l¡¯impresa
Lupo, da Firenze a Belgrado con Djokovic per regalare una nuova scuola ai bambini serbi
Mediamente nominiamo i lupi molto pi¨´ spesso di quanto immaginiamo. Vuoi per raccontare metafore su branchi e capobranchi, vuoi per augurare a qualcuno buona fortuna. In questo caso Lupo ¨¨ un uomo di 45 anni che, a un certo punto del suo percorso, ha deciso che bisognava restituire alla vita qualcosa per tutto quello che gli aveva dato. Anche perch¨¦ non aveva senso recriminare per quello che gli aveva tolto. Lupo, in realt¨¤, si chiama Wolfango Poggi e il suo modo di convivere con le proprie paure ¨¨ cambiato radicalmente quando la sorella si ¨¨ ammalata di sclerosi multipla. ¡°Vederla affrontare piccole grandi sfide con fatica, ma allo stesso tempo con inesauribile forza d¡¯animo, mi ha spinto a trovare dentro di me la forza per vincere una delle mie paure: l¡¯acqua alta¡±. Come? Con una gara di triathlon. ? cominciata cos¨¬, con questa sfida a se stesso, una lunga avventura che ha portato Lupo in bicicletta da Firenze a Belgrado per raccogliere fondi da destinare alla Fondazione Novak Djokovic per l¡¯ampliamento di un asilo in un villaggio a un centinaio di chilometri da Belgrado. Pedalata che gli ¨¨ valsa il Garmin Beat Yesterday Award 2021 , il riconoscimento che l¡¯azienda americana conferisce a sportivi amatori che si siano resi protagonisti di una particolare impresa sportiva.
IN DEBITO CON LA VITA
¡ª ?¡°Tutto ¨¨ cominciato nel 2006 quando su Sportweek ho letto la storia di Danny Ferrone, un ragazzo italo-australiano malato di fibrosi cistica che aveva portato a termine un ironman¡±. L¡¯ha incontrato nel 2009 a Milano, l¡¯ha invitato a casa e gli ha proposto di insegnargli l¡¯italiano nella sua scuola per stranieri. ¡°Questa ¨¨ stata la scintilla che, assieme alla malattia di mia sorella, ha acceso in me il desiderio di mettermi in gioco in un triathlon prima, per raccogliere fondi per l¡¯ospedale pediatrico Meyer di Firenze, in un mezzo ironman per l¡¯Associazione italiana sclerosi multipla e infine un ironman per l¡¯Istituto oncologico romagnolo poco dopo che un cancro aveva portato via la testimone di nozze di mia moglie¡±. E visto che per i bambini ha sempre avuto un debole, durante il lockdown ha pensato di dare un contributo alla fondazione Djokovic per realizzare il sogno di tanti bambini, oltre che dedicare l¡¯impresa a un Paese che lui definisce ¡°la sua seconda casa¡± e che lo ha accolto per diversi anni (la moglie Sanda ¨¨ serba e lui ha anche imparato la lingua). ¡°? un popolo che ammiro tanto anche per la profonda cultura sportiva. Loro celebrano qualsiasi impresa, dai successi di Djokovic (uno degli sportivi pi¨´ celebri e vincenti del Paese) a quelli dello sport meno diffuso¡±. A quel punto ha scritto una lettera alla Fondazione e ha fatto partire ufficialmente la raccolta fondi.
PER I BAMBINI SERBI
¡ª ?¡°Alla fine del viaggio, portato a termine anche grazie al prezioso sostegno di mio fratello Nicola e mio cugino Niccol¨° (oltre che di Gaetano Di Stefano della Performance Builder, Luca Zaina della Rolling Dreamers e il mio team Firenze Triathlon) la somma raccolta ¨¨ stata pi¨´ del doppio di quanto avevo preventivato¡±. Lupo ha donato quasi 11mila euro, ai quali poi la fondazione ne ha aggiunti altri 50mila. E, a giudicare dall¡¯accoglienza che i bambini gli hanno riservato all¡¯arrivo (nel giorno del compleanno di Djokovic), l¡¯impresa ¨¨ stata pi¨´ che apprezzata. ¡°Ogni tappa del viaggio ¨¨ stata bella, perch¨¦ dovunque sono stato accolto con grande affetto, ma il momento in cui sono arrivato nella scuola e ho incontrato i bambini, mi si ¨¨ aperto il cuore¡±. Il loro sorriso e genuino entusiasmo, d¡¯altronde, vale pi¨´ di qualsiasi parola e Lupo lo ha sentito sulla pelle.
L¡¯INCONTRO
¡ª ?¡°Quando sono arrivato a scuola, ho bussato alla porta di una classe e sono entrato con la bici, ho visto le facce di tutti quei bambini e in quel preciso istante ho rimosso tutta la fatica che avevo fatto per arrivare fin l¨¬. Sono stato ore a giocare. Le maestre avevano raccontato loro la mia storia e mi hanno fatto tante domande, oltre a regalarmi un bellissimo disegno che mi ha riempito il cuore di gioia¡±. Gioia talmente grande da indurre Lupo a tornare (questa volta a sorpresa) anche il giorno successivo: ¡°Qualcuno aveva le magliette che avevo regalato loro, c¡¯era chi ci aveva anche dormito e Marco, uno dei bambini, mi ha raccontato di aver vissuto quell¡¯incontro come uno stimolo per imparare ad andare in bicicletta senza rotelle. Ora sogna di correre una maratona¡±. E guai a impedire a un bambino di sognare¡
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