Sono già i Lakers 2.0
Nash esalta tutta L.A

Steva Nash, 38 anni, contro Stephen Curry. Reuters

Bene, e adesso? Ieri sera si sono visti per la prima volta i Lakers 2.0, con Steve Nash, al rientro dopo l’infortunio al perone sinistro. Il canadese ha ritrovato Mike D’Antoni, il suo coach del passato e del presente, che non a caso ha definito il ritorno di Nash come una ventata di ottimismo che aiuterà sicuramente la difesa dei Lakers. E con quattro mesi a disposizione per cercare di risolvere tutti i problemi: per farlo i Lakers non possono nemmeno permettersi di attendere la fine della regular season, non con un record di 13-14 che al momento vale l’undicesimo posto nella Western Conference, a sole 1,5 vittorie dall’ottavo e ultimo posto utile per i playoff ma anche a due partite da un possibile crollo in tredicesima posizione. I Lakers hanno bisogno di trovare quella compattezza che finora hanno mostrato solo a sprazzi. La Oracle Arena, dove ieri sera i Lakers hanno sfidato i Warriors, si è rivelata il luogo adatto per cominciare la risalita: Los Angeles ha vinto per 118-115 dopo essere rientrata dal -14 di inizio quarto periodo e Nash ha sorpreso se stesso giocando 41 minuti, con D’Antoni che ha tratto il massimo profitto dal rientro del playmaker senza limitare il suo minutaggio. La difesa dei Lakers ha vissuto un’altra serata difficile, e ha concesso ai Warriors 61 punti nel primo tempo, prima che Golden State segnasse altri 54 punti negli ultimi due quarti e nell’overtime.

Morris (1), Kobe (24) e Nash (10). Reuters

kobe pensa positivo — Niente male per quello che può essere definito un esordio stagionale, la prima partita con questo coach e con questa squadra: adesso è Darius Morris a partire in quintetto nel ruolo di guardia tiratrice, mentre Kobe Bryant si è spostato nella posizione di ala piccola. Bryant è sembrato estremamente fiducioso sulle possibilità dei Lakers di superare le loro avversità, dovute in parte a una forma di autolesionismo (problemi di concentrazione e impegno, difficoltà in fase difensiva) ma anche alla sfortuna (problemi fisici). Sicuramente Kobe sarà stato ottimista anche sui mesi che serviranno ai Lakers per risalire la china, ma del resto giocare con Nash per la prima volta dal 31 ottobre scorso, quando Steve si è fratturato il perone sinistro, equivale a una scarica di adrenalina: "Non ci saranno problemi – ha spiegato Bryant in merito alla fase di adattamento di cui potrebbe avere bisogno la ritrovata rotazione dei Lakers -. Non credo proprio che dovremo adattarci: Nash rientra e noi dobbiamo solo pensare a giocare". E quante sono le possibilità dei Lakers di conquistare un posto per i playoff? "Non lo so – ha detto Kobe -. Vedremo, ma non sarà facile". In realtà Bryant era sarcastico: Kobe è più che sicuro di riuscirci. "Voi siete preoccupati, ma è proprio questo che ci serve per continuare a insistere, a prestare attenzione ai dettagli e via dicendo. Sono assolutamente convinto che riusciremo a qualificarci per i playoff, ma dovete continuare a manifestare la vostra preoccupazione perché ci serve a mantenere la giusta tensione. Sappiamo che la Western Conference è molto complicata e ci sono squadre che stanno giocando benissimo, ma allo stesso tempo ho un’assoluta fiducia nelle nostre possibilità".

MIKE E LA DIFESA — D’Antoni, che a Phoenix ha raccolto molti successi con Nash nel ruolo di playmaker, è stato altrettanto ottimista anche se ha ammesso che i Lakers hanno ancora qualche problema da risolvere: così ottimista da dichiarare, contrariamente alla logica imperante nella Nba, che il rientro di Nash servirà a migliorare la fase difensiva. Nash, che è un ottimo tiratore, troverà sicuramente il canestro e con lui in campo per gli avversari sarà più difficile fare male ai Lakers in transizione: è sicuramente un passo in avanti. Steve sarà il giocatore perfetto per innescare il pick and roll e per aiutare Dwight Howard a migliorare, e questa è un’opinione condivisibile vista la bravura di Nash in materia. Un’ulteriore spinta in fase offensiva serve anche a dare più copertura in fase difensiva, oltre a trasmettere la positiva sensazione che manchi poco per esprimersi al massimo: "Senza nulla togliere agli altri giocatori, credo che con il rientro di Nash avremo ancora più motivazioni – ha spiegato D’Antoni -. Difendiamo meglio quando c’è Steve, siamo tutti più soddisfatti e abbiamo più energie in fase difensiva. Spero proprio di continuare così: ci sono ancora delle montagne da scalare, dei problemi da superare e che non abbiamo ancora risolto. Ma è un buon passo in avanti". Quella di ieri è stata una serata ricca di emozioni per i Lakers, dal rientro di Nash annunciato prima del match contro i Warriors all’ostinazione di Bryant nel dopopartita. È solo una serata, certo: ma è stato indubbiamente un buon passo in avanti.