Paolo Bianchessi ¨¨ un ex judoka italiano con un palmar¨¨s che vanta un quinto posto alle Olimpiadi di Atene 2004 e una partecipazione a Pechino 2008 , ma anche un argento ai Mondiali junior e un argento e un bronzo agli Europei senior. Ora ¨¨ un allenatore di successo che ha accompagnato Fabio Basile al titolo di Campione Olimpico a Rio 2016. Questa ¨¨ l’efficace sintesi con cui ¨¨ possibile descrivere Bianchessi, gigante trentanovenne di Bergamo che due settimane fa ¨¨ stato citato da Matteo Marconcini nel ricordo divertente e ricco di gratitudine raccontato alla Gazzetta: "L’aneddoto pi¨´ bello – aveva ricordato Marconcini - ¨¨ quello di "Ciccio" Bianchessi che spar¨¬ prima della finale del Grand Prix di Almaty 2016: lo trovai dietro ad uno stand, tutto sudato e agitato mentre cercava di annodarsi la cravatta". Come finisce quell'aneddoto lo potete trovare in questa intervista. Paolo, oltre ad essere un gigante dal cuore grande, con una capacit¨¤ rara di entrare in empatia con gli atleti che gli vengono affidati, ¨¨ una persona schietta e generosa. Con il suo approccio spontaneo riesce a trasmettere all’atleta quella tranquillit¨¤ che lo fa esprimere al meglio, intuisce ed ¨¨ capace di evitare la rotta della collisione ed ¨¨ cos¨¬ che Paolo risulta gradito a tutti, compresi i tecnici. Dopo i tanti campioni, ¨¨ quindi giusto conoscere meglio anche chi quei campioni li segue e li aiuta a brillare.
JUDO
Paolo Bianchessi, gigante dal cuore d'oro: ecco chi ¨¨ il coach amato da tutti
Da grande atleta a coach dietro all'oro olimpico di Fabio Basile a Rio 2016: alla scoperta del trentanovenne di Bergamo pi¨´ apprezzato da atleti e tecnici
Come si fa a farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto?
"Sono i casi della vita a decidere. Per me inizi¨° bruscamente nel 2015, quando Pino (Maddaloni, ndr) si scontr¨° per le limitazioni che gli vennero imposte sulla squadra per i mondiali ad Astana e, prima di andarsene, mi mise i biglietti in mano e mi disse: 'Domani parti'. Alla generazione dei 'vecchi' come Elio ed Antonio (Verde e Ciano, ndr) si stavano aggiungendo i 'nuovi' Fabio e Matteo (Basile e Marconcini, ndr), che conoscevo ancora poco e cos¨¬, per prima cosa, mi misi a cercare un equilibrio. Dovevo gestire tutti allo stesso modo. Un’infinit¨¤ gli aneddoti che potrei raccontare, ma il top ¨¨ quello di Fabio il giorno della gara a Rio 2016: salgo sul pullman per andare al palazzetto e Fabio non c’¨¨. Scendo, lo cerco, salgo in camera e lo trovo seduto in bagno sulla tazza. Io un po' sorpreso gli ricordo: 'Fabio, avresti la gara stamattina!'. La sua risposta? 'A¨° frat¨¨, sta tranquillo che oggi vinciamo'!".
Aveva ragione. E tu sei riuscito a stare tranquillo?
"Tranquillo? Ero divorato dalla tensione. Quando fai l’atleta credi che fare il coach sia una cosa semplice, ma quando arriva il momento che metti il sedere su quella sedia ¨¨ tutta un’altra cosa. Ma quel giorno Fabio era una macchina, il resto sono stati solo dettagli, anche se hanno trovato tutti una magica sintonia. Dai briefing che mi vedeva fare con Pierangelo (Toniolo, ndr) prima di ogni incontro, ai dispetti che mi faceva di continuo, piuttosto che quel suo parlare in napoletano, residuo della serie Gomorra che al tempo lo appassionava. Io gli tenevo botta e di volta in volta lo stuzzicavo: 'A¨° oggi je a famo!'. Ma anche il balletto prima di salire ¨¨ stata un’invenzione del momento".
Ed oggi, cos’¨¨ che fa Paolo Bianchessi?
"Mi sono allontanato dall’ambiente per ritornare a casa da mia madre. Sono ormai prossimo ai 40 anni e sono rimasto a Roma nel Centro Sportivo dei Carabinieri per 25: sono molto grato al mio gruppo sportivo per tutte le opportunit¨¤ che mi ha dato nel mio percorso prima da atleta e poi da coach, ma ho sentito che era arrivato il momento di chiedere il trasferimento per ritornare dalle parti di casa mia. Sono stato assegnato a Milano, ma proprio in febbraio, quando sarei dovuto partire da casa a Bergamo per presentarmi in servizio, si ¨¨ bloccato tutto. E cos¨¬ sono ancora qua, in attesa di ricominciare a lavorare, a vivere. Poi chi lo sa, magari ritorner¨° anche a fare il coach… ma sono sempre i casi della vita a decidere".
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