Junk food, patatine fritte, merendine e altri cibi tabù: ecco quando e come mangiarli

Patatine fritte, merendine, dolcetti: tutte cose buonissime, ma tabù per chi vuole fare una dieta equilibrata. Si può fare un’eccezione? ? possibile lasciarsi andare ogni tanto? A queste domande ha risposto il dottor Riccardo Roveda, biologo nutrizionista: “Quando si parla di junk food, cioè cibi spazzatura, parliamo di cibi con pochissimo potere saziante, sbilanciati dal punto di vista nutrizionale, spesso ricchi di grassi saturi, zuccheri o sale. Abbiamo quindi tante calorie e pochi nutrienti”.

Junk food

“Non c’è una frequenza corretta di assunzione. O meglio, la frequenza corretta sarebbe 'zero',?bisognerebbe evitarli sempre. Restando un po’ più pratici, si può fare qualche strappo alla regola relegandoli a situazioni di piacere o convivialità. Pensiamo alle patatine, le possiamo consumare all’aperitivo una volta a settimana: una porzione non esagerata può essere di 25 grammi”, spiega il dottor Roveda.

dipendenza

Quando si parla di determinati alimenti, il rischio è che si attivi una?sorta di ‘dipendenza’ per via delle loro caratteristiche: “Per la loro consistenza, proprio a livello sensoriale, e anche per il loro essere poco sazianti, sono cibi appositamente pensati per ‘l’uno tira l’altro’, quindi si rischia un eccesso quantitativo anche senza accorgersene. Chiaramente aumentano i rischi di obesità, e con questi le probabilità di avere i trigliceridi o il colesterolo alto, con problemi di cuore e circolazione. Pensiamo alle merendine e ai dolci che vengono dati, spesso in maniera errata, anche ai più piccoli, creando quasi una specie di dipendenza”.

Perché succede?

?“Ci sono diverse cause. Alcuni cibi sono collegati al rilascio di dopamina, altri sono collegati a un discorso sensoriale - pensiamo all’utilizzo del croccante come ‘valore aggiunto’ delle patatine anche a livello di marketing -. Inoltre, proprio per quanto riguarda le patatine, quando vengono morse rilasciano tutto il sale che contengono, ed è tanto, questo porta a una salivazione che fa venire voglia di mangiare un’altra patatina per andare a tamponare questa eccessiva salivazione, e così via” conclude il dottor Roveda.