La prima osservazione scientifica risale al 1926 (solo 5 anni dopo la scoperta dell'insulina), anno in cui Lawrence, medico inglese e diabetico, pubblic¨° sul British Medical Journal un articolo in cui dimostrava su s¨¦ stesso che una iniezione di 10 unit¨¤ di insulina pronta produceva un abbassamento glicemico molto maggiore e pi¨´ rapido se era seguita da un esercizio fisico piuttosto che se si restava a riposo.
Dal 1926 ad oggi la ricerca ha fatto molti passi in avanti ed oggi sia l'American Cancer Society, sia l'American College of Sport Medicine, sia il National Comprehensive Cancer Network Guidelines for Survivorship forniscono ai medici le indicazioni sugli esercizi da introdurre nei piani terapeutici.
Trenta minuti di esercizio al giorno aumentano le probabilit¨¤ di sopravvivere e riducono il rischio di ricaduta, migliorando la risposta alle terapie e ne leniscono gli effetti collaterali, perch¨¦ anche durante la terapia restare attivi ha lo stesso effetto di un farmaco. Va certamente sottolineato che l'attivit¨¤ fisica non pu¨° in alcun modo sostituire le terapie, ma oggi i medici che prescrivono un trattamento non dovrebbero tralasciare di dire che l'esercizio fisico gioca un grande ruolo: sono due aspetti della cura.Gli studi pi¨´ recenti ed i ricercatori di tutto il mondo in maniera univoca spiegano che l¡¯attivit¨¤ fisica costante riduce la tossicit¨¤ della chemio. Il movimento svolto durante la chemioterapia riduce la tossicit¨¤ e l¡¯incidenza degli effetti collaterali che il trattamento comporta. Questi effetti consentono una maggiore aderenza al piano di trattamento e ci¨° si traduce in un vantaggio sul controllo della malattia, come testimonia uno studio olandese del Netherlands Cancer Institute, pubblicato nel 2015 sulla rivista Journal of Clinical Oncology. (Concomitant low-dose doxorubicin treatment and exercise).(Continua nella prossima scheda)
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