Carraro: "Il padel sta conquistando tutti. Servono organizzazione e strutture per svilupparlo"
Consolidare e sviluppare. Sono i due comandamenti della Federazione Internazionale Padel per il 2023, anno che dir¨¤ molto sulla capacit¨¤ di questo sport di radicarsi e strutturarsi ulteriormente, dopo il boom che l’ha proiettato ad altezze impensabili solo poco tempo fa. “Il padel devi provarlo, se lo fai te ne innamori e non smetti pi¨´”, dice Luigi Carraro (presidente FIP) in un pomeriggio romano, mentre il circuito Premier Padel entra nel vivo, col primo Major stagionale che s’¨¨ tenuto a Doha. E aggiunge: “Favorirne la diffusione tocca a noi, vogliamo sempre pi¨´ professionisti e praticanti in ogni angolo del mondo”.
Carraro, che 2023 ci aspetta? Novit¨¤ in arrivo?
“La pi¨´ grande ¨¨ l’essere parte dei Giochi Olimpici Europei di Cracovia, per la prima volta, coi tabelloni maschile, femminile e misto. Ci riempie d’orgoglio e ci stimola a proseguire il percorso avviato a fine 2018. Se guardiamo indietro a com’era il padel a quell’epoca, non possiamo non sottolineare il buon lavoro di tutti, comprese le singole federazioni nazionali”.
Pu¨° darci qualche numero per inquadrare meglio la dimensione raggiunta da questa disciplina?
“Il padel si gioca in almeno 120 Paesi, la FIP ha 65 federazioni affiliate con richieste da altre 55. Ci sono circa 28 milioni di praticanti del mondo, ma tra un mese potrebbero essere pi¨´ di 30, perch¨¦ aumentano a ritmi vertiginosi. L’Italia ¨¨ il Paese in cui il padel ¨¨ cresciuto di pi¨´ e meglio: nel gennaio 2021 c’erano in Italia 2500 campi, oggi sono quasi 8000, tanto che abbiamo appena istituito una Commissione Sviluppo per tenere il passo e invogliare le persone a tesserarsi”.
Il padel ¨¨ destinato a non essere solo una moda, dunque?
“No, se c’¨¨ una struttura alla base. Che significa fare corsi di formazione per istruttori e allenatori, puntare sui giovani, organizzare tornei per amatori e professionisti. Noi dobbiamo vigilare che in tutti i Paesi si faccia come in Italia e in Spagna. In quelli emergenti, dove le federazioni si stanno creando da zero, bisogna far nascere bene le cose”.
Il padel ¨¨ uno sport molto latino, per via delle sue origini. Il mondo anglosassone ¨¨ ancora tutto da conquistare o si muove qualcosa?
“Eccome se si muove… rispondo con un dato. Il Mondiale ha una fase finale a 16 squadre che si disputa ogni due anni, prima ci sono le qualificazioni in tutti i continenti. Ebbene, quest’anno si sono iscritti 50 Paesi e le qualificazioni europee in Inghilterra sono state un successo, le tv hanno ripreso l’evento”.
Come vede il rapporto tra padel e tennis? Complementare? Conflittuale?
“Se parliamo di gioco, il campionissimo Fernando Belasteguin sostiene che il miglior allenamento per un padelista sia allenarsi dalla riga in avanti con un maestro di tennis e dalla riga verso il vetro con un maestro di padel. Per dire come i due sport possano sposarsi bene”.
E se parliamo di politica, invece?
“La FIP ¨¨ l’organo di governo del padel da 32 anni. ? indipendente, l’ha avviato, ha scritto le regole. Gestisce ranking, calendario internazionale, circuito professionistico, tutto. A livello internazionale vogliamo collaborare con l’ITF, ma come con tutte le altre federazioni internazionali: squash, badminton, etc.. All’interno dei Paesi, come dice la carta olimpica, le legislazioni interne spettano al Comitato olimpico locale o al singolo governo. Nel 2011 il comitato olimpico italiano ha stabilito che il padel qui debba essere gestito insieme al tennis, altrove spesso non ¨¨ cos¨¬. La Federazione tennis, per gestire il padel, agir¨¤ in stretta collaborazione con la FIP”.
Questo sul fronte interno. Ma su quello internazionale?
“A novembre l’ITF ha fatto un blitz, una sorta di opa ostile, inserendo nell’ordine del giorno dell’assemblea di Glasgow l’assorbimento del padel negli sport da inglobare. Forzatura che non ci ha fatto piacere, tradendo il nostro accordo di base di collaborazione in autonomia. Ci siamo difesi politicamente e in tre giorni abbiamo vinto quella battaglia. E sa una cosa? I nostri pi¨´ grandi alleati sono state proprio le federazioni tennis che hanno il padel al proprio interno, sono intervenute in assemblea (Italia, Francia, Australia, Qatar, Belgio) e hanno detto ‘siamo affiliate a ITF e FIP, nel padel siamo felici in FIP, occupatevi del tennis’. In Qatar, per esempio, la stessa federazione gestisce padel, squash, tennis e badminton. E ha 4 federazioni internazionali diverse come riferimento. Comunque la considero una pagina chiusa, sono certo che torneremo a collaborare. A maggio avremo un Masters 1000 di tennis al Foro Italico e due mesi dopo nella stessa location il Premier Padel”.
Altro tavolo caldo ¨¨ quello col World Padel Tour, con cui avete avuto molte diversit¨¤ di vedute.
“In passato ci hanno attaccato, ma siamo essenzialmente due cose diverse. Loro sono un circuito privato, gestito da una societ¨¤ spagnola. Noi abbiamo un modello di gestione sportiva pi¨´ aperto. Il tour lo gestisce la FIP con due partner: l’Associazione giocatori e un fondo d’investimento, che ¨¨ Qatar Sports Investments. La differenza ¨¨ che il tour non ¨¨ un’esclusiva. Qualsiasi organizzatore di qualsiasi Paese che voglia organizzare un torneo Premier Padel ¨¨ libero di farlo, purch¨¦ rispetti i requisiti. Chiediamo solo che i giocatori siano tesserati, cosa che non avviene neanche per l’Atp di tennis. Poi le porte sono aperte per tutti”.
Come risponderanno i giocatori?
“Abbiamo 140 tornei l’anno tra Premier Padel e Cupra FIP tour, saranno proprio i giocatori a venire, se vogliono punti nel ranking e prize money. In questo modello, loro sono parte integrante di ogni decisione, hanno voce in capitolo in termini di suddivisione dei punti, in fatto di calendari. Perch¨¦ gli attori principali sono loro”.
In molti si chiedono dove sia nata la sua amicizia con Nasser Al-Khelaifi.
“L’abbiamo voluto come partner perch¨¦ non rappresenta solo QSI, ma ha dimostrato di avere senso delle istituzioni. Per proteggere Uefa e Fifa ha fatto una guerra, ci ha fatto capire che fosse l’uomo giusto per il progetto Premier Padel. Poi ¨¨ diventato mio amico, certo, ma ¨¨ la sua figura che ci ha colpiti nella vicenda Superlega, nonostante fosse a capo del Psg che sembrava un soggetto perfetto per quel format. Si vede che ¨¨ stato uno sportivo, ha mantenuto la passione”.
Quali sono i suoi preferiti?
“Belasteguin, la leggenda. Campione, ma anche uomo intelligente che ama questo sport e l’ha aiutato a diventare davvero grande, far¨¤ ancora tanto. Poi Martin Di Nenno. Era tra i pi¨´ forti in Argentina, ma un tremendo incidente stradale rischiava di togliergli l’uso delle gambe… invece, zoppicando, con sacrificio e costanza ¨¨ diventato uno dei top al mondo. ? un puro giocatore da lato destro del campo, umile e appassionato. Terzo nome: Alejandro Galan, numero uno al mondo che presiede anche l’associazione giocatori, la sua voglia ¨¨ stata determinante per la crescita del progetto Premier Padel. S’¨¨ sobbarcato rogne e lamentele, le future generazioni dovranno essergli grate. Infine mi consenta di parlare delle donne. Il padel ¨¨ lo sport che ha il pi¨´ bel livello femminile, giocano bene, ¨¨ spettacolare vederle in campo. Le nostre azzurre sono arrivate due volte terze ai Mondiali e meritano un applauso”.
Come mai il padel piace cos¨¬ tanto agli ex calciatori? E non solo agli ex, se guardiamo Messi e Ibrahimovic.
“Piace ai calciatori perch¨¦ sono competitivi e con questo sport hanno trovato il modo di continuare a esserlo anche a carriera conclusa… fuori sono amici, ma in campo sono assatanati per vincere la partita. E poi sono rapidissimi in quanto a movimento e visione, anche se magari sono ‘brutti’ tecnicamente”.
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