Macch¨¦. Non solo - si fa per dire - partecipare. Dalle Paralimpiadi vuole portarsi a casa l’oro. Quasi se Nadia volesse sfidare anche Pierre (de Coubertin) a cui ¨¨ attribuito il motto opposto: “L’importante non ¨¨ vincere ma partecipare”. Gi¨¤ sfida ogni giorno la sclerosi multipla, e dal 2006, anno della diagnosi, continua a mettersi al collo la medaglia pi¨´ importatore: quella della vita. Vincere diventa cos¨¬ una via obbligata, un modo di essere quotidiano che si trasmette, quindi, anche nello sport: quel “Il mio sogno ¨¨ vincere alle Paralimpiadi” racchiude tanti concetti in uno. Dal “non ¨¨ mai troppo tardi” al walt disneyano “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nadia ¨¨ Fario, 54enne di Noventa Padovana. Dove risiede, sar¨¤ un caso, un - anzi il - veterano doc: il 52enne Alex Zanardi. A Chateauroux, in Francia, nel coppa del Mondo di tiro a segno l’azzurra ha conquistato il pass per le Paralimpiadi di Tokyo 2020: “E’ stato sicuramente un trionfo in tutti i sensi: per lo slot giapponese, a maggiore ragione perch¨¦ ce n’era solo uno a disposizione, e per la conquista dell’oro. Non voglio certo sfidare Pierre de Coubertin. Ma andare alle Paralimpiadi non ¨¨ da tutti, sfido chiunque dei partecipanti a dire che si arrivi l¨¬ solo per partecipare. Si lavora giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno per raggiungere il sogno di salire sul gradino pi¨´ alto del podio e per sentire l’inno nazionale. E’ vero che vince il migliore, ma tutti lo sognano quel momento magico. Mi alleno presso il poligono di Padova che ¨¨ anche la mia societ¨¤. Per Tokyo sto cercando di migliorarmi sotto l’aspetto mentale oltre a quello tecnico, il mio allenatore ¨¨ sempre stato il mio compagno, ex tiratore della nazionale paralimpica”. Le prossime tappe del cammino di Nadia sono l’Europeo a Belgrado dal 4 al 6 dicembre e i Mondiali in Australia 2019.
PARALIMPIADI
Paralimpiadi. Fario, dalla sclerosi multipla al sogno Tokyo nel tiro a segno
La 54enne padovana combatte contro la malattia dal 2006, nel 2014 ¨¨ entrata in un poligono, ora ha conquistato il pass per i Giochi del 2020. “All’inizio nascondevo la malattia anche a me stessa. Lo sport mi ha fatto capire che non ci sono limiti”
I MURI…
¡ªL’azzurra ¨¨ campionessa italiana sui 50 metri gara mista uomini e donne, mentre “per i 10 metri quest’anno non ¨¨ stato assegnato il titolo perch¨¦ ero l’unica donna che gareggiava dunque ho il titolo del 2017. Ne ¨¨ passata di acqua sotto i ponti dopo quel 2006: “All’inizio ho cercato di nascondere la patologia al mondo e a me stessa. Poi - racconta Nadia - mi sono affidata all’Associazione Sclerosi Multipla a Padova. Quindi ho iniziato a fare volontariato come tutore minorile e come segretaria in una squadra di pallacanestro in carrozzina. Lo sport ¨¨ stato molto importante per mia ripartenza: mi ha fatto capire che non esistono limiti, le barriere o i muri da sormontare ci sono ma tanti ce li creiamo noi. Perch¨¦ ho scelto il tiro a segno? E’ stata una fatalit¨¤ d’incontri che a volte capitano, penso che sia stato il tiro a segno scegliere me. Ho iniziato a praticarlo nel 2014 e ho vinto la mia prima gara internazionale ad Hannover argento ai 10 metri. Nel 2015, in Coppa del Mondo a Osijek, gara mista uomini e donne ai 50 metri, ho conquistato il bronzo e il pass per Rio2016. L’anno scorso altro bronzo sempre in Coppa del Mondo, a Bangkok, sui 50 metri”. E la scalata continua.
© RIPRODUZIONE RISERVATA