La verit¨¤ ¨¨ che per Ringo nessun locale chiudeva mai troppo tardi, perch¨¦ tutti chiudevano troppo presto; nessun bordello era poi troppo squallido per non intrattenercisi almeno un po'; nessuna etichetta di bourbon, per quanto scadente, andava sprecata, se nei pressi c'era il tintinnio di un brindisi nel quale inciampare. Poi, tutte queste cose, mescolate o confuse ad arte come si fa con un dito tra i cubetti di ghiaccio, potevano essere utili a far scoppiare una rissa. ? questo il nocciolo della sua storia? No, perch¨¦ si tratterebbe di una sfilza di clich¨¦ che non varrebbe la pena scrivere, n¨¦ leggere. ?, per¨°, la punteggiatura di una vita, votata all'autocombustione quando se ne andava per locali con la giacca di pelle e gli stivali a punta; intensa e indomabile per tutte le occasioni in cui si era trovato nel nido del ring, in quella custodia di sedici corde che a conti fatti era il posto dove Ringo, al secolo Oscar Bonavena, avrebbe corso meno rischi che in tutti quei buchi dove la sua indole gli imponeva di infilarsi.?
guantoni
La vida loca di "Ringo" Bonavena, in cui la boxe era la cosa meno rischiosa
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