L’appuntamento ¨¨ a New York, il 29 e 30 novembre, quando verranno festeggiati i quarant'anni dalla disputa del primo campionato del mondo di judo riservato alle donne. Sede e data, ovviamente, non sono casuali in quanto lo storico evento si disput¨° nel Madison Square Garden a New York il 29 e 30 novembre del 1980.
L'iniziativa
Judo: 40 anni dopo il primo mondiale femminile, il grande evento!
E' grande l'attesa per lo storico evento, che nel 1980 si disput¨° proprio nel Madison Square Garden a New York il 29 e 30 novembre. L'organizzazione metter¨¤ in contatto le protagoniste dell'epoca. Ormai si tratta di un passaparola contagioso che ha gi¨¤ scatenato ricerche e recupero di reperti e testimonianze di ogni tipo
L'IDEA
¡ªAd organizzare l’evento, che metter¨¤ in contatto le protagoniste di allora ripescate in ogni angolo del pianeta, ¨¨ la federazione internazionale judo con la friulana Elisabetta Fratini (IJF senior) in collaborazione con la federazione statunitense ed un passaparola contagioso che ha gi¨¤ scatenato, ricerche e recupero di immagini, reperti, testimonianze, adesioni, aneddoti. “A quell’appuntamento del 1980 – dice Laura Di Toma, oggi Team Manager delle squadre nazionali – il movimento del judo femminile azzurro si fece trovare pronto grazie all’importante lavoro ed all’impegno di grandi persone quali Franco Natoli, Maria Bellone, Alfredo Monti e tutti quelli e quelle che hanno creduto in noi, che ci hanno accompagnato, allenato e sostenuto. Comprese le nostre famiglie”.
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IL MEDAGLIERE
¡ªA quel primo mondiale femminile infatti, l’Italia che era rappresentata anche con l’arbitro olimpico Pio Gaddi, ottenne un risultato eccellente con la medaglia d’oro della veneziana Margherita De Cal nei +72 kg, le medaglie d’argento di Anna De Novellis, napoletana seconda nei 48 kg vinti da Janet Bridge, inglese ed attuale vicepresidente dell’European Judo Union e della stessa Laura Di Toma, friulana di Osoppo, cui il terremoto del 1976 rase al suolo la casa di famiglia, ma non rallent¨° le sue affermazioni internazionali. Delle dieci medaglie ai campionati d’Europa che Laura Di Toma ha messo al collo, una delle quattro d’oro la vinse proprio in quell’amaro 1976, pochi mesi dopo il sisma. Donne eccezionali davvero, quelle che presero parte al quel primo mondiale femminile, cos¨¬ come Cristina Fiorentini, che si classific¨° al quinto posto nei 72 kg, Nadia Amerighi, che arriv¨° agli ottavi nei 66 kg, Patrizia Montaguti nei 52 kg e Maria Vittoria Fontana nei 56 kg, che portarono l’Italia guidata da Maria Bellone e Alfredo Monti al terzo posto del medagliere per nazioni. Vinse l’Austria, che centr¨° tre primi posti, davanti alla Francia che collezion¨° pi¨´ medaglie di tutti (8 con 1 oro, 3 argento, 4 bronzo) e soltanto ottavo il Giappone, che dovette accontentarsi del secondo posto di Kaori Yamaguchi, poi diventata professore associato all’Universit¨¤ di Tsukuba, oltre ad un personaggio molto popolare dei fumetti ‘manga’ e di un film animato.
LA LEGGENDA
¡ªMa la figura pi¨´ straordinaria di questa storia incredibile ¨¨ Rena Glickman. La sua passione, ostinazione, perseveranza, portarono il judo femminile a quel primo mondiale a New York, arrivando addirittura ad ipotecare la casa in cui viveva per finanziarlo. Nata il 30 luglio 1935, Rena Glickman crebbe nei pressi di Coney Island e scelse il soprannome Rusty per la sua amicizia con il cane randagio locale che portava quel nome. Nei primi anni 60 and¨° a studiare in Giappone nel Kodokan Judo Institute dove conobbe Ryohei Kanakogi, che poi spos¨°. ?Diede anche a me una spinta straordinaria - ha detto Billie Jean King, leggendaria tennista e amica della Kanokogi fin dal 1970 - avrebbe potuto convincere la gente a fare qualsiasi cosa?. Dopo il Mondiale a New York, Kanokogi si impegn¨° per l’inserimento del judo femminile nel programma olimpico, riuscendoci nel 1984 a Los Angeles come sport dimostrativo e poi, a pieno titolo ai Giochi di Seul nel 1988, cui Rusty partecip¨° come allenatore degli Stati Uniti. Nonostante le grandi conquiste per le donne nello sport, Kanokogi ha sempre respinto l'etichetta di femminista e spieg¨° cos¨¬ la sua passione: “Tutto ci¨° che ho fatto, l’ho fatto per amore, che fossi donna oppure uomo non importava, io volevo solo continuare a studiare la mia disciplina”. Rusty Kanakogi dovette arrendersi ad un brutto male nel 2009, ma per chi avesse l’occasione di andare a New York, all’angolo fra la Surf Avenue di Coney Island e la 17esima West Street, alzando gli occhi potr¨¤ leggere la nuova denominazione della via “Rena ‘Rusty’ Kanakogi Street”. A dedicargliela ¨¨ stata la citt¨¤ di New York, il 27 ottobre 2019. Un giorno prima del World Judo Day. Ed il quarantesimo anniversario di quel primo mondiale femminile a New York vuole essere un tributo a Rusty, per il quale anche in questo caso l’Italia si fa trovare pronta. Infatti, 10 agosto scorso, in occasione del 70esimo compleanno di Margherita De Cal, tutta la squadra si ¨¨ ritrovata ad Andreis, in Friuli assieme ad Elisabetta Fratini, Maria Grazia Perrucci ed in collegamento video con Jean Kanakogi, figlia di Rusty e Janet Bridge, mettendo le basi per realizzare cos¨¬ un altro grande evento mondiale.
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