La vittoria che guarisce, che ripulisce la testa dai cattivi pensieri e rimette in ordine le priorit¨¤. Matteo Berrettini ha sollevato il quarto trofeo in carriera dopo un match intenso e lottato contro Aslan Karatsev, uno che in semifinale aveva mandato a casa Novak Djokovic dal “suo” torneo. Una gioia dopo l’infortunio di inizio stagione, agli Australian Open, quando era lanciato verso gli ottavi contro Stefanos Tsitsipas: strappo agli addominali, una condanna per chi come lui lancia bombe al servizio. Dopo la premiazione, al telefono da Belgrado, il numero 10 al mondo ci svela tutti i significati di questa ripartenza, che ha un sapore speciale.
ESCLUSIVA
Berrettini: "A Belgrado sono rinato. Ora fatico con Sinner e aspetto... Lundini"
Il titolo in Serbia rilancia il n.10 al mondo: "Ho capito di essere un lottatore allenandomi con Jannik. Il libro del comico mi ha distratto dai cattivi pensieri, ora mi inviti in trasmissione"
Matteo, un titolo che rimette le cose a posto, un po’ come a dire: “Io sono ancora qua e sono il numero 1 italiano”. Quanto ne sentiva il bisogno?
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“Forse erano pi¨´ gli altri a sentirne il bisogno. Io sono top 10 perch¨¦ me lo sono meritato, non mi ¨¨ stato regalato nulla, quello che ho fatto l’ho conquistato col lavoro, il sudore e la pazienza. Non avevo bisogno di conferme sul ranking, quanto piuttosto sulla capacit¨¤ di essere forte e superare le difficolt¨¤. E le ho avute: sono un vero combattente".
Questa ¨¨ una vittoria che le rester¨¤ nella memoria perch¨¦…?
“Perch¨¦ ¨¨ stato il primo trofeo che i miei genitori mi hanno visto sollevare. Pap¨¤ c’era quando persi finale, a Monaco di Baviera, mamma non era mai venuta. Questa era l’occasione perfetta. Dedico a loro con orgoglio questa vittoria perch¨¦ mi supportano da quando sono nato, ogni giorno”.
Mentre lei era fermo ai box, tutta l’attenzione mediatica era per Sinner e Musetti. Le ha dato fastidio?
"E perch¨¦ mai? Sono contento per loro perch¨¦ stanno facendo cose incredibili. Crescono velocemente ed ¨¨ positivo per tutto il tennis italiano. Jannik ¨¨ migliorato tantissimo, me ne sono accorto soprattutto allenandomi con lui per tre giorni prima di venire qui”.
Che rapporto avete: amici o rivali?
“Jannik ¨¨ un ragazzo molto simpatico, alla mano ed educato. Abitiamo a Montecarlo nello stesso posto e allenarci insieme ci piace. Sono scambi intensi perch¨¦ nessuno di noi vuole perdere, anche se non ¨¨ partita vera. Ci spingiamo al massimo. Penso che continueremo ad allenarci e anche con pi¨´ frequenza”.
Se questi sono i risultati, ben venga. Ma cosa ha imparato da lui, o cosa pensa che Sinner possa apprendere da lei?
“Siamo giocatori diversi, lui ha tanta voglia di migliorare e spirito di sacrificio. Gioca sempre bene e quindi di riflesso fa giocare bene anche me. Credo che sia questa la cosa pi¨´ importante per entrambi”.
Sarebbe bello se vi poteste allenare insieme anche a Torino…
“Perch¨¦ a Torino cosa c’¨¨? I gianduiotti, la Juve, il Toro, Sonego…”.
E le Finals!
“Ah, giusto. Bene bene, vediamo. Una cosa alla volta, fatemi godere questo trofeo”.
Il k.o. all’esordio di Montecarlo aveva destato un po’ di preoccupazione. Cosa ¨¨ cambiato da allora a oggi?
“? stata una sconfitta molto dolorosa. Mi ha lasciato degli strascichi e per un po’ ho faticato, soprattutto a livello mentale. Ho dovuto far passare la rabbia e la delusione. Ho lavorato molto con il mental coach, Stefano Massari, per superare la mia insofferenza nei confronti dell’errore. Faccio un po’ fatica a perdonarmi quando sbaglio, ma il mio team ¨¨ stato straordinario e abbiamo superato le difficolt¨¤. Come spesso mi accade, dopo un momento di sofferenza riparto con pi¨´ forza”.
Dell’infortunio, invece, si ¨¨ occupato il dottor Cotorro, storico medico di Nadal, anche lui vittorioso ieri. Vi ha rimesso a posto bene.
“S¨¬, purtroppo io e Rafa abbiamo questa brutta abitudine di farci male. Dall’Australia siamo tornati insieme, con lo stesso volo. Sembrava un aereo-ospedale: io con la lesione agli addominali, lui con la schiena acciaccata. Un’infermeria ad alta quota”.
Lei ama i libri, c’¨¨ qualcosa che ha letto durante lo stop e che l’ha aiutata a superare la frustrazione?
“La verit¨¤? Mi sono letto tutto di un fiato Era meglio il libro, di Valerio Lundini. Per me ¨¨ un genio della comicit¨¤. Mi ha fatto staccare il pensiero dalla negativit¨¤, ¨¨ stato rigenerante. Sarebbe bello essere ospite della sua trasmissione Una pezza di Lundini…”. Capito Valerio? Matteo aspetta una chiamata.
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