Parole che danno una lezione di vita, pi¨´ che di sport. Sono quelle scritte da Ylenia Scapin, due volte bronzo olimpico di judo ad Atlanta ’96 e Sydney 2000, che ha saputo trasferire la sua positivit¨¤ disarmante e la sua grinta dal tatami alla quotidianit¨¤, anche in un momento cos¨¬ difficile come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza coronavirus. E proprio al virus dedica la sua lettera, un "porcospino virale" tremendo che porta con s¨¦ tanto dolore e che ci rinchiude in casa, gli uni lontani dagli altri. Ma in questa melodia negativa Ylenia ha trovato la nota dolce, l’unione che fa la forza, quella che, come insegna il judo, "ti fa rialzare quando cadi": basta un gruppo di campionesse, amiche che si ritrovano nonostante abitino in Paesi diversi, e una chat di gruppo dove sentirsi #distantimauniti. E allora si riesce a sorridere anche al virus. Le campionesse sono Ylenia Scapin, Jenny Gal, Giuseppina Macr¨¬, Diletta Giampiccolo, Lucia Morico, Barbara Andolina, Sonia Tognoloni e Clementina Papa una sfilza di medaglie olimpiche, mondiali ed europee che insieme amano il judo e la vita.
JUDO
La lettera di Scapin al coronavirus: "Il judo ¨¨ magia che unisce. Ci rialzeremo"
La due volte bronzo olimpico Ylenia Scapin regala testimonianza di unione e di ritrovato spirito comune nel desiderio di lottare insieme, #distantimauniti in questo periodo difficile. Ecco la lettera
LA LETTERA
¡ª"? senza ombra di dubbio un periodo unico, perch¨¦ di uguali o simili non ce ne saranno mai pi¨´. Come tutte le prime volte, ha l’esclusiva di averci suscitato emozioni, paure e domande che mai fino ad ora non ci saremmo mai sognati di porci. Un po’ come la prima gara, la prima Olimpiade, il primo infortunio, il primo oro. Se un merito lo devo riconoscere a questo "porcospino virale" ¨¨ forse quello di averci dato il tempo di riallacciare vecchi fili, far ripartire antiche connessioni, soprattutto quelle che in altri momenti hanno rappresentato attimi esclusivi, unici, autentici. La vita da agonista ¨¨ un paradosso continuo: ti sfinisci ogni giorno per migliorarti, rischi il baratro ad ogni sconfitta inseguendo una vittoria, ti isoli dalla normalit¨¤ per cercare lo straordinario. Ebbene, tutto questo io l’ho vissuto per anni, con decine di compagni e compagne di viaggio: taluni restano, altri se ne vanno, altri ancora il tempo ti permette di riscoprirli ed alcuni non li puoi proprio dimenticare. "Zotta" da una ricerca tra gli slang livornesi significa "sterco", quello che pu¨° trovarsi per strada, fastidioso da "incontrare" e potenzialmente calpestabile. E questo ¨¨ il nome dato ad una chat grazie alla quale ¨¨ ripartito tutto. E il resto ¨¨ semplicemente storia. Un gruppo nato molti anni dopo, perch¨¦ certe cose, anche se in alcune occasioni ti ha dato addirittura fastidio ripensarle, poi ti accorgi che ti mancano. "Zotta" era il nomignolo che l’immortale Vittoriano Romanacci, gi¨¤ direttore tecnico della lotta e successivamente del judo, usava per chiamare i suoi atleti: appellativo tanto discutibile quanto pregno di un valore che negli anni ¨¨ andato ben al di l¨¤ del suo significato gergale. Facile sentirsi gruppo chiamandosi gli "invincibili", ben altra cosa ¨¨ sentirsi #distantimauniti dandosi dello "sterco". Ad un virus tremendo che sta annientando la vera memoria di questo mondo sterminando coloro che custodivano ed erano i veri testimoni di un tempo pi¨´ vero, pi¨´ lento, pi¨´ a misura d’uomo, ovvero i nostri nonni, io strizzo l’occhio per averci per¨° fatto riscoprire i veri valori, per aver creato un attimo di unione speciale. In questa chat ci sono atlete sparse in giro per l’Europa e per l’Italia, ognuna mossa da una passione, da un amore, dalla curiosit¨¤, campionesse che si sono riavvicinate per un istante che sar¨¤ per sempre. Un concentrato di ricordi, una spremuta di risate ed esternazioni spontanee che non sappiamo con certezza quando ricapiter¨¤, ma che siamo felici sia accaduto. Il filo conduttore ¨¨ sempre lo stesso, la vita. Ci siamo volute bene, non ci siamo sopportate, ci siamo "picchiate" di santa ragione sui tatami del mondo, ma ci siamo sempre rispettate. E lo stesso vale per chi non compare nella chat e in questo album fotografico particolare, ma che sa di appartenere ai nostri ricordi, che ci manca, e che ci saremmo forse sorprese se invece ci fosse stata. Mai hashtag fu pi¨´ azzeccato, #distatimauniti: non salveremo il mondo, non faremo scomparire l’epidemia, ma voglio solo regalare a tutti una testimonianza vera e autentica di un ritrovarsi e di un unione speciale, con la speranza di riuscire a farvi credere che la magia esiste e noi questa scintilla la chiamiamo amore, la chiamiamo JUDO".
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