Una figura mitologica dello sport italiano e non solo compie oggi 70 anni. ? Adriano Panatta, il simbolo per eccellenza del tennis italiano marchiato anni 70, l’idolo supremo delle ragazzine e signore di allora che lo vedevano bello e impossibile come il James Bond di Ian Fleming. Un mito, uno dei primi campioni dello sport a diventare testimonial, attore pubblicitario e uomo immagine, con il suo immancabile sorriso e la sua carismatica presenza che non passava mai inosservata. Adriano Panatta, come Mennea, Tomba o Valentino Rossi, ha riscritto la storia dello sport italiano trasformando il tennis da gioco elitario in sport di massa, talmente popolare da posizionarlo immediatamente dietro al calcio, assieme a ciclismo e motori.
AUGURI!
I 70 anni di Panatta: quando il tennis conquist¨° l’Italia
Ha vinto gli Internazionali di Roma, Roland Garros e la Coppa Davis. Ma soprattutto grazie a lui un Paese si innamor¨° di uno sport che prima era solo per ¨¦lite
Fantasia e talento
¡ªA rendere immortale Panatta fu il suo tennis di pura fantasia, frutto di un talento eccezionale, di una sensibilit¨¤ nel colpire la palla degna dei geni assoluti come John McEnroe o Roger Federer, unita alla potenza del servizio, alla precisione del dritto e alla solidit¨¤ di una vol¨¦e sempre sicura e profonda. Ma con limiti atletici ben precisi - non sarebbe mai potuto diventare un fondista - che hanno determinato scompensi di rendimento che critica e appassionati non gli hanno mai perdonato, attribuendo la colpa a mancanza di preparazione o temperamento. E invece, soprattutto in quel fantastico 1976, l’Adriano nazionale dimostr¨° in molte occasioni di saper lottare e vincere contro tutti i pi¨´ forti giocatori del mondo.
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Il nome di Ascenzietto
¡ªPanatta ¨¨ nato a Roma il 9 luglio 1950 nel quartiere Trionfale da mamma Liliana e pap¨¤ Ascenzio che era il custode del vecchio Tennis Parioli, un personaggio cos¨¬ popolare che per anni il suo primogenito ¨¨ per tutti “Ascenzietto”, un ragazzino timido che impara a giocare a tennis con una racchettina dal manico corto con cui colpisce un muro in cui ¨¨ raffigurata una immaginaria rete. Nel suo apprendistato si segnalano due incontri che lo maturarono plasmandolo a campione: il primo con Wally Sandonnino, ex campionessa, insegnante di gran polso e acume; il secondo con Mario Belardinelli, tecnico federale che ebbe il merito di intuire il grande talento in quel pigro atleta, divenendo di fatto un secondo pap¨¤. Sor Mario convinse il giovane che il tennis sarebbe stato il suo futuro e Adriano lo assecond¨°.
L’ascesa
¡ªIn breve tempo arrivarono grandi risultati: a Bologna, nel 1970, vinse gli assoluti rovesciando per due volte l’esito di una finale epocale contro il 37enne Nicola Pietrangeli che arriv¨° a servire per il match sul 5-4 del quarto e a comandare fino al 4-1 del quinto prima d’inchinarsi al nuovo campione del tennis italiano. Nello stesso anno esord¨¬ in Coppa Davis, nel 1971 vinse a Senigallia il primo di 10 titoli Atp superando in finale Martin Mulligan. Nel 1972 conferm¨° i progressi con i quarti al Roland Garros che ottenne dopo aver eliminato al primo turno il favorito Ilie Nastase. Nel 1973 batt¨¨ Borg a Parigi (sar¨¤ l’unico a riuscirci al Roland Garros, ripetendosi nel 1976) negli ottavi spingendosi fino alle semifinali. Nel 1975 annichil¨¬ Jimmy Connors, numero 1 del mondo, in finale a Stoccolma, meritandosi la qualificazione al Masters di fine anno.
Quel magico 1976
¡ªEccoci al mitico 1976: a quasi 26 anni tent¨° per la settima volta di fare bene agli Internazionali d’Italia, un torneo che gli era sempre andato male (due sconfitte al primo turno, due al secondo e due al terzo). Al primo turno era atteso dall’australiano Kim Warwick che per 11 volte arriv¨° al match point; ma Adriano fu insuperabile. “Ho giocato quei punti sicurissimo di vincerli” fu il commento di Adriano. Nei quarti una chiamata dubbia mand¨° su tutte le furie Harold Solomon che se ne and¨° dal campo avanti 5-4 15-0. In semifinale anticip¨° l’attaccante Newcombe e in finale sfid¨° l’arrotino Guillermo Vilas. Sommerso dalle infide rotazioni dell’argentino, Panatta si trov¨° sotto 3-5 al tie break del secondo, a due punti dall’andare sotto due set a zero. Ma si svegli¨° in tempo, andando a rete per chiudere quattro punti filati, l’ultimo dei quali con una vol¨¦e in tuffo. Gir¨° il match e vinse come aveva fatto Nicola Pietrangeli 15 anni prima. A Parigi, per tentare la storica accoppiata, inizi¨° come a Roma, con un match point annullato con un tuffo spettacolare per salvare il passante vincente del ceco Pavel Hutka, finito per arrendersi solo 12-10 al quinto. Poi tre match semplici prima del quarto di finale contro il due volte campione Bjorn Borg. Panatta gioc¨° divinamente anche con di rovescio, reggendo dal fondo a un Borg un po’ troppo precipitoso. Nel terzo set l’azzurro rifiat¨°, nel quarto manc¨° tre match point sul 5-4 prima di finire Borg al tie break. Semplice la semifinale con Dibbs, pi¨´ complicata la finale con Solomon. Panatta era il favorito e lo dimostr¨° salendo avanti due set: ma quando manc¨° 3 palle di fila per salire 4-2 al terzo, il match cambi¨° direzione. Adriano era stanchissimo, si riprese dopo il riposo, vol¨° avanti 5-2 al quarto, ma Solomon non aveva intenzione di arrendersi. Sul 5-6 Adriano si salv¨° miracolosamente da un lob velenoso di Solomon, arpion¨° il tie break e dopo pochi minuti era il campione di Parigi.
La Davis in Cile
¡ªIn agosto fu numero 4 del mondo, a fine anno 7 dopo aver portato a casa la Coppa Davis nella storica finale in Cile. Fu il culmine; gioc¨° altre storiche partite senza tuttavia avere particolare fortuna: come quando arriv¨° a due punti dalla vittoria contro John Alexander nella finale di Coppa Davis del 1977, come quando perse dopo essere stato avanti 5-3 al quinto contro Connors all’US Open del 1979, o come quando gett¨° al vento il quarto di finale di Wimbledon 1979 contro Pat Dupre. Ma mito lo era gi¨¤ diventato in quello storico 1976. Ancora oggi, a quarantaquattro anni dalle vittorie di Parigi, Roma e Santiago, Adriano rappresenta il tennis italiano del mondo e ogni anno, ospite fisso al Roland Garros, ¨¨ ammirato, ricordato e riconosciuto da chi, in suo onore, inizi¨° a tifare tennis come fosse in uno stadio di calcio intonando quel coro tribale che recitava cos¨¬: Aaadri¨¤ano, Aaadri¨¤ano.
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