"Alcuni sport legati alla consapevolezza corporea possono aiutare. Ma attenzione alla competizione, che sia con gli altri o con se stessi", sottolinea a Gazzetta Active lo psichiatra e nutrizionista
"Dopo un anno terribile in cui ero arrivata a pesare 46 chili, ho capito che dovevo chiedere aiuto. Credo sia questa la cosa pi¨´ importante: riconoscere di non farcela da soli": con la sua personale e dura esperienza di vita, Martina Trevisan sintetizza quello che ¨¨ forse l'unico modo per uscire dai disturbi alimentari, che si tratti di anoressia o bulimia, patologie che possono anche portare alla morte. "Chiedere aiuto ¨¨ fondamentale: quando hai un disturbo alimentare devi sentirti all¡¯interno di un percorso in cui non sei solo. Cosa non facile, perch¨¦ all¡¯inizio il disturbo alimentare ti d¨¤ la sensazione di aver trovato la soluzione ad un tuo malessere esistenziale, e non di avere un disturbo. Di conseguenza cerchi di nasconderlo agli altri", spiega a Gazzetta Active il dottor Stefano Erzegovesi, primario del Centro Disturbi del comportamento alimentare dell¡¯IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano.
Con ¡®chiedere aiuto¡¯ intende rivolgersi ad un esperto o anche solo ad una persona che ci ¨¨ vicina?
"Prima di tutto ¨¨ importante chiedere aiuto a qualcuno di cui si sente di potersi fidare: un familiare, una persona cara, un amico. Chiedere aiuto ¨¨ il primo passo per riconoscere il problema e, soprattutto, per non sentirsi giudicati per quello che, spesso, appare come un ¡°capriccio¡± e non come una malattia seria. Se il sintomo si ¨¨ gi¨¤ avviato ci vuole anche un team di esperti nel campo dei disturbi alimentari, che possano occuparsi contemporaneamente della componente psicologica e della componente fisica e alimentare".
Quindi ¨¨ utile affiancare la terapia psicologica a quella di un dietologo o nutrizionista?
"S¨¬, perch¨¦ se si sposta l¡¯accento solo sulla parte psicologica o, viceversa, solo sulla parte nutrizionale, ci si trova a pensare ancora di pi¨´ a quello che si mangia. Ma non ¨¨ detto che questo porti ad un miglioramento, talvolta anzi pu¨° portare ad un peggioramento perch¨¦ l¡¯ossessione per il cibo aumenta".
Abbiamo visto che lo sport, se portato a livelli di agonismo estremo, pu¨° acuire il rischio di disturbi alimentari. Ma esistono attivit¨¤ sportive che, al contrario, possono aiutare ad uscire da una simile situazione?
"Lo sport pi¨´ utile in questo senso non deve essere prestazionale. Deve essere, invece, legato alla consapevolezza corporea, deve aiutare a sentire meglio il proprio corpo. Non vanno bene quegli sport legati ad un obiettivo, che si tratti di saltare pi¨´ in alto, di correre pi¨´ veloce o di diventare pi¨´ muscolosi. Chi soffre di disturbi alimentari tende gi¨¤ al perfezionismo, e questi sport non aiutano".
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Quindi quali sport suggerisce?
"Tutte quelle attivit¨¤ come lo yoga, il pilates o le arti marziali, che facilitano molto la sensazione di ¡°sentire¡±, e non ¡°spremere¡±, il proprio corpo. Ma anche la meditazione, ad esempio la mindfulness, che aiuta ad avere una maggiore consapevolezza e ad ascoltare il proprio corpo, con animo pacifico e senza pregiudizi. Tutta l¡¯area della mindfulness, intesa come concentrazione sul presente e su quello che sentiamo a livello fisico, ¨¨ molto utile nei disturbi alimentari".
Per quanto riguarda lo yoga, quindi, meglio evitare quelle forme di yoga in voga ultimamente che puntano a posizioni quasi acrobatiche?
"Esatto. Il vero maestro di yoga in quei casi dice: ¡®Tu immagina di fare quella posizione e di sentire le sensazioni del tuo corpo¡¯. Non deve essere una competizione con gli altri o con se stessi".
Dai disturbi alimentari si pu¨° guarire completamente?
"Certo. I disturbi alimentari, come qualsiasi disturbo fisico di tipo cronico, possono essere superati completamente. Anche se va ricordato che si tratta di disturbi con una mortalit¨¤ alta: di anoressia e bulimia si muore circa nel 10% dei casi. Che non ¨¨ poco, perch¨¦ parliamo di disturbi che colpiscono per lo pi¨´ persone sane e giovani. Ma si pu¨° guarire. In circa la met¨¤ dei casi si guarisce completamente: non ci sono nemmeno pi¨´ sintomi residui. In un quarto dei casi si sta molto meglio anche se con sintomi residui, per cui magari si vive male un invito al ristorante o ad un pasto fuori casa. E poi c¡¯¨¨ un ultimo quarto che cronicizza. Dentro quest¡¯ultimo quarto ci sono i possibili decessi. Ma la larga maggioranza sta molto meglio e la met¨¤ guarisce del tutto".
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