I 21 campioni del XXI secolo: 9, Kevin Durant
Un talento naturale. Nato per giocare a pallacanestro. Per fare canestro. Vedere Kevin Durant allenarsi ¨¨ uno spettacolo. Lunghezza da centro, movenze da guardia. Gambe e braccia lunghissime, quella meccanica di tiro implacabile, e la retina che si muove. Ancora e ancora. A volte all’Oracle Arena, negli anni in cui i Warriors dominavano la lega, guardare l’anima lunga del Maryland riscaldarsi prepartita era uno show ancora pi¨´ ammorbante di quello poi messo su dai Dubs nei 48’ di gioco. Su tutto: parliamo di uno dei realizzatori pi¨´ immarcabili nella storia del gioco. Capace di segnare da 3 punti, attaccando il ferro, con movimenti di post basso. Una macchina ai tiri liberi, poi. Durant resta comunque uno dei giocatori pi¨´ polarizzanti dell’Nba odierna. Il controverso addio a Oklahoma City gli ha messo contro un’intera citt¨¤, quello alla Bay Area reso agrodolci i ricordi vincenti da Warrior. Una personalit¨¤ ruvida, persino feroce in certi atteggiamenti. Il sentirsi in guerra col mondo, perennemente accerchiato, ne fa un campione mai appagato, sempre in cerca di nuove sfide e motivazioni. La rabbia come carburante del suo fuoco interno. I rapporti con compagni/ex compagni sono stati a volte incendiari. Durant ¨¨ uno spauracchio sul parquet per gli avversari. E non ha una lunga fila d’amici, fuori. Questo rende il suo fascino “di tenebra” ancor pi¨´ intrigante. E’ unico, non standardizzato, in una Nba di giocatori “aziende” intinte di melassa politically correct. Durant meraviglioso solista, “solitario” dentro e fuori dal campo. Non chiedetegli la leadership, ma per un canestro ci sar¨¤ sempre tempo e modo. Ci pensa lui. E’ nato per quello.
Momento clou
¡ªE’ il 12 giugno 2017. Durant vince il primo titolo Nba, quello inseguito per una vita. Di corredo c’¨¨ pure il premio di mvp delle Finals. Per la prima volta l’abbiamo visto senza ombre davanti agli occhi. Felice. La mamma, l’unica persona di cui si sia mai fidato, che l’ha portato via dal ghetto, sino in cima al mondo della pallacanestro, in diretta nazionale interrompe Espn e gli dice: “Guardami, ce l’hai fatta, a modo tuo, quando nessuno... ce l’hai fatta. Sono orgogliosa di te”. Per quei pochi secondi Durant s’¨¨ sentito il mondo in pugno. Prima di ricominciare a lottare con i suoi demoni e contro gli avversari. Alla ricerca d’un traguardo da conquistare, di qualcos’altro da dimostrare a tutti.
I premi
¡ª9 volte All Nba, 10 volte All Star. 4 volte miglior marcatore. Miglior giocatore della stagione 2013-14, mvp delle Finals nel 2017 e 2018, entrambe vinte. Ha disputato 4 Finals, tre con Golden State, una con Oklahoma City, con cui ha giocato 8 stagioni, dopo l’esordio con Seattle, la franchigia che l’ha scelto al draft col numero 2, nel 2007, prima di traslocare. Matricola dell’anno nel 2008, ha conquistato l’oro olimpico con Team Usa nel 2012 a Londra e nel 2016 a Rio.
Le cifre
¡ªE’ 31¡ã ogni epoca per punti segnati, in Nba: 22.940. Se sapr¨¤ recuperare al meglio dall’infortunio al tendine d’Achille, ai Nets pu¨° immaginare di chiudere la carriera tra i primi cinque di sempre. In 12 stagioni ne ha segnati 27 a partita, tirando col 49.3% dal campo. E’ decimo per punti segnati ai playoff: oltre 4000. Realizzatore epocale.
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