¡°Emozione primaria. A volte va ascoltata, a volte silenziata. Dipende da dove proviene e dove porta¡±. I consigli dell¡¯esperta
Lo scontro nel rugby, la caduta nell¡¯equitazione o un colpo in faccia nel pugilato: la paura del dolore ¨¨ dietro la porta nella vita di uno sportivo. Si impossessa della mente incidendo sulla prestazione fino a compromettere il migliore dei talenti. Chi la prova si sente solo, impotente, debole. Ma non ¨¨ cos¨¬. ¡°E¡¯ naturale avere paura. Anzi, ¨¨ fondamentale. Si tratta di un¡¯emozione primaria e istintiva - spiega Elena Giulia Montorsi, psicologa sportiva - che serve a tenerci al sicuro dai pericoli. La paura ci permette di sopravvivere. Pu¨° provocare tachicardia, stanchezza, blocchi, panico e stress. O essere provocata a sua volta dallo stress. Che si tratti di paura del male fisico o di paura del fallimento, comunque, la soluzione ¨¨ sempre la stessa: bisogna entrarci dentro¡±.
COME SI AFFRONTA
¡ª ?L¡¯istinto di conservazione di un atleta potrebbe riflettersi in una paura di farsi - o rifarsi - male. ¡°Non ¨¨ debolezza, ma un puro e semplice input del cervello che ti chiede di evolvere per tornare a performare meglio di prima. Riconoscerla come istinto funzionale ¨¨ il primo passo. Solo cos¨¬ potr¨¤ essere ascoltata e capita. A questo punto - assicura l¡¯esperta - si scoprir¨¤ che questa paura ha tutte le ragioni di esistere e, nella piena consapevolezza, si potranno trovare, con aiuti competenti, soluzioni tecniche, tattiche e psicologiche per allenarsi con maggiore serenit¨¤ e affrontare la competizione con pi¨´ sicurezza¡±.
COME SI TRASFORMA LA PAURA DEL FALLIMENTO
¡ª ?La paura pu¨° diventare un punto di forza. ¡°Un atleta emotivo deve fare su di s¨¦ un lavoro certosino per abbassare l¡¯ingaggio emotivo in eccesso, mantenendo quello costruttivo che serve per portare a casa la performance. Tenerci tanto al raggiungimento di un determinato risultato ¨¨ pi¨´ che comprensibile ma - chiarisce la Montorsi - altrettanto potenzialmente boicottante¡±. Come avviene questo boicottaggio? ¡°Focalizzandosi sul risultato e non sul processo per ottenerlo. L¡¯aspettativa di una competizione ¨¨ come un¡¯equazione da risolvere per scoprire la X. Io consiglio sempre di concentrarsi unicamente su tutte le operazioni necessarie, una alla volta. La propria X arriver¨¤ da s¨¦. Questo vale anche nell¡¯ambito professionale¡±.
FERMATE IL CRICETO MANNARO
¡ª ?A differenza della paura di farsi male, la paura del fallimento va riconosciuta ma non ascoltata. E¡¯ come una vocina interiore sempre pronta a consigliare in modo disfunzionale. Innesca una serie di paure bloccanti che, mattoncino su mattoncino, alzano un muro. ¡°Si tratta di una sovrastruttura creata negli anni, a volte determinata da modelli educativi o recepita in determinati ambienti, che impedisce di muoversi, di mettersi in gioco. Ci si da gi¨¤ per falliti, ci si giudica prima ancora di cominciare, divorati dall¡¯idea di perfezionismo che aleggia nel tessuto sociale. Il consiglio - dichiara Elena Giulia Montorsi - ¨¨ quello di visualizzare un bivio: a sinistra si va in direzione ¡°autosabotaggio¡±, apparentemente confortevole perch¨¦ non si corre alcun rischio ma di fatto impantanante in una condizione non evolutiva perch¨¦ ci si nasconde dietro a un ¡°non so se ce la far¨°, quindi non tento¡±; a destra si procede verso ¡°l¡¯autoefficacia¡±, status che non prevede scuse del tipo ¡°non ci riesco¡±. Cito sempre Michael Jordan: ¡°Nella mia carriera ho sbagliato pi¨´ di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ho fallito ripetutamente, ma ¨¨ per questo che alla fine ho vinto tutto¡±. Per superare la paura del fallimento - spiega la psicologa - bisogna fermare la ruota del criceto mannaro. O se preferite, la vocina interiore. Si riconosce facilmente: ¨¨ umiliante, distruttiva, bloccante. Non ti aiuta davvero. E a chi mi replica ogni tanto con un ¡°Qualche volta ha avuto ragione la vocina, ci ho provato ma non ha funzionato¡±, io rispondo ¡°Anche un orologio rotto segna l¡¯ora giusta 2 volte al giorno¡±. La liberazione dalle paure - sottolinea Montorsi - passa per l¡¯osservazione del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto in base al principio di realt¨¤: ¨¨ sia mezzo pieno che mezzo vuoto; c¡¯¨¨ una parte da riempire o una parte che non funziona da svuotare. Solo e sempre per costruire ed evolvere¡±.
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