¨ molto di pi¨´ che un cacciatore di record ed ¨¨ noto per il suo approccio alla montagna sportivo e culturale allo stesso tempo. Perch¨¦, a suo avviso, una preparazione davvero a 360 gradi ¨¨ indispensabile per essere adeguati a un ambiente ricco di difficolt¨¤ e, soprattutto, spesso imprevedibile.
Come ci si prepara fisicamente?
"Andare in montagna e soprattutto su neve e ghiaccio, richiede una buona preparazione fisica se si vuole vivere un¡¯uscita in modo sicuro e divertente. Quando si ¨¨ troppo stanchi si rischia pi¨´ facilmente di incorrere in incidenti. Suggerisco un allenamento sia aerobico sia muscolare. Almeno due volte la settimana ci si concentra sull¡¯incremento della forza con esercizi di potenziamento delle gambe, strumenti essenziali non solo per le salite ma anche per le lunghe discese magari studiati appositamente sul proprio corpo da un professionista. Altri due giorni vanno dedicati alla camminata con incrementi progressivi in termini di durata (contano le ore, non il chilometraggio), ritmo e dislivello. A tutto questo bisogna sicuramente affiancare un¡¯alimentazione bilanciata, che predilige i grassi vegetali, abbinata a una corretta integrazione necessaria al corpo per prendere nuove energie durante lo sforzo fisico e recuperare rapidamente dopo l¡¯attivit¨¤. In questo sono seguito dall¡¯Equipe Enervit che in base alle mie esigenze mi fornisce il necessario integratori. Ottimi anche gli integratori Omega 3 per aiutare il corpo a sopportare il freddo e lo stress fisico, un aspetto che ho testato personalmente. Inoltre per tenere sempre il corpo allenato pratico bici da strada, qualche volta mi cimento sul campo di atletica e faccio nuoto".
Come si diventa alpinisti di primo piano?
"Bisogna, come in ogni attivit¨¤, partire dai rudimenti e passo dopo passo fare le proprie esperienze. Pi¨´ si va in montagna pi¨´ s¡¯impara. Meglio se in compagnia di professionisti della montagna come le Guide alpine, che possono trasmettere il proprio bagaglio di conoscenze sul campo. Saper individuare in anticipo un crepaccio nascosto, per esempio, non si apprende su Internet. Cos¨¬ come riuscire a cogliere tante altre variabili e ad anticipare (quindi evitare) i possibili pericoli, oppure mettere in pratica quelle manovre di autosoccorso che tutti dovrebbero conoscere. A questo aggiungo, da appassionato di storia dell¡¯alpinismo, la lettura di qualche buon testo. Attraverso le salite e le storie dei grandi alpinisti che ci hanno preceduto si riesce a capire fino a dove possiamo spingerci. Proprio leggendo un libro di storia alpinistica sul Cervino mi ¨¨ nata l¡¯idea di salire in solitaria la cresta De Amicis e riuscire per primo a ¡°chiudere¡± in solitaria tutte le sei creste della montagna. Dalle letture emerge come, mentre abbigliamento, tecnologie in campo alpinistico hanno fatto passi da gigante, soprattutto in alta quota, mentre le performance umane in proporzione sono state meno incisive".
Ritiene che oggi l'alpinismo sia cambiato nella sua essenza rispetto a quando ha iniziato?
"S¨¬, spesso su quell¡¯aspetto romantico di un tempo ora prevale ricerca della performance, anche fine a se stessa. Le sponsorizzazioni a volte spingono a porre in secondo piano l¡¯antico significato della scoperta, del nuovo e del rispetto per la natura che ci ospita. Si rischia di mandare un messaggio sbagliato e la performance estrema perde il suo stato essenziale. Per intenderci io se decido di fare una salita in solitaria non lo consiglierei mai a qualcun altro. Bisogna dare il giusto peso e valore a certe imprese ma tenendo presente preparazione, conoscenza e studi di chi le ha fatte. Certe ascensioni non si possono improvvisare e gli errori quando ci si muove in contesti estremi non offrono una seconda occasione".
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