Dagli amici alla colonna sonora da scegliere: ecco come correre e divertirsi
Il concetto di ¡°divertimento¡± dovrebbe essere gi¨¤ insito in quello di ¡°corsa¡±, sia nel caso sia interpretata come un allenamento in vista di una gara, sia nel caso si tratti solo della classica ¡°corsetta solo per il piacere di farla¡±, senza particolari velleit¨¤ di tempi e risultati. La routine, per¨°, ¨¨ sempre nemica del divertimento complice della pigrizia. Comunque si interpreti la corsa, dunque, ¨¨ sempre possibile renderla un po¡¯ pi¨´ divertente. Ecco allora cinque consigli (pi¨´ uno bonus) per non annoiarsi mai e quelli di coach Giorgio Rondelli rivolti ai runner di livello. ? Rondelli: "Certo sarebbe bello ed auspicabile se ogni allenamento fosse sempre divertente. In realt¨¤, soprattutto se l'obiettivo ¨¨ arrivare molto preparati ad una gara, l'eventuale "divertimento" ¨¨ soprattutto legato ai risultati positivi dell'allenamento stesso. La noia certamente esiste per¨° per necessit¨¤ non pu¨° essere una sensazione primaria per gli atleti di medio ed alto livello".? ? ??
IL MOMENTO E LA COLONNA SONORI GIUSTI
¡ª ?Il primo passo ¨¨ scegliere gli orari giusti per uscire (c¡¯¨¨ chi si sente pi¨´ a proprio agio al mattino e chi al pomeriggio o alla sera) e magari anche una bella playlist o qualche podcast interessante da ascoltare. Chi corre sa che l¡¯uscita ¨¨ anche un modo per raccogliere i pensieri, stare con se stessi? e, magari, ascoltare qualcosa di nuovo o interessante. Che siano brani che danno la carica, nuovi dischi da scoprire o puntate in sospeso del proprio podcast preferito, poco importa. L¡¯importante ¨¨ mettere le scarpette e vincere la resistenza iniziale. Fatto ci¨°, il resto verr¨¤ automaticamente da s¨¦. Rondelli: "La musica ¨¨ certamente un buon compagno di viaggio soprattutto nelle lunghe uscite di fondo lento. Mentre quando le velocit¨¤ si alzano ¨¨ meglio farne a meno per mettere l'atleta nelle stesse condizioni di gara".? ? ??
GLI AMICI
¡ª ?Correre in compagnia ¨¨ quasi sempre l¡¯antidoto alla noia. Innanzitutto perch¨¦ avere un impegno con altre persone rende pi¨´ difficile ¡°balzare¡± l¡¯allenamento, anche per rispetto nei confronti degli altri. E poi perch¨¦ lo spirito di competizione all¡¯interno del gruppo contribuisce a tenere a bada la vocina della pigrizia che, nei giorni pi¨´ difficili, si fa sentire con pi¨´ insistenza. Il gruppo e le chiacchierate durante la corsa, poi, rendono ogni allenamento inevitabilmente diverso dal precedente. Cosa chiedere di pi¨´? ? Rondelli: "Gli allenamenti di gruppo sono un'ottima opzione anche per gli atleti elite quando devono affrontare gli allenamenti pi¨´ impegnativi in modo da aiutarsi a vicenda nel mantenere i ritmi previsti per l'allenamento di giornata. Un errore assolutamente da non fare ¨¨ per¨° quello di inserire nello stesso gruppo di lavoro atleti di potenzialit¨¤ diverse per non mettere in serie difficolt¨¤ quelli meno bravi".? ? ??
CAMBIARE STRADA
¡ª ?Gli ¡°abitudinari di professione¡± non saranno d¡¯accordo, ma variare percorso ¨¨ una delle chiavi per rendere l¡¯allenamento o la corsetta sempre diversi dai precedenti. Provare un nuovo parco o una strada che non si conosce o anche percorrere al contrario il solito percorso sono modi per dare un tocco di novit¨¤ all¡¯allenamento. A maggior ragione quando, per lavoro o per piacere, si visita una nuova citt¨¤: quale occasione migliore per conoscere il posto se non una bella corsetta? In questi casi, per¨°, meglio preparare prima un? tracciato di massima, per evitare di perdersi o non riuscire a tarare al meglio la distanza da percorrere. Rondelli: "Poter variare i percorsi ed i luoghi di allenamento ¨¨ sempre un'opzione gradevole per ogni corridore. L'importante ¨¨ per¨° poter correre su di un percorso misurato con attenzione in modo da poter controllare sia durante l'allenamento che al termine, le distanze percorse e le relative medie al chilometro".? ? ??
VALIDE ALTERNATIVE
¡ª ?E se proprio quel giorno non si ha voglia di correre? Potrebbe anche non essere un dramma, ma un¡¯opportunit¨¤. Quel giorno potrebbe essere l¡¯occasione giusta per saltare in sella a una bici e fare una bella pedalata. Oppure anche per lasciare la macchina in garage e andare a lavorare a piedi, sempre che le distanze lo permettano. A volte anche una camminata veloce o un giro in bici possono rappresentare una pi¨´ che valida alternativa alla corsa. E possono spezzare quella routine che, alla lunga, riduce la voglia di uscire ad allenarsi. Rondelli: "E se proprio quel giorno non si ha voglia di correre? Potrebbe anche non essere un dramma, ma un¡¯opportunit¨¤. Quel giorno potrebbe essere l¡¯occasione giusta per saltare in sella a una bici e fare una bella pedalata. Oppure anche per lasciare la macchina in garage e andare a lavorare a piedi, sempre che le distanze lo permettano. A volte anche una camminata veloce o un giro in bici possono rappresentare una pi¨´ che valida alternativa alla corsa. E possono spezzare quella routine che, alla lunga, riduce la voglia di uscire ad allenarsi".? ? ?
SUA MAEST¨¤, IL FARTLEK
¡ª ?Fatto un discorso pi¨´ generico, il trucco per eccellenza per non annoiarsi mai ¨¨ variare l¡¯allenamento. E se le ¡°ripetute¡± sono viste spesso come qualcosa di noioso, ecco il fartlek. Il termine deriva dallo svedese (¡°fart¡± significa ¡°velocit¨¤¡±, ¡°lek¡± vuol dire ¡°giocare a¡±) e introduce proprio il valore del gioco nella corsa, riportandola alla sua essenza primordiale. Tradotto nel linguaggio dell¡¯allenamento fartlek vuol dire variare spesso la velocit¨¤ durante la corsa.? Variazioni che possono essere predeterminate (per esempio circuiti da 1¡¯ veloce e 1¡¯ lento, poi 2¡¯ veloce e 2¡¯ lento, poi 3¡¯ veloce e 3¡¯ lento, poi al contrario 2¡¯ veloce e 2¡¯ lento e cos¨¬ via in crescendo e decrescendo), ma anche casuali, prendendo una serie di riferimenti sul percorso (un palo, una macchina, un negozio, ecc.) e alternando fasi di corsa pi¨´ veloce a fasi di corsa lenta. ? Rondelli: "Il fartlek primigenio di origine svedese ¨¨ stato oramai stato superato dal fartlek di tipo americano con tempi di recupero e velocit¨¤, sia della parte meno rapida che di quella pi¨´ veloce, dettati direttamente dall'allenatore. Il moderno fartlek di matrice keniota prevede invece lunghe serie (da 25 a 30 ripetizioni) di variazioni molto veloci, quasi sempre di 1 minuto, con lo stesso tempo di recupero. Per¨° effettuato molto lentamente rispetto al tempo di recupero del fartlek di tipo americano".? ? ??
BONUS: IN SALITA
¡ª ?Ultimo consiglio, che porta a sovrapporre il termine ¡°divertimento¡± con ¡°fatica¡±, ma anche ¡°beneficio¡±, ¨¨ variare il terreno (dall¡¯asfalto allo sterrato), ma soprattutto inserire brevi salite nel percorso, da affrontare dopo un riscaldamento di almeno 10-15 minuti. Le salite trasformano inevitabilmente l¡¯allenamento in una sfida da superare, ma sono fondamentali sia per questioni di forza, sia per ¡°insegnare¡± al cuore ad abbassare la frequenza cardiaca durante i successivi allenamenti e le gare. Un doppio beneficio che ripaga senz¡¯altro la fatica fatta per ottenerlo. Rondelli: "Gli allenamenti su circuiti collinari, anche effettuati alla velocit¨¤ del fondo medio e le salite corte sono due sedute molto importanti nei piani di allenamento di ogni atleta di buon livello.? Sia a livello cardiaco, sia a livello muscolare. Sia per migliorare la meccanica di corsa di ogni singolo atleta. In qualche caso sfruttando anche i relativi tratti in discesa".
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