Riccionese, grande appassionato di tavola, sta (ri) conquistando i milanesi con un nuovo locale dal nome illuminante: Frangente
Quando un locale si chiama Frangente?ed ¨¨ praticamente nel centro di Milano, in via Panfilo Castaldi 4, si intuisce subito che il cuoco (e socio) sia un ragazzo on the beach. E in effetti, Federico Sisti - riccionese, classe 1981 -?conserva ancora, orgogliosamente, l¡¯allure da surfer romagnolo.?
Come dice lui da Riccione non ¨¨ mai davvero andato via. O meglio, Riccione non ¨¨ mai andata via da lui, che dopo anni passati da cittadino del mondo ¨¨ sbarcato a Milano, nel 2018, mostrando doti non comuni. Perch¨¦ alla guida de Il Ronchettino, storica osteria meneghina, ¨¨ riuscito a interpretare la tradizione con un tocco personale. Lo stesso che ¨¨ alla base di Frangente, locale informale ma curato con bancone regolamentare dove Sisti accoglie clienti vecchi e nuovi, con l'immancabile berrettino in stile Usa dove c'¨¨ il suo manifesto culinario? ¡°Tradition Never Dies¡±.
TAVOLE IN CUCINA
¡ª ?Sisti vive ai fornelli con lo spirito del surfista vero, al Ronchettino aveva una tavola in cucina per scaramanzia e per sognare e anche a Frangente ne tiene un paio. "Per me ogni servizio ¨¨ entusiasmante, come cavalcare le onde a Bondi Beach in Australia o alle Due Sorelle nel Conero¡ non importa dove sei, ma chi sei¡± spiega. Ecco perch¨¦ i piatti sono essenziali, diretti e golosi: nessun esercizio di stile, insomma. E al di l¨¤ di classici sempre in carta come le tagliatelle al rag¨´ e la costoletta alta, vige quella che i francesi chiamano 'cuisine du march¨¦' ossia la cucina realizzata giorno per giorno, in base alla spesa migliore e all'estro del cuoco.
Del resto, anche i surfisti non fanno programmi. "Ho portato dietro al bancone quello che ¨¨ uno stile di vita: si conoscono i posti migliori, ci si prepara bene ma poi ¨¨ il mare che decide e devi adattarti". Sisti ha iniziato relativamente tardi con il surf, a 25 anni, quando la passione per l'acqua salata lo ha convinto a provare la tavola invece che una deriva o un catamarano come fanno tanti romagnoli. "Mi ¨¨ piaciuta sia la fisicit¨¤ di questo sport sia il fatto di essere dentro la natura. E da Riccione, pian piano, sono stato in tanti luoghi sacri: Australia, Indonesia, Hawaii, Canarie e Marocco. Quando ho poco tempo, causa lavoro, mi concedo un paio di giorni in Liguria fermo restando che in Italia, il mio posto del cuore ¨¨ il Conero" racconta lo chef riccionese.
CAMPIONI E FILMATI
¡ª ?Parliamo di idoli? "Beh, come si fa a non ammirare la leggenda Kelly Slater? Ma anche Rob Machado o Gabriel Medina non scherzano. E ancora campioni come Mick Fanning, John John Florence... Mostri sacri insomma. Poi sono uno che va a rivedersi le performance su YouTube di Andy Irons. E in generale mi entusiasmo quando vedo gli assi cavalcare onde gigantesche: sembrano pazzi, ma in realt¨¤ ¨¨ gente di un altro livello fisico e psicologico". risponde Sisti. E i nostri eroi? ¡°Non posso che ammirare Leo Fioravanti ma seguo con attenzione anche Roberto D'Amico. Bisogna sempre considerare che per un italiano ¨¨ pi¨´ complicato scegliere il surf come primo sport, non solo per ragioni logistiche ma per una scarsa tradizione. Ma stiamo migliorando". Sisti alterna quattro tavole (due 5.11, una 5.6 e una 7.2) e se non fosse nel centro di Milano facilmente surferebbe anche nella pausa tra il servizio del pranzo e quello della cena. "? uno sport che richiede tanto sforzo ma regala anche grande soddisfazione. E fa veramente staccare dalla routine, se lo pratichi su una spiaggia deserta ¨¨ il massimo della vita. Certo, l'onda va ricercata, devi avere pazienza. Come in cucina" sottolinea.
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