Il bivio tra presenza rassicurante e involontariamente ingombrante: la figura dei genitori a bordo campo incide sulla crescita sportiva dei figli
Genitori a bordo campo: esiste un vademecum che vale per tutti? Sicuramente no. Numerose sono le variabili che rendono il rapporto genitore-figlio unico e diverso da tutti gli altri. Sono tuttavia rintracciabili, secondo l¡¯esperto, quattro focus che partono da una premessa: ¡°Capire il ruolo della figura genitoriale nello sport - spiega Manuel Alghisi, mental coach - ¨¨ un argomento tanto delicato quanto importante. Il genitore pu¨° potenziare quanto limitare la crescita sportiva del proprio figlio¡±.?
MAI SOSTITUIRSI ALL¡¯ALLENATORE
¡ª ?¡°Il genitore - sottolinea il mental coach - dovrebbe stare sempre tre passi dietro al proprio figlio, guardandolo ottenere risultati e insuccessi, sforzandosi di non proiettare su di lui le proprie ambizioni sportive. Lo deve affidare al suo allenatore (che non va mai criticato) mantenendo la sua presenza a bordo campo un punto fermo rassicurante. Il pi¨´ amorevole dei suoi tifosi che gioisce della sua performance anche quando arriva ultimo. A patto, ovviamente, che si sia impegnato. Lo sport ¨¨ prima di tutto ¨¨ 'mettersi in gioco e dare il massimo'".?
GENITORI A BORDO CAMPO, L¡¯ESEMPIO
¡ª ?Lo spirito sportivo racchiude in s¨¦ atteggiamenti come il rispetto dell¡¯avversario. ¡°? inutile sforzarsi di spronare i propri figli ad essere educati se quando sono in auto assistono a sproloqui verbali dei genitori a finestrino abbassato in mezzo al traffico. Allo stesso modo - incalza Alghisi - un genitore non pu¨° animare una tifoseria inurbana durante il gioco perch¨¦ non solo lo agiter¨¤ anzich¨¦ rassicurarlo, ma traccer¨¤ un esempio da seguire come spettatore e come membro della squadra¡±.?
LA SCELTA
¡ª ?Chi vuole cosa? E cosa fa chi? Sembra un gioco di parole, ma ¨¨ qualcosa di pi¨´ profondo e molto importante. ¡°Iniziamo con il capire chi, tra genitore e figlio, vuole veramente praticare quello sport. A volte i genitori - spiega l¡¯esperto - danno il compito ai figli di colmare un loro vuoto, di ottenere quel successo che a loro ¨¨ mancato. I figli vogliono essere amati per quello che sono, non per i campioni che sognano alcuni genitori a bordo campo. I figli non sono una loro estensione. Hanno diritto di scegliere il loro sport e di cambiare idea, prendendo la direzione giusta, quella che esalter¨¤ il loro potenziale¡±.?
MENO PROTEZIONE
¡ª ?¡°Essere eccessivamente protettivi in ambito sportivo trasmette ai figli pressione, ansia e insicurezza. Spesso, inconsciamente, i genitori fanno il possibile per mettere al riparo il figlio dall¡¯insuccesso e dall¡¯insoddisfazione. Niente di pi¨´ sbagliato, perch¨¦ tutto ci¨° si chiama esperienza, ossia, quel bagaglio di vita vissuta che ¨¨ importante che facciano in allenamento, con il proprio allenatore. Questa figura professionale - conclude Manuel Alghisi - dovrebbe essere libera di formare l¡¯allievo in un clima di fiducia e di assenza di critica. I genitori dovrebbero godersi la competizione lasciando i consigli all¡¯allenatore finch¨¦ ritengono che sia quello giusto¡±. Risulta spesso difficile reprimere il desiderio di esserci al momento giusto. Il primo istinto ¨¨ quello di raggiungere il figlio in lacrime a bordo vasca perch¨¦ ha il terrore di tuffarsi. Ma affidarlo al trainer si pu¨° fare, con la consapevolezza che nessuno potr¨¤ mai sostituire, anche a fine lezione, il sostegno di un genitore.
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