"Quattro anni fa una gara mi cambi¨° la vita e quell’impresa la ricorder¨° per sempre". Matteo Marconcini ricorda cos¨¬ il 14 maggio 2016 quando una splendida cavalcata conclusa con il secondo posto nel Grand Prix ad Almaty, gli permise di staccare un incredibile pass per le Olimpiadi di Rio. Come Fabio Basile ed Elios Manzi, protagonisti a sorpresa di una corsa olimpica iniziata solo pochi mesi prima per merito e conclusa con un trionfo della volont¨¤, un premio al talento ed alla perseveranza. Si sa tutto di come and¨° l’Olimpiade di Fabio Basile, meno di come Elios, che a Rio purtroppo usc¨¬ subito di scena, disput¨° un incontro assolutamente straordinario. Per Matteo invece l'avventura a Cinque Cerchi si ferm¨° ad un passo dal podio, con un quinto posto nei -81 kg. Ma il suo lungo viaggio per il Brasile inizi¨° oggi, quattro anni fa, dall'altra parte del mondo proprio ad Almaty, in Kazakistan.
JUDO
Matteo Marconcini: "Il 14 maggio fu il giorno che mi cambi¨° la vita"
Il gi¨¤ argento mondiale racconta di quel podio speciale al Grand Prix di Almaty che, quattro anni fa, gli valse la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016: "Un'impresa che ricorder¨° per sempre"
Matteo, quali sono i ricordi che riaffiorano pensando a quel 14 maggio 2016?
"Ricordi ne ho molti, ma il primo pensiero ¨¨ semplicemente la sensazione di essere in cima al mondo. Toccavo il cielo con un dito! C’¨¨ una foto di quel giorno cui sono particolarmente affezionato: sono sul podio in lacrime e sembra che stia pensando a chiss¨¤ che, in realt¨¤ il mio pensiero non era rivolto a nessuno in particolare, ma era semplicemente la gioia di aver conquistato quello per cui avevo lavorato sodo: l’Olimpiade. Ce l’avevo fatta. E le lacrime su quel podio, che potrebbero sembrare di tristezza perch¨¦ avevo perso la finale, in realt¨¤ erano di felicit¨¤ e di liberazione. Ma ce anche una seconda foto, quella nella quale sono con Roberto Zanghi, il fisioterapista che insieme ad Enrico Parlati mi sostenne molto. In quell’immagine c’¨¨ tutto: sentimento, gratitudine, soddisfazione, gioia pura. Fu proprio in quell’occasione che mi attribu¨¬ il soprannome 'Wolverine'. ".
Ora per¨° ¨¨ il momento: ci sar¨¤ pure qualche episodio curioso che non hai mai raccontato....
"L’aneddoto pi¨´ bello ¨¨ quello legato a Paolo 'Ciccio’ Bianchessi, il mio coach. Prima della finale era pi¨´ in ansia di me, non riuscivo a trovarlo ed ero gi¨¤ stato chiamato al controllo judogi. Lo cercai di corsa per tutta l’area del riscaldamento, che era gigantesca, ed alla fine lo trovai dietro ad uno stand dove stava finendo di annodarsi la cravatta tutto sudato. E allora gli gridai 'Ciccio! Ciccio!', d'altronde ero gi¨¤ stato chiamato, e lui mi rispose seccato: 'Non mi rompere i cogl***i che sono troppo in ansia!'. Matteo scoppia in una risata -. Troppo simpatico, mi aiut¨° moltissimo".
E dopo Almaty, come gi¨¤ sapete, Matteo Marconcini si present¨° a Rio pronto a confezionare un altro capolavoro: sei incontri meravigliosi, uno pi¨´ bello dell’altro. Un talento che brill¨° come nessuno, forse, se lo sarebbe aspettato.
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