Continua ad aggravarsi la conta delle vittime causate dal sisma e non si fermano le polemiche sui ritardi negli aiuti in Siria
A pi¨´ di una settimana dal violento terremoto che ha colpito Siria e Turchia, il bilancio delle vittime si fa sempre pi¨´ grave: almeno 34mila le vittime del sisma tra i due paesi. I dati ufficiali diffusi nella tarda serata di ieri parlano di 29.605 morti in Turchia ai quali si aggiungo le 4.574 vittime registrate in Siria tra l'area controllata dal governo e quella occupata dalle forze dell'opposizione.?
Ora dopo ora, a tenere alte le speranze di riuscire a trovare ancora qualcuno in vita i salvataggi miracolosi che si continuano a registrare. Nella notte un uomo ¨¨ stato estratto vivo dalle macerie ad Antakya, in Turchia, dopo esser rimasto intrappolato per 167 ore. I soccorritori hanno sentito dei rumori e sono entrati subito in azione.?
In queste ore ¨¨ arrivata la notizia di un altro salvataggio da record: una donna rimasta bloccata tra le macerie di una palazzina nella provincia turca di Hatay ¨¨ stata salvata dai soccorritori a 175 ore dal violento sisma.?
Alle storie che ridanno speranza, per¨°, si affiancano le polemiche legate agli aiuti che, soprattutto in Siria, hanno tardato ad arrivare. Ieri l'ONU aveva ammesso le proprie colpe, attribuendo i ritardi, almeno in parte, alla mancanza di accessi sicuri verso le aree colpite dal sisma in Siria, in modo particolare nei territori controllati dall'opposizione. Oggi, dopo la richiesta ufficiale di aprire nuovi varchi per il passaggio degli aiuti umanitari, dal governo siriano ¨¨ arrivato un altro no.?
Linda Thomas-Greenfield, rappresentante permanente per gli Stati Uniti d'America alle Nazioni Unite, ha lanciato un appello affinch¨¦ l'ONU approvi una risoluzione per fissare almeno altri due punti di accesso verso la Siria: "Le persone colpite nell'area contano su di noi. Non possiamo deluderle. Abbiamo il potere di agire e dobbiamo farlo con urgenza".?
L'Unione Europa, intanto, ha confermato al presidente turco Tayyip Erdo?an l'invio di nuovi aiuti verso il paese, tra tende, coperte e stufe per tenere al caldo le migliaia di sfollati.
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