Pancia vuota (e guarita)
Ora Bosh vuole il bis

Chris Bosh è convinto, quest'estate il cibo per lui era più buono, le persone più amichevoli e tutto, dice, sembrava più divertente. Le cose sarebbero potute andare molto diversamente. L'infortunio all'addome che ha quasi messo fine alla sua stagione - e avrebbe ridotto anche le chance di titolo per Miami - è ormai alle spalle. Ma quando le cose sembravano davvero andar male, quando, dopo il suo infortunio, gli Heat hanno perso due partite di fila nelle semifinali di Eastern Conference dagli Indiana Pacers, Bosh si stava preparando a una lunga offseason senza poter assaporare il titolo.

rinascita — "Pensavo fosse finita - dice Bosh in un'intervista con Associated Press -. Non volevo più farmi prendere troppo dalle emozioni perché non volevo rimanerci male come l'anno scorso quando abbiamo perso le finali. Ma non vi mentirò, ho avuto un crollo, mi sentivo sconfitto. Poi mia moglie è venuta da me e mi ha detto: le cose non stanno andando per il meglio, ma devi resistere". E così ha fatto. Dopo aver saltato tre settimane - normalmente il tempo di recupero per un infortunio del genere è il doppio - Bosh è ritornato nelle finali dell'Est contro Boston. Ha messo a segno un gran tiro da tre punti in gara-7, nella quale ha messo a referto 19 punti che hanno contribuito alla sconfitta dei Celtics. Successivamente, ha fatto registrare una media di 14.6 punti contro Oklahoma City nelle cinque partite che hanno consegnato il titolo agli Heat.

fiducia — Sabato prossimo inizierà il training camp degli Heat a Miami. Bosh non vede l'ora di unirsi al gruppo. "Mi sento bene, molto bene - dice -. Manca pochissimo al training camp e desideravo molto tornare in piena forma. Sono davvero felice di poter ricominciare a lavorare. Nelle ultime due settimane sono andato qualche volta in palestra e tutte le volte ho sentito quella voglia di giocare a basket. Sono contento che non mi abbia abbandonato, non vedo l'ora che cominci la stagione". Bosh si appresta a disputare la sua decima stagione in Nba, esattamente come i compagni di squadra LeBron James e Dwyane Wade. La clamorosa decisione dei tre di riunirsi a Miami durante l'estate 2010 ha portato a innumerevoli aggiustamenti per tutti, specialmente per Bosh, il quale, da essere considerato top player di Toronto è diventato la terza ruota del carro degli Heat. A Miami però, tutti insistono nel dire che la realtà sia diversa. Wade e James hanno ripetutamente detto che Bosh è stato il giocatore più importante per Miami, e le ragioni di queste affermazioni sono da vedere nei problemi avuti dagli Heat durante i playoff quando Bosh è rimasto fuori per l'infortunio all'addome. "Conosco il suo talento - dice Wade - e so che contributo può dare in campo". Ma adesso forse lo sapranno già tutti.

Chris Bosh, 28 anni, a Miami dal 2010. Epa

il ricordo — Gara-7 contro Boston è stata un classico degli Heat, una partita nella quale per 13 minuti del secondo tempo - 46 azioni di gioco - nessuna delle due squadre si è portata avanti per più di due punti. Bosh ha cambiato le carte in tavola quando ha messo a segno il suo terzo tiro da tre punti della partita, il migliore della sua carriera, spingendo Miami verso la vittoria per 101-88. Cosa impossibile da credere due settimane prima, quando il giocatore riusciva appena a camminare. "Mi ricordo di aver pensato prima di quel tiro: se mi arriva tra le mani, ci provo - dice Bosh -. Non credo che un tiro in particolare sia un momento significativo. Ce ne sono stati molti altri. Per tutta la durata della partita, sapevo dentro di me che avremmo vinto, non avevo alcun dubbio. E ogni volta che mi arrivava il pallone e tiravo, sapevo che sarebbe entrata. Ecco come mi sentivo".

recupero — L'importante per ora è che non senta lo stesso tipo di dolore che ha provato quando si è infortunato facendo una schiacciata in gara-1 del secondo turno dei playoff contro Indiana. Questa è stata la sua priorità durante l'estate e così sarà in futuro. "È alle spalle, ma devo comunque stare attento ad allungare e rinforzare tutti i muscoli di quella zona e ad altre cose - dice Bosh -. Non posso dimenticarmene. Non so se potrò avere delle ricadute, ma, come ogni cosa, c'è il rischio che questo infortunio possa diventare cronico. Se riusciremo a gestire la situazione e a curarlo adeguatamente, con esercizi di allungamento e rafforzamento adatti, allora non credo che sarà un problema".

bis — Proprio come James, anche Bosh ha impiegato quasi dieci anni per conquistare il suo primo titolo Nba. Ci sono diversi giocatori del roster degli Heat della scorsa stagione che hanno impiegato ancora più tempo prima di riuscire a vincere un anello. La motivazione per andare avanti, dice Bosh, è semplice. Vuole che gli Heat, per dirla con le sue parole, "diventino avidi". "La vittoria di un titolo è solo l'inizio per questo gruppo e dobbiamo vederla così - dice Bosh -. Io credo che il nostro prossimo obiettivo sia quello di aprire un ciclo. E l'unico modo per farlo è vincere più di un titolo. Saranno cinque-sei anni in cui proveremo a vincere più anelli possibili".