Un bronzo mondiale, due argenti europei, 10 titoli italiani e ora anche una laurea in Psicologia. Laura Pasqua ¨¨ una campionessa a tutto tondo che ha saputo conciliare sport e studio nel migliore dei modi, vincendo anche la sua ultima sfida con un oro che vale 110 e lode.
KARATE
Pasqua, una campionessa da 110 e lode: "Il mental coaching mi ha cambiato la vita"
L'azzurra ha conseguito la laurea in Psicologia e guarda al futuro: "Desidero aiutare i giovani atleti a costruire la mentalit¨¤ giusta per essere campioni". E i Giochi di Tokyo? "Sempre nel mirino"
Siciliana doc, 33 anni e idee chiare: "Sto gi¨¤ facendo esperienza nel campo della psicologia sportiva. Il mio obiettivo ¨¨ quello di poter aiutare la nuova generazione, scardinando il tab¨´ del mental coaching". E proprio l’incontro con la mental coach Nicoletta Romanazzi ¨¨ stato il punto di svolta della sua carriera sportiva e della sua visione di vita che ha portato l’azzurra del Centro Sportivo Carabinieri a sfiorare il bronzo agli ultimi Mondiali di Madrid 2018 e a puntare dritta verso le Olimpiadi di Tokyo 2020 (o meglio 2021). La qualificazione ¨¨ ancora in gioco, ma Laura Pasqua ¨¨ pi¨´ determinata che mai.
Una campionessa da 110 e lode! Complimenti!
"Grazie! Pensa che a causa dell’emergenza coronavirus non ho potuto tenere la discussione di laurea, nemmeno via Skype perch¨¦ quel giorno eravamo troppi e quindi ci siamo collegati con i docenti solo per la valutazione finale. Ci tenevo molto, ma sono comunque felice e soddisfatta".
Come una gara conclusa con una bella vittoria, quando hai deciso di cimentarti in questo percorso di studi?
"A 19 anni mi sono iscritta a Psicologia all’Universit¨¤ degli Studi di Padova, al secondo anno sono entrata a fare parte del gruppo sportivo della Forestale, continuare in quel momento mi era difficile e cos¨¬ lasciai. Quattro anni fa mi sono iscritta all’Universit¨¤ degli studi Guglielmo Marconi di Roma per terminare la triennale e poi ho chiuso la magistrale con la tesi intitolata 'Neuroscienze applicate agli sport da combattimento: lo stato di flow' ".
? stato difficile conciliare studio e agonismo ad alti livelli?
"All’inizio si, infatti mollai. Il mio ritorno agli studi lo devo molto ad Alessia Regis, campionessa azzurra di judo: lei si ¨¨ laureata in Giurisprudenza e quando la guardavo studiare tra un allenamento e l’altro non mi capacitavo di come ci riuscisse. Mi ha insegnato che basta la buona volont¨¤, un passo alla volta, due ore al giorno sui libri e aveva ragione. Come atleta tra gare e allenamenti avrei rischiato di saltare sessioni intere, sicuramente l’Universit¨¤ online ¨¨ stata la condizione migliore. Una volta trovata la routine giusta, ho amato studiare e una volta finito mi sono accorta che mi mancava pure, ecco perch¨¦ non mi voglio pi¨´ fermare: a gennaio inizier¨° un Master a Torino con Giuseppe Vercelli, psicologo del Coni e responsabile dell’Area psicologica della Juventus".
L’idea quindi ¨¨ quella di lavorare nel campo della psicologia sportiva.
"Sto gi¨¤ collaborando con Nicoletta Romanazzi, che ¨¨ la mia mental coach e di molti altri grandi sportivi. In questo periodo di quarantena mi sta formando. L’ho conosciuta alla fine del 2014 e ha cambiato completamente la mia visione e l’approccio alle gare: ho imparato a fare le cose per il piacere di farle, ho imparato a studiare per amore della conoscenza, ho imparato ad allenarmi per amore del karate. Anche le gare ora le vivo in un modo diverso, prima ero molto pi¨´ schiava del risultato, schiava del dover vincere a tutti i costi, me ne facevo quasi una malattia, ora ho capito che conta fare le cose al meglio delle mie potenzialit¨¤, per il piacere di farlo. Ed ¨¨ diventato improvvisamente tutto pi¨´ semplice: negli allenamenti cos¨¬ come nello studio facevo molta meno fatica e i risultati sono arrivati".
Ora che me lo racconti, mi viene da pensare ai Mondiali di Madrid 2018: quando conquistasti la finale per il bronzo ti dissi che il tuo era stato un bellissimo ritorno, proprio perch¨¦ su quei tatami si era rivista la Laura grintosa e spensierata che mancava da un po’. C’entra qualcosa il percorso con Romanazzi con quella gara?
"Ci hai preso. L¨¬ ¨¨ stato proprio il momento in cui ho iniziato a vedere i frutti del lavoro che avevo fatto con la mia mental coach. Una gara dove per soli 10 secondi non mi sono ritrovata a disputare una finale per il titolo mondiale. La testa che avevo, il divertimento che ho provato in tutti gli incontri, anche quelli contro le avversarie pi¨´ difficili, ¨¨ l¨¬ che ¨¨ cambiato il mio approccio, lo stesso che da allora continuo a portare avanti. Anche se le cose possono andare storte, so che quella ¨¨ la mentalit¨¤ giusta e vincente che mi porter¨¤ a fare ancora grandi cose".
Nel 2020 il mental coaching viene visto ancora come un tab¨´, quando invece molti grandi atleti si affidano a figure del campo psicologico.
"C'¨¨ ancora un po' di lavoro da fare a livello culturale. Il mio desiderio ¨¨ che la nuova generazione non debba affrontare la fatica che abbiamo incontrato noi nell’approcciarci all’allenamento mentale. Noi ci siamo ritrovati a scardinare dei vecchi retaggi culturali che vedevano nel mental coach una figura farlocca, quando invece ¨¨ fondamentale. I giovani oggi possono superare paure e debolezze scoprendo che sono le stesse che abbiamo provato noi, capendo come le abbiamo gestite, insomma vorrei che il nostro esempio possa essere d’aiuto".
E allora eccoti la domanda decisiva: cosa vuoi fare da grande?
"Proprio questo. Terminata la corsa alle Olimpiadi, mi dedicher¨° totalmente alla preparazione per lavorare come psicologo sportivo e dare il mio aiuto a chi ne avr¨¤ bisogno. Con Nicoletta sto gi¨¤ facendo esperienza e il mio futuro lo vedo vicino a lei, collaborando a molti progetti, ma lo vedo anche nella Fijlkam, perch¨¦ no? La federazione ¨¨ l’ambiente in cui sono cresciuta e se potr¨° dare il mio contributo ne sar¨° felice".
Nel frattempo per¨° c’¨¨ ancora in ballo anche il sogno di partecipare a Tokyo 2020?
"? il mio primo pensiero la mattina e l’ultimo la sera".
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