C’¨¨ un prima e un dopo. E non pu¨° essere altrimenti. Perch¨¦ Steph Curry ¨¨ entrato in Nba nel 2009 come il figlio di Dell, mano fatata in 16 anni di carriera fino al 2000, e ne uscir¨¤ come il volto della rivoluzione da tre punti e il miglior giocatore ad aver vestito la maglia di Golden State. Curry non vale Michael Jordan o i migliori 10 di sempre, ma ha avuto un impatto devastante sul gioco, trasformando il tiro da tre punti in cool (e nella cosa che tutti vogliono provare al campetto) grazie a quel suo raggio di tiro illimitato e alla sua capacit¨¤ di fare canestro praticamente da qualsiasi posizione. Un talento unico, un pilastro della dinastia Warriors che ha quasi monopolizzato gli ultimi 5 anni di Nba. Nato nello stesso ospedale di LeBron James ad Akron, Ohio, Steph ¨¨ il bravo ragazzo, l’amico della porta accanto che con un fisico tutto sommato normale (190cm per 86 kg ufficiali) ¨¨ diventato leggenda. Stava per non succedere, per colpa di caviglie a inizio carriera troppo fragili. Una volta sistemate, Steph ¨¨ sbocciato, mostrando che col lavoro maniacale aveva trasformato la mano fatata che gli ha dato in eredit¨¤ pap¨¤ in un’arma letale. Steph ha definitivamente svoltato nel 2014-15, la stagione del primo dei suoi due mvp, e ha continuato ad evolvere anche quando ha dovuto condividere il ruolo di prima donna dei suoi Warriors con Kevin Durant. A 31 anni, nonostante 10 stagioni Nba alle spalle, non ha ancora smesso di stupire: ora ¨¨ pi¨´ maturo, migliorato come leader, sempre capace di fare a pezzi gli avversari a colpi di triple ma convinto di mettere la squadra davanti a tutto. Un giocatore unico, come se ne sono visti pochi nella storia Nba...
La classifica
I 21 campioni del XXI secolo: 6¡ã Steph Curry, il rivoluzionario da 3 punti
l fenomeno dei Warriors nella classifica Gazzetta dei migliori in Nba dal 2000 in poi
momento clou
¡ªIl 2016 per ora ¨¨ l’anno di grazia. Perch¨¦ Steph in quella stagione ¨¨ stato talmente alieno da diventare il primo di sempre eletto mvp all’unanimit¨¤. In quella regular season Curry pareva di un altro pianeta in ogni singola partita in cui entrava in campo, raggiungendo livelli di popolarit¨¤ e attenzione di media e pubblico toccati solo dal miglior Michael Jordan (parola di Steve Kerr, che l’era MJ l’ha vissuta da compagno di squadra). Le sue triple, scagliate progressivamente sempre pi¨´ lontano da canestro, si sono accumulate come la neve in montagna d’inverno. Una sull’altra, una pi¨´ incredibile dell’altra, sfondando per primo sia il muro delle 300 che delle 400 in stagione. E i Warriors volano a 73 vittorie su 82... Steph chiude la regular season da miglior realizzatore a 30.1 punti di media, con 402 triple realizzate tirando col 45.4%. Un mostro, un anno irripetibile macchiato per¨° dal non aver conquistato il bersaglio grosso: il titolo.
premi
¡ªTre titoli (2015, 2017, 2018), due volte mvp (2015, 2016), sei volte All Star, 6 volte in un quintetto All-Nba, in rapida scalata verso il titolo di miglior tiratore da tre della storia. Mancherebbe solo il premio di mvp delle Finals per completare una carriera gi¨¤ leggendaria.
le cifre
¡ªIl 2019-20 sar¨¤ la sua 11? stagione Nba, tutte con Golden State. Ha giocato 694 partite di regular season a 23.5 punti di media: dal 2012-13 mette almeno 20 punti a gara di media, dal 2015-16 almeno 25. Ha finora mandato a bersaglio 2483 triple, quarto di sempre. Nei playoff 112 partite a 26.5 punti di media, con 5 apparizioni consecutive alle Finals.
© RIPRODUZIONE RISERVATA