Lillard non si ferma mai
È già il presente dei Blazers

Di solito Damian Lillard si attiene al copione dei rookie e raramente lascia trasparire le proprie emozioni. Ma la scorsa settimana, quando ha infilato il canestro decisivo da tre punti contro i New Orleans Hornets, la guardia dei Trail Blazers ha festeggiato dando il cinque a un tifoso seduto nelle vicinanze della panchina. "Non avevo idea di chi fosse – ha spiegato Lillard, ridendo -. È stata la prima persona che ho visto". Lillard, che sta giocando con l’equilibrio di un veterano e con l’umiltà di una matricola, è il principale favorito al premio di rookie dell’anno. "Penso che Damian sia un giocatore straordinario – ha dichiarato Gregg Popovich, coach dei San Antonio Spurs -. Ha doti tecniche evidenti, ma ammiro altrettanto il suo modo di comportarsi. Gioca senza cercare di strafare, non teme il contatto fisico e sa come trarre profitto dalle varie situazioni di gioco". E Popovich lo sa: Lillard ha segnato 29 punti nella vittoria per 98-90 di Portland contro i San Antonio Spurs, poi ha segnato la tripla decisiva a 3 decimi di secondo dalla fine nel successo per 95-84 contro gli Hornets.

Damian Lillard è nato il 15 luglio 1990. Reuters

cifre eloquenti — Lillard è stato scelto alla numero 6 nel draft del giugno scorso dopo essere uscito da Weber State, dove per due volte è stato votato giocatore dell’anno della Big Sky Conference: nella sua annata da junior con i Wildcats ha tenuto una media di 24.5 punti, 5 rimbalzi e 4 assist, prima di dichiararsi in anticipo per il draft. Fin dall’inizio, il general manager dei Trail Blazers Neil Olshey ha definito Lillard "il playmaker del futuro della franchigia": Damian è stato il principale tassello della ricostruzione avviata da Portland intorno a LaMarcus Aldridge, Nicolas Batum e Wesley Matthews dopo aver chiuso la scorsa stagione con un record di 28-38 e fuori dai playoff. "Si può fare un’analisi dello stile di gioco di Lillard, e quantificare la sua abilità al tiro e nella gestione di palla, il rapporto assist/palle perse, la sua efficienza sul pick and roll. Ma non è possibile quantificare la leadership di Damian e la serietà che ha nonostante sia ancora molto giovane", ha spiegato Olshey. Il playmaker aveva destato un’ottima impressione nella Summer League Nba, e ha chiuso con una media di 26.5 punti e con il premio di Mvp in condominio con Josh Selby. A Halloween, nell’opening night di Portland contro i Los Angeles Lakers, Lillard ha messo a referto 23 punti e 11 assist, affiancando Isiah Thomas e Oscar Robinson tra i giocatori che hanno firmato almeno 20 punti e 10 assist al debutto nella Nba. Nelle prime tre partite Lillard ha sempre segnato almeno 20 punti, eguagliando il record Nba siglato da Grant Hill nel 1994: Damian viaggia alla media di 18.8 punti a partita, di gran lunga la migliore tra i giocatori al primo anno nella Nba, con 6.3 assist e 3.3 rimbalzi in 38 minuti ad alta intensità. Lillard è l’unico giocatore dei Blazers che è sempre partito in quintetto nelle prime 23 partite e ha sempre segnato almeno un canestro da tre punti nei suoi primi 20 match da professionista, stabilendo un altro record Nba: inoltre ha vinto il premio di rookie del mese di novembre.

Damian Lillard: 1\8.8 punti a partita. Reuters

ROY (ROOKIE OF THE YEAR) dopo roy (BRANDON)? — "Sembra quasi che Lillard voli con la palla, ha un’intelligenza cestistica molto elevata – ha dichiarato Dwane Casey, coach dei Toronto Raptors -. Di lui, rispetto ad altri giocatori, ammiro molto la capacità di giocare come se avesse un chip nelle spalle: è un giocatore sottovalutato, che ha frequentato un’università più piccola e che vuole dimostrare a tutti di essere pronto per giocare nella Nba". L’ultima matricola dei Blazers a destare grande impressione fu Brandon Roy, che nel 2007 vinse il premio di rookie dell’anno dopo aver chiuso la stagione con una media di 16.8 punti e 4 assist a partita: Roy fu il terzo giocatore dei Trail Blazers a ottenere questo riconoscimento, dopo Geoff Petrie nel 1971 e Sidney Wicks nel 1972. Adesso Lillard sta avanzando la sua candidatura: nell’ultimo periodo i Blazers, costretti a fare i conti con una serie di infortuni, si sono aggrappati a lui. Batum è afflitto dai dolori alla schiena e la striscia di Matthews, che partiva in quintetto da 250 partite consecutive, si è conclusa a causa di un problema all’anca. Più di recente, Aldridge ha riportato una distorsione alla caviglia sinistra nei minuti conclusivi del vittorioso match contro gli Hornets: Matthews e Aldridge sono in dubbio per la partita di domani sera contro i Denver Nuggets, e per questo i Blazers potrebbero affidarsi nuovamente a Lillard, che però preferisce volare basso: "Il mio obiettivo è solo quello di aiutare la squadra a vincere".