A luglio l’aveva definito "la pepita del rugby italiano". Sei mesi dopo non ha cambiato idea, e non solo perch¨¦ ¨¨ stato il primo fuori dall’Italia ad averci scommesso. Sono i numeri a dire che Philippe Saint-Andr¨¦ su Paolo Garbisi ha visto giusto. L’ex ala — 69 presenze per la Francia dal 1990 al 1997, 34 delle quali da capitano, con 32 mete —, c.t. dei Bleus tra il 2011 al 2015, ¨¨ director of rugby del Montpellier dal 2020 e allenatore dal 2021. ? stato lui a volere il 21enne nel Top 14. Arrivato con l’idea di fare da riserva a Handr¨¦ Pollard — l’apertura del Sudafrica campione del mondo — il 10 azzurro ¨¨ cresciuto fino a diventare titolare. Oggi ¨¨ terzo nella classifica dei calciatori (112 punti) per un club che ¨¨ a sei vittorie di fila e che vede i playoff.
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Saint-Andr¨¦ lancia Garbisi: "Due anni e sar¨¤ tra i registi top"
L’ex c.t. e ala mito della Francia: "L’80% dei nostri club lo cerca"
Saint-Andr¨¦, si dice che sia rimasto folgorato da Garbisi dopo i quarti di Challenge ad aprile, quando segn¨° tutti i punti per il Benetton a Montpellier. ? cos¨¬?
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"No, avevo iniziato a seguirlo prima. Quando esord¨¬ con l’Italia mi impression¨°. Giovane, con qualit¨¤ fisiche e rugbistiche, emergeva anche in un’Italia non dominante. Con Treviso conferm¨° la mia impressione".
E poi?
"E poi il suo agente ci disse che c’era una possibilit¨¤. Incontrai il ragazzo, mi colp¨¬ la sua seriet¨¤. Mi rivolsi a lui in inglese, gli dissi che avrebbe dovuto imparare il francese. Dopo sei settimane lo parlava fluentemente".
A Pau affid¨° l’ultimo calcio a Bouthier e lui non la prese bene.
"Paolo ¨¨ un giovane in un nuovo club, in un campionato duro come il Top 14, primo calciatore con enormi responsabilit¨¤. Serve tempo per l’apprendimento. Veniva da un infortunio, aveva esordito con Tolosa, per la prima volta in carriera si era trovato a giocare davanti a 20.000 persone. Sbagli¨° due calci e perdemmo, era davvero deluso. A Pau era davvero esausto, e poi quel calcio era da sinistra, il lato meno facile per un mancino. Si ¨¨ messo a lavorare un sacco e con Biarritz l’ha messa dall’angolo, chiudendo col 100 per 100 al piede. Ora ha Pollard a fianco, eppure continua a calciare lui".
Lo vedremo anche 12 o 15?
"Devo vincere le partite e ho trovato questa buona soluzione con Paolo 10 e Pollard 12. Ma potrebbe capitare".
In cosa deve migliorare ancora Garbisi?
"Ho allenato alcuni dei pi¨´ grandi 10, da Wilkinson a Hodgson, da Pollard a Michalak a Trinh-Duc. Nessuno all’et¨¤ di Garbisi era un 10 completo. Gli servono pi¨´ partite, esperienza, drop da segnare nell’injury-time. Credo che tra due o tre anni sar¨¤ tra i migliori mediani d’apertura al mondo. I 10 sono come il buon vino rosso: invecchiando migliorano".
Per¨° in azzurro a novembre ha giocato dietro a una mischia in difficolt¨¤. Quanto influisce?
"Per il 9 e il 10 giocare dietro a un pacchetto che avanza e vince le collisioni ¨¨ fondamentale, hai pi¨´ tempo per prendere decisioni. A Montpellier stiamo crescendo e Paolo prende sempre pi¨´ fiducia: attacca la linea, gioca al piede, inventa. L’esperienza nel Top 14 sicuramente gli far¨¤ bene anche per l’Italia, sono sicuro che nel 2022 far¨¤ bene anche in azzurro. Certo, migliori palle hai, meglio fai".
Nei suoi radar c’¨¨ qualche giovane italiano?
"Prima di un’operazione come quella con Garbisi devi essere sicuro. Continuo a guardarmi intorno, ma se ho preso Paolo l’ho fatto perch¨¦ ero certo di lui. Eravamo il solo club ad averlo notato, oggi il 70-80% delle squadre francesi lo vogliono".
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