C¡¯¨¨ chi mangia solo cibi passati o frullati, che non richiedono masticazione, chi accetta (o evita) solo cibi di un determinato colore e chi predilige una dieta liquida
Il comportamento selettivo a tavola o ARFID (Avoidant restrictive food intake disorder) ¨¨ caratterizzato dall¡¯assunzione della stessa gamma ristretta di alimenti.?? un disturbo caratterizzato da un comportamento molto selettivo nell¡¯accettazione del cibo, sia dal punto di vista della qualit¨¤ sia da quello della tessitura.?I soggetti che ne sono colpiti mangiano solo alimenti passati o frullati, solo cibi di un determinato colore o non accettano cibi di una determinata consistenza.?Bisogna fare attenzione a non confondere l¡¯ARFID con la bulimia o con l¡¯anoressia nervosa: questi soggetti non sono interessati al peso corporeo o alla forma fisica, il dimagrimento ¨¨ una conseguenza del loro comportamento a tavola, non il loro obiettivo.
ARFID Quando si manifesta
¡ª ?L¡¯ARFID pu¨° manifestarsi a tutte le et¨¤, soprattutto nei bambini e negli adolescenti. Ma solitamente ¨¨ proprio all¡¯interno dell¡¯interazione madre-bambino durante l¡¯allattamento, lo svezzamento e la transizione verso l¡¯alimentazione autonoma che si osservano le prime forme di difficolt¨¤ alimentari: durante il primo anno di vita, dopo lo svezzamento, i bambini imparano ad apprezzare i cibi ai quali vengono esposti frequentemente, sulla base di informazioni di tipo visivo, gustativo, e di consistenza.
La neofobia cos'¨¨
¡ª ?Intorno ai 18-20 mesi di vita si colloca la fase nota come ¡®neofobia¡®, durante la quale i cibi che non vengono considerati come sicuri, ovvero quelli non riconosciuti come familiari, perch¨¦ nuovi oppure perch¨¦ presentati in una modalit¨¤ non riconosciuta come nota, possono creare una risposta di disgusto.?Tale reazione assume un valore adattativo ed evolutivo, proteggendo il bambino dall¡¯assunzione di cibi tossici durante l¡¯esplorazione.?Generalmente, la fase della neofobia termina entro il terzo anno di et¨¤ e solo raramente dura fino ai 5 anni.?Tuttavia alcuni bambini manifestano atteggiamenti neofobici ad un livello eccessivo e persistente durante lo sviluppo, tale da configurarsi come veri e propri Disturbi del Comportamento Alimentare o dei loro potenziali precursori.
Arfid o comportamento alimentare selettivo: Le cause
¡ª ?L¡¯esordio pu¨° essere legato ad un fenomeno acuto, come una diarrea o una gastroenterite o ancora qualcosa che ¨¨ andato di traverso, sempre collegato ad un problema di tipo psichiatrico.?Un ruolo di primaria importanza nell¡¯origine e mantenimento di pattern alimentari anomali sembrano averlo alcuni comportamenti errati e maladattivi da parte dei genitori, oltre a fattori di natura genetica come una specifica ipersensibilit¨¤ sensoriale.?Lo sviluppo di un comportamento alimentare selettivo pu¨° derivare da fattori come la pressione a mangiare, alti livelli di emozionalit¨¤ negativa del bambino o del genitore, stili o pratiche legate all¡¯alimentazione, incluso il controllo genitoriale, o da fattori pi¨´ specifici come l¡¯assenza di un allattamento al seno o l¡¯introduzione di un'alimentazione complementare prima dei 6 mesi.
E se il rifiuto di determinati cibi fosse dovuto a semplici capricci?
¡ª ?Non tutte le difficolt¨¤ alimentari del bambino sono infatti indice di malattia o disagio. Va tenuto presente che i casi di ARFID sono rari: meno del 20% nei centri che si occupano di persone con disturbi alimentari e ancora meno nella popolazione generale.?La difficolt¨¤ ad assumere cibi nuovi ¨¨ fisiologica tra uno e tre anni, per questo motivo i genitori devono accompagnare i bambini e non assecondarli quando rifiutano certi alimenti.
Conseguenze
¡ª ?Mentre un atteggiamento sospettoso e selettivo nella scelta dei cibi pu¨° avere avuto, a livello evolutivo, una funzione adattiva nella prima infanzia nel ridurre il rischio di assumere tossine, successivamente pu¨° rappresentare invece un limite a una dieta varia, con conseguenti carenze a livello nutritivo.?Vi ¨¨, infatti, una riduzione dell¡¯apporto alimentare e un¡¯alterazione della composizione nutrizionale della dieta, sotto forma di mancanza di variet¨¤, ridotto apporto energetico, scarsa assunzione di frutta e verdura, carenza di vitamine e minerali, minore assunzione di fibre vegetali e cereali integrali.
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Terapia e strategie nutrizionali
¡ª ?Dopo aver stabilito che il proprio bambino non ¨¨ solo schizzinoso, ma presenta un problema che influisce in modo importante sul suo funzionamento sociale, sulle relazioni familiari e sull¡¯apporto equilibrato dei diversi nutrienti, ¨¨ importante innanzitutto rivolgersi al medico per escludere una condizione di tipo organico (es. intolleranza verso certi alimenti, celiachia).?? inoltre importante escludere che l¡¯alimentazione selettiva faccia parte di un quadro pi¨´ ampio di rigidit¨¤ ed ipersensibilit¨¤ sensoriale legata ad un disturbo del neurosviluppo (es. spettro autistico).?Successivamente si interverr¨¤ con un team multidisciplinare che preveda l¡¯intervento di psichiatra, nutrizionista e terapista della riabilitazione nutrizionale.?Una delle strategie nutrizionali pi¨´ di successo tra i bambini ¨¨ quella dei laboratori sensoriali: i cibi vengono manipolati, toccati, annusati, cucinati o assaggiati dai bambini, in modo da trasformare il bambino in un piccolo chef e coinvolgerlo nella preparazione delle pietanze, stimolando la sua naturale curiosit¨¤.
Altre strategie possono essere:
- rendere il pasto un momento di conversazione e divertimento, evitando di focalizzare l¡¯attenzione sul cibo;
- coinvolgere persone diverse nella preparazione e nella proposta dei pasti, scardinando i giochi di potere genitore-figlio;
- dare il buon esempio mangiando pietanze diverse e gustando con calma, seduti a tavola, tutti insieme, con tv spenta;
- proporre uno stesso cibo pi¨´ volte prima di arrendersi e pensare che il bambino non lo assagger¨¤ mai;
- aiutare il bambino a conoscere meglio le propriet¨¤ dei cibi, l¡¯origine, la stagionalit¨¤, il gusto, la consistenza senza chiedere subito l¡¯assaggio. Il bambino si sentir¨¤ meno diffidente verso il cibo se pensa di essere un esperto in materia. In questa ottica sono fondamentali gli interventi di educazione alimentare fatti a scuola.
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