Lorenzo Alesi, professionista dello sci estremo, spiega come scendere fuori pista limitando al massimo i rischi
Al motto di Nothing is unskiable, Lorenzo Alesi scia su qualunque superficie: sabbia, ghiaia, lava solidificata, erba e, naturalmente, neve. A patto, per¨°, che non sia battuta. EĄŻ lui che ci accompagna nel fantastico mondo del freeride, appassionante ma insidioso e da non affrontare mai a cuor leggero. Alesi nasce come atleta dello sci alpino per poi spostare la sua attenzione ai grandi spazi silenziosi dallo sci alpinismo fino al freeride grazie allĄŻavvento degli sci larghi, che regalano maggior agilit¨¤ sulla neve fresca. Oggi Alesi ¨¨ anche impegnato nello sviluppo dei prodotti di numerose aziende del settore (Helly Hansen, Tecnica, Blizzard e Thule, tanto per citarne alcuni) alla ricerca di soluzioni sempre pi¨´ performanti. Per guardare sempre avanti.
Come ci si prepara per il freeride?
"Il freeride, come lo skialp , richiede un buon allenamento fisico in quanto prevede non solo una discesa in neve fresca o almeno non battuta ma anche una salita che non sempre pu¨° essere addomesticata con lĄŻutilizzo dei mezzi di risalita. Perci¨° occorre un buon allenamento aerobico ¨C corsa, hiking veloce, bicicletta vanno benissimo -, come pure bisogna dedicare del tempo a quegli esercizi che rinforzano addominali e muscoli degli arti inferiori. Affrontare una discesa con le gambe cotte rovina tutta la bellezza della gita".
"A chi ¨¨ alle prime uscite consiglio di recarsi nelle stazioni sciistiche dove sono state create apposite aree dedicate al freeride, in Valle dĄŻAosta e Svizzera ce ne sono di belle e sicure. Conviene comunque prevedere qualche ora con un istruttore specializzato al fine di togliere errori o comportamenti tipici di chi scia in pista ma poco o nulla produttivi nella neve fresca".
Quali sono le regole da seguire per sciare con la massima sicurezza possibile fuori pista?
"Innanzitutto bisogna dotarsi di strumenti per lĄŻautosoccorso, come Artva, pala e sonda, e saperli usare bene: non basta infatti averli nello zaino se non si ¨¨ in grado di farli funzionare. Quando succedono gli incidenti il panico pu¨° mandare in crisi anche il pi¨´ esperto, figuriamoci qualcuno che non ¨¨ tecnicamente preparato. EĄŻ nei primi dieci minuti che pi¨´ spesso si decide il destino di una persona sommersa dalla neve. Prima di ogni gita vanno valutate le condizioni della neve, il meteo e bisogna prendere contatto con le guide locali che sono sicuramente meglio informate sulla zona in cui si vuole andare. In ogni caso se non si ¨¨ pi¨´ che esperti il consiglio migliore ¨¨ sempre quello di farsi accompagnare da un professionista della montagna. Uno degli errori che rende pericolose le uscite dei freerider ¨¨ il voler emulare i campioni ammirati in tanti splendidi filmati che girano in rete. Vale la pena sottolineare che quando realizziamo quelle riprese siamo seguiti da un intero staff, siamo tutti professionisti consapevoli di cosa stiamo facendo. E se dovesse verificarsi un incidente siamo protetti in tempo reale. Detto questo valutate bene dove andare e siate sempre pronti anche a tornare indietro se non siete convinti".
Nella prossima uscita tecnica e lĄŻattrezzatura.
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