¡°Il resto del progetto si sviluppa in Italia dove lavoriamo dal 2015 con i ragazzi con la sindrome di down, che sono i pi¨´ numerosi in Surf4Children, ma anche con ragazzi autistici, con sindromi genetiche rare o con disabilit¨¤ fisiche. Anche in questo caso ¨¨ un progetto che parte dallo sport per diventare sociale: quando abbiamo iniziato ¨¨ stata una vera e propria sfida culturale. In genere si pensa di offrire a questi ragazzi una terapia, sono sempre visti come pazienti: noi non parliamo di ¡°surf-terapia¡± ma abbiamo proposto loro di fare ci¨° che nell¡¯idea delle persone comuni ¨¨ lo sport del ¡®figo¡¯ per antonomasia. Il surf si associa all¡¯australiano alto, biondo e fisicato: proporlo a dei ragazzi con disabilit¨¤ in Italia sembrava una cosa fuori dal mondo, invece loro fanno surf esattamente come lo facciamo noi¡±. Buonsenso conclude raccontando la storia di Matteo, un ragazzo con sindrome di down divenuto il ¡°simbolo¡± di Surf4Children: ¡°Lui ce l¡¯aveva nel destino. Ha uno spirito rock, ribelle. Quando ¨¨ arrivato era gi¨¤ un nuotatore delle categorie paralimpiche, si ¨¨ proposto senza paura ed ¨¨ stato il primo ragazzo capace di ¡®rompere¡¯ il tab¨´ degli sport adrenalinici per ragazzi con la sindrome di down. Ha viaggiato con noi verso Paesi con le onde oceaniche, senza la famiglia ma solo con i volontari della onlus, e si ¨¨ ritrovato a surfare onde come quelle di Sagres, in Portogallo¡±.
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