Lo Stand up paddle, da cenerentola a sport praticato ovunque. L¡¯Italia primeggia nelle gare, e ora fa parte anche della prima commissione mondiale
Tutti lo amano, tutti possono praticarlo, e moltissimi si ritrovano con una tavola in garage. Il Sup, che vuol dire Stand Up Paddle (tradotto: pagaiare in piedi) ¨¨ uno degli sport acquatici in grande ascesa, capace di travalicare i confini quasi sempre esclusivi delle discipline svolte su uno specchio d¡¯acqua. E raccoglie consensi come forse poche volte ¨¨ accaduto: una moda che si vede bene nelle spiagge di mezzo mondo dove questo oggetto ¨¨ diventato uno strumento da avere a tutti costi. Un po¡¯ come con i materassini. Ma se questo ¨¨ il fronte pop, ce n¡¯¨¨ un altro, agonistico, che ugualmente fa sul serio: la federazione internazionale lavora per includerlo nel programma olimpico.
obiettivo brisbane 2032
¡ª ?Il compito non ¨¨ semplice, ma Fernando Aguerre, il presidente ISA, l¡¯International Surfing Association, ¨¨ un tipo a cui piace alzare la posta, e possibilmente anche realizzare l¡¯obiettivo. Gi¨¤ responsabile per l¡¯inclusione del surfing, andato in scena a Tokyo e Parigi e quindi confermato per Los Angeles 2028 e Brisbane 2032, il manager di origini argentine ha da tempo nel mirino anche l'inserimento del Sup. Anche se non ¨¨ ufficiale, l¡¯edizione americana dei giochi sembra essere gi¨¤ sfumata, ma nell'ottica della tappa australiana l¡¯ISA ha da poco calato sul tavolo una nuova carta, la Commissione per il supporto della crescita globale dello stand up paddle. Un nome che si declina molto semplicemente con una parola chiave: diplomazia. Aguerre ha annunciato l¡¯avvio della commissione alcune settimane dopo la conclusione dei mondiali Sup svolti in Danimarca, un successo con 40 nazioni e 180 atleti in gara, gara in cui l¡¯Italia ¨¨ arrivata quarta e ha conquistato tre pesanti medaglie individuali. I commissari avranno il compito di promuovere questo sport a tutti i livelli, creare una rete globale, far comunicare le diverse anime tra cui federazioni nazionali e continentali, incluse anche altre associazioni sportive. ? un momento delicato infatti per il Sup, che da non molto ha dovuto affrontare una disputa tra l¡¯ISA e la ICF (la federazione internazionale di canoa) terminata con il pronunciamento del comitato olimpico a favore della prima. ? l¡¯ISA, infatti, l¡¯ente abilitato a governare il Sup in prospettiva olimpica. Una decisione proiettata anche a livello italiano, con la FISSW, la federazione italiana surfing, sci nautico e wakeboard, alla quale il Coni ha dato la titolarit¨¤ della pratica agonistica, lasciando alla federazione italiana di canoa e kayak la possibilit¨¤ di svolgere attivit¨¤ di promozione.
un italiano in commissione mondiale
¡ª ?? bene infatti ricordare che il Sup ¨¨ un derivato naturale del surfing e nei suoi primi vagiti aveva una forte rilevanza il Sup surfing, cio¨¨ la pratica di cavalcare le onde con tavole e pagaie. Ma i reali multiusi dello stand up paddle si sono per¨° diramati subito anche verso la parte racing, attirando una platea molto estesa di atleti provenienti soprattutto dall'orbita della canoa. Donne e uomini non solo tecnicamente molto bravi, ma anche con grande esperienza competitiva. La commissione ha quindi il compito di rendere i confini pi¨´ fluidi. E l¡¯Italia gioca anche un ruolo strategico perch¨¦ ¨¨ stato nominato Federico Esposito, allenatore della nazionale italiana con un curriculum sportivo che comprende un titolo italiano in Sup e soprattutto una carriera in windusurf coronata dalla partecipazione alle Olimpiadi di Londra 2012, oltre a tanti anni come coach ad alto livello. Esposito siede insieme ad altri sette membri, di cui solo altri due europei, oltre alla presidente americana Candice Appleby.?Ovviamente la strada a cinque cerchi ¨¨ sempre in salita e si dovranno rispettare i dettami del comitato olimpico, che prevede che lo sport sia largamente praticato dagli uomini in almeno 75 paesi in quattro continenti e dalle donne in non meno di 40 paesi e tre continenti, debba aumentare il valore e l¡¯appeal dei Giochi e rispettare e riflettere le sue tradizioni. Il Sup ha sicuramente gi¨¤ vinto a livello popolare, con davvero tante varianti. Si pu¨° surfare, si possono fare gare sulle distanze (dallo sprint race ai venti chilometri), alcune che prevedono percorsi molto tecnici e quindi con pi¨´ passaggi di boe e pi¨´ entrate ed uscite dall¡¯acqua; ma si possono anche percorrere veramente tante miglia nautiche, e sono famose alcune traversate oceaniche a scopo dimostrativo o per beneficenza. E non manca il touring e il cruising (passeggiate), lo yoga praticato sulla tavola e persino la pesca: il Sup ¨¨ diventato uno strumento poliedrico, da usare in mare, sui fiumi, nei laghi e a volte anche in piscina, con i bambini e con i nonni, da soli o in compagnia.
le tracce storiche
¡ª ?E questa nuova moda, che in realt¨¤ ha (ri)preso piede a partire dai primi anni Duemila grazie ad atleti hawaiani come Laird Hamilton e Dave Kalama, non ¨¨ in realt¨¤ cos¨¬ nuova come sembra e affonda le radici negli abissi della storia. Come capitato anche per il surf ¨C di cui si trovano tracce in diversi angoli del globo ¨C l¡¯uso di una piccola imbarcazione manovrata in posizione eretta con l¡¯ausilio di una pagaia o un palo sembra essere stata in qualche modo diffusa in tutte le culture dove era necessario spostarsi agilmente sull¡¯acqua. Ci sono i popoli polinesiani da un lato, ma dall¡¯altro anche zone geografiche tra le pi¨´ disparate. In Per¨´, per esempio, i caballitos de totora, delle imbarcazioni fatte con le canne del totora, una pianta acquatica, sono usate da oltre tremila anni esattamente come un Sup, ma principalmente per uno scopo pratico come la pesca, e si possono ammirare ancora a Huanchaco, nel nord, dove i locali trovano sempre il tempo di surfare anche qualche onda. Una versione leggermente differente ¨¨ presente anche sul lago Titicaca, sempre in Per¨´. Curiosamente, una piccola tessera del mosaico ¨¨ anche in Italia, in Sardegna. Nel piccolo paese di Santa Giusta, dove c¡¯¨¨ uno stagno ricco di muggini, l¡¯is fassonis, molto simile al caballitos pre-incaico,?¨¨ da sempre stato utilizzato per riempire le reti, almeno dal quarto secolo dopo Cristo, ma secondo alcuni studiosi sin dalla civilt¨¤ nuragica. Ora questa lunga tradizione attende il grande palcoscenico e il blasone dei cinque cerchi.
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