Binaghi, Volandri e il momento d'oro del tennis azzurro: "Vogliamo la Davis"
La tempesta perfetta. Cos¨¬ il presidente federale Angelo Binaghi definisce il momento magico del tennis italiano, sublimato non soltanto dai grandi risultati dei nostri giocatori, ma anche dai successi organizzativi culminati nell’organizzazione del Masters di fine anno a Torino per cinque anni: e infatti la tavola rotonda si intitola “Le Finals azzurre. Il boom del tennis italiano”, legando i due aspetti che hanno portato il nostro movimento ai vertici mondiali. Secondo Binaghi, si tratta adesso di poter gestire questo uragano: “I nostri circoli devono affrontare richieste di tesseramento con numeri moltiplicati rispetto al solito, ma ho molta fiducia nei nostri dirigenti sul territorio e nelle nostre capacit¨¤ di gestione. Intanto accogliamo con soddisfazione l’upgrade quasi certo degli Internazionali (che dal 2023 dovrebbero allungarsi a 10 giorni, ndr), la possibilit¨¤ di aumentare la capienza per le Finals con la speranza di arrivare al 100% e l’idea di continuare ad ospitare un girone di Davis anche nei prossimi anni, magari con rotazione delle sedi”.
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¡ªOvviamente l’immagine e la spinta di un movimento si misurano soprattutto sulle vittorie e il 2021 azzurro, peraltro non ancora concluso, ha portato in dote fin qui sei tornei e la storica finale di Wimbledon di Berrettini, nonch¨¦ la possibilit¨¤ di qualificare due giocatori (Matteo ¨¨ quasi sicuro, Sinner ¨¨ in corsa) alle Finals. Insomma, il nuovo capitano di Davis Filippo Volandri avr¨¤ problemi di scelta: “Ma sono i problemi pi¨´ belli. Il salto di qualit¨¤ del tennis italiano ¨¨ certificato dal fatto che oramai i nostri giocatori affrontano ogni torneo da favoriti e sanno gestire una pressione del genere. Io ovviamente sto lavorando per creare un gruppo solido, anche se la formula non ci favorisce. Ma ci faremo trovare pronti”. Il presidente Binaghi lo incalza, seppur con il sorriso: “Vogliamo vincere la Davis: se non subito, a breve”. Paolo Lorenzi, da poco ritirato e in procinto di entrare nello staff della Nazionale ricorda gli altri protagonisti: “Fino a dieci anni fa, Sonego e Musetti sarebbero stati il faro del movimento, adesso li definiamo gli altri giocatori. Entrambi hanno grandi margini di miglioramento, significa che per molto tempo possiamo dormire sonni tranquilli”.
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