Basti dire che uno, da ragazzo, aveva il poster dell’altro appeso nella sua camera. E’ sufficiente questo a capire quanto Marco Olmo (l’uomo del poster) e Stefano Gregoretti (il fan), protagonisti sabato 12 ottobre alle 12.30 dell’evento “Corse tra ghiacci e deserti”, siano legati a doppio filo da una passione – estrema – per la corsa. Ma non la corsa normale: solo sulle lunghissime distanze, fino a mille chilometri e mai in condizioni climatiche comuni, quindi deserti o ghiacciai soprattutto, e temperature da-20 e fino a 50 gradi.
L'INCONTRO
Al Festival dello Sport Olmo e Gregoretti, quando la sfida si fa estrema
I due ultrarunner si racconteranno a Trento nell’appuntamento “Corse tra ghiacci e deserti”
Il maestro
¡ªUno, il cuneese Olmo, senatore dei nostri ultrarunner (alla vigilia del Festival compir¨¤ 71 anni), ¨¨ stato capace, grazie a moltissima tenacia e a pochissime autocelebrazioni, di vincere in gare tremende come l’ l’Ultra Trail du Mont Blanc (due volte: 2006 e 2007), la Desert Cup (4) e la Desert Marathon (3) oppure di mettersi alla prova in sfide altrettanto inumane come la Marathon des Sables (conclusa 22 volte con due terzi posti nel ’96 e nel ‘99) o la Badwater, sfida no limits in cui bisognava percorrere 217 km affrontando il caldo torrido del deserto californiano alle prese con la Valle della Morte e i suoi 50 gradi di temperatura. Tutte imprese, come peraltro quelle realizzate nelle ultramaratone di mezzo mondo (Libia, Oman, Namibia, Islanda, Messico, Bolivia, Algeria, Mozambico…) raccontate da Olmo in tre libri diventati nel loro piccolo dei bestseller.
L’allievo
¡ªGregoretti ¨¨ invece un 44enne agronomo romagnolo di Riccione. L’Ironman ha segnato i suoi primi passi nelle gare estreme, ma si ¨¨ scoperto successivamente ultrarunner estremo all’insegna del “niente ¨¨ impossibile”. E’ stato cos¨¬ nel 2014, quando corse per 150 km tra i ghiacci del Canada artico in sole 47 ore trainando una slitta di 40 kg con punte di 50 gradi sottozero. Ma lo stesso discorso pu¨° valere per l’impresa realizzata nel 2015, quando i chilometri furono mille in 20 giorni e il proscenio sono stati il deserto della Patagonia, la dell’Atlantico sino all’Oceano Pacifico e le Ande.
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