Richard Hamilton, 35 anni, 17,1 punti di media in carriera. Reuters

L’esperto esterno dei Chicago Bulls Richard Hamilton, noto nella stessa misura per i suoi continui movimenti, per la sua furbizia e bravura in fase realizzativa e per gli accessori che sfoggia sul parquet (fascia per capelli e maschera protettiva in fibra di vetro), potrebbe decidere di andare in giro con un sacchetto di carta scuro in questi giorni, come se nessuno lo conoscesse. Dal 2003 al 2009 Hamilton è stato uno dei volti più conosciuti dei playoff, e ha collezionato 120 presenze nelle sette stagioni disputate con i Detroit Pistons: ma nelle ultime tre edizioni Rip ha giocato appena sei partite, tutte nella primavera scorsa con i Bulls. Adesso il suo impiego si è ridotto quasi del tutto: in gara-1 del primo turno contro i Brooklyn Nets, per la prima volta Hamilton è partito dalla panchina in un match di playoff senza riuscire a segnare nei 7'14" in cui è restato sul parquet. Di conseguenza per Hamilton è arrivata un’altra prima volta: Rip non ha giocato neanche un minuto in gara-2, e si tratta della sua prima esclusione per scelta del coach.

fuori dal giro — Al momento Hamilton sembra assolutamente fuori dalla rotazione di coach Tom Thibodeau nei playoff: i minuti a disposizione delle riserve sono pochi, e la necessità dei Bulls di affidarsi a un giocatore in grado di segnare ha convinto Thibodeau a scegliere Marco Belinelli come cambio del neo titolare Jimmy Butler. Nei 30 minuti disputati complessivamente nelle ultime due partite, Belinelli ha segnato 21 punti e ha chiuso con 7/15 dal campo. Thibodeau ha scelto inoltre di puntare su Nate Robinson non soltanto come riserva di Kirk Hinrich, ma anche in coppia con il playmaker: di conseguenza Robinson si è guadagnato il minutaggio che forse sarebbe spettato a Hamilton. "Nella fase finale della regular season Richard è stato costretto a restare fuori a lungo: di conseguenza abbiamo cercato di dargli spazio nelle ultime partite per consentirgli di ritrovare il ritmo giusto", ha spiegato il coach dei Bulls. In realtà non è mai successo: dopo essere rimasto ai box per tutto il mese di marzo a causa dei problemi alla schiena Hamilton è rientrato il 9 aprile scorso, ma in cinque match di regular season ha chiuso con una media di appena 5.8 punti in 15.8 minuti e una percentuale del 41.9% dal campo. Per questo l’esperienza, durata due anni, di Hamilton ai Bulls sembra ormai al capolinea: magari Rip troverà ancora spazio in qualche circostanza, soprattutto se Chicago dovesse fare strada nei playoff, ma siamo ben lontani da quello che i Bulls avevano in mente nel dicembre 2011, quando Hamilton firmò un triennale da 15 milioni di dollari dopo il lockout.

in coppia con rose — Nei progetti del club Hamilton avrebbe dovuto far coppia con Derrick Rose nel backcourt, magari sfruttando nella fase finale della sua carriera le attenzioni difensive riservate a Rose e alle sue penetrazioni verso il centro dell’area e, allo stesso tempo, allargando il campo per il dinamico playmaker dei Bulls. Chicago era riuscita a conquistare la finale della Eastern Conference con un giocatore più difensivo come Keith Bogans accanto a Rose, ma era evidente la necessità di puntare su un elemento in grado di supportare Rose anche in fase realizzativa. Com’è andata? A causa dei problemi fisici di uno dei due, o di entrambi, in due anni Hamilton e Rose hanno giocato insieme appena 18 partite e hanno fatto coppia nel backcourt solo per 396 minuti. Se si prendono in considerazione le possibili 148 partite del 2011-12 e del 2012-13, è l’equivalente di 2.7 minuti a partita: e non è certo una sorpresa, in termini di impatto.

troppi infortuni — Hamilton non è mai riuscito ad essere in buone condizioni fisiche a causa di una serie di infortuni, e ha saltato 38 partite lo scorso anno e 32 match in questa stagione: lo scorso anno Rose è rimasto fuori per 27 partite, mentre in questa stagione non è mai sceso in campo dopo aver riportato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro nel primo match dei playoff 2012 (Quel giorno lui e Hamilton segnarono complessivamente 42 punti, e suona ancora più beffardo se si pensa a quello che sarebbe potuto essere e non è stato). Quindi quella dei Bulls è stata una buona idea che però non ha portato a buoni risultati? La definirei più come un lancio dei dadi che non è andato a buon fine: nel momento in cui i Bulls firmarono Hamilton, che era stato tagliato dai Pistons tramite la clausola amnesty, l'apporto di questo giocatore era abbastanza limitato e la sua tenuta fisica era ormai compromessa.

il contributo di rip — Nel 2011-12 Hamilton ha segnato 20 o più punti per cinque volte mentre quest’anno ci è riuscito in quattro circostanze, ma le sue numerose assenze gli hanno impedito di dare un contributo significativo alla fase offensiva dei Bulls. Hamilton ha un contratto garantito di 1 milione di dollari per il prossimo anno, una cifra che diventerà quasi sicuramente la sua buonuscita e che permetterà ai Bulls di evitare di pagare al giocatore gli altri 4 milioni di dollari di ingaggio previsti per il 2013-14. Vale la pena giudicare l’impatto di Hamilton da un altro punto di vista, considerando anche l’attenzione di Chicago per i dollari spesi: in due regular season Hamilton ha messo a referto complessivamente 816 punti per un costo totale di 10 milioni di dollari, equivalente a 12.255 dollari per ogni punto segnato. Nella sua unica annata a Chicago Bogans – che adesso sta sfidando i Bulls dalla panchina dei Nets – ha disputato 82 partite e ha messo a referto complessivamente 359 punti, con un ingaggio di 1.6 milioni di dollari equivalente a 4.457 dollari per ogni punto segnato.