l'intervista
Matteo Piano: "Io, la pallavolo, la laurea e¡ i camp. Cos¨¬ avviciniamo i giovani allo sport"
Il primo muro guarda indietro. "? stata un¡¯annata in crescendo, sono molto soddisfatto sia a livello personale che per la squadra e felice di come i miei compagni si siano appoggiati a me da capitano". Matteo Piano, centrale della Powervolley Milano e medaglia d¡¯argento con la Nazionale azzurra a Rio 2016, traccia cos¨¬ il bilancio degli ultimi mesi: "Nonostante gli alti e bassi della regular season, siamo andati molto bene nei playoff e abbiamo riempito spesso l¡¯Allianz Cloud. Non ¨¨ roba da poco".
Quali saranno ora le prossime sfide?
"In questi mesi, l¡¯obiettivo ¨¨ tenermi in forma al meglio e conto di riuscirci anche divertendomi, tra piscina e sala pesi. Poi, ci saranno diversi progetti a cui dedicare tempo. Il primo rappresenter¨¤ la chiusura di un percorso, a fine luglio discuter¨° la tesi di laurea in Scienze motorie".
Puntando su un argomento non banale¡
"La psicoterapia, un tema da non sottovalutare a proposito di sport. Una disciplina importante come tante altre per conoscere meglio s¨¦ stessi e le dinamiche della mente. ? spesso percepita come un tab¨´, ma credo possa essere molto utile per entrare in contatto con la nostra interiorit¨¤, andando a scoprire fragilit¨¤ che aiutano nel percorso di vita. Un esempio si ha relazionandosi con gli infortuni. Ogni atleta deve mettere in conto di farsi male prima o poi, bisogna essere pronti e viverlo come un momento di un percorso. ? il bello del paradosso, in cui a volte i punti deboli danno consapevolezza e diventano elementi di forza nel quotidiano. Per mettersi in discussione e relazionarsi con gli altri".
Nella pallavolo ¨¨ un elemento fondamentale.
"? uno sport che mi ha dato tanto, a cominciare dai valori dell¡¯amicizia. Il fatto di essere in una squadra, con le sue diversit¨¤ e soprattutto le sue unicit¨¤, fa venir fuori l¡¯importanza del rispetto. Un punto cardinale, unito all¡¯ambizione, al senso del raggiungimento degli obiettivi e alla volont¨¤ di migliorare insieme".
Come ha scoperto il volley?
"Ho iniziato a giocare guardando i cartoni animati in tv". E se la ride. "Ai miei tempi spopolava ¡®Mila e Shiro¡¯, poi ho provato a fare basket per un paio d¡¯anni, ma sono tornato subito al volley perch¨¦ avevo capito di star bene solo giocando. Lo facevo ovunque, anche in casa. Quanti lampadari rotti insieme a mia sorella¡".
E quando ha capito di poterne fare un lavoro?
"Lasciando Asti, la mia citt¨¤, per andare a giocare a Piacenza. Avevo vent¡¯anni e in quel periodo mi allenavo tre volte al giorno, sette giorni su sette. ? stato formativo, ma stressante e faticoso. Dovevo fare tanti sacrifici, ero lontano da certi livelli e c¡¯erano poche soddisfazioni. Allontanarmi da casa era un po¡¯ un all in, ¡®O ci provo ora o mai pi¨´¡¯, e alla fine la consapevolezza ha fatto la differenza. Sapevo di avere meno mezzi rispetto a tanti altri ragazzi, mi mancavano tecnica e fisico, ma la testa e i valori mi hanno dato una grossa mano. Per questo insisto spesso sul coltivare l¡¯essere umano dietro ognuno di noi. Serve a sviluppare potenzialit¨¤ che prima o poi torneranno utili nella vita".
Da anni, cerca di trasmettere questo messaggio attraverso i volley camp. Perch¨¦?
"Ho bei ricordi della mia pallavolo, ma non ho amato molto la parte delle selezioni e dei camp durante l'adolescenza. ? per questo che vorrei trasferire la mia esperienza in questi progetti, impostandoli come mi sarebbe piaciuto farli da ragazzo. Regola numero uno, divertirsi".
Il volley camp organizzato con Milanosport ¨¨ pensato in quest¡¯ottica¡
"Dal 12 giugno al 30 giugno e dal 3 luglio al 6 luglio, presso il centro Cambini Fossati, i ragazzi potranno avvicinarsi alla pallavolo con me, Nicola Pesaresi e Luca Vettori. La particolarit¨¤ ¨¨ che siamo giocatori, non allenatori. ? il bello del confronto. Chiediamo ai giovani di venire per allenarsi insieme a noi e mettere in contatto esperienze diverse. Il volley ¨¨ uno sport complicato in grandi citt¨¤ come Milano, noi proviamo a promuoverlo partendo dal basso. Amo lavorare con i giovani e lo faccio da anni, provo a trasmettere loro la passione, sperando che il mio percorso possa essere uno spunto per loro".
Qual ¨¨ il suo consiglio ai ragazzi?
"Investire tempo ed energie positive in ci¨° che si fa, sapendo per¨° che i risultati potranno non arrivare subito. ? un altro aspetto secondo me molto formativo, uno sport agonistico porta via tante cose negli anni della crescita ma plasma il carattere e aiuta a confrontarsi con la vita. A un certo punto, bisogna per¨° capire se ¨¨ la propria strada. Proseguire gli studi per avere possibilit¨¤ di scelta ¨¨ sempre un buon punto di partenza".
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