Nba, Lakers ok senza Bryant; Oklahoma passa a Dallas

I Lakers sono belli anche senza Kobe Bryant. Con la loro star fermata dai problemi alla caviglia sinistra e dall’influenza, i gialloviola piegano Sacramento. Vittoria sofferta per Oklahoma City a Dallas, dove la differenza la fanno i 66 punti di Westbrook e Durant. Vittorie importanti in chiave playoff per Golden State e Atlanta, sorride anche Minnesota.

Los Angeles Lakers-Sacramento Kings 113-102
Senza il loro miglior solista, i Lakers si riscoprono una squadra. Los Angeles (36-32), priva per la prima volta in stagione di Kobe Bryant (alla distorsione alla caviglia sinistra si aggiunge anche l’influenza), liquida Sacramento (23-44) con 6 dei 7 uomini impiegati che chiudono in doppia cifra, il 57% dal campo con 12/23 da tre e 28 assist sui 41 tiri a bersaglio. È la sesta vittoria nelle ultime 7 partite per gli uomini di Mike D’Antoni, ora ottavi a Ovest con una gara di vantaggio su Utah e mezza di ritardo da Houston. Contro Sacramento l’unico Laker a steccare è Jodie Meeks, il rimpiazzo di Kobe in quintetto che chiude con 2/6 al tiro. Jamison chiude con la miglior gara dal 30 novembre, Nash e Blake insieme confezionano 35 punti e 20 assist, World Peace rende meno perfetta con l’1/4 dell’ultimo quarto una prestazione da incorniciare e Howard fa male a Sacramento in attacco nel primo tempo (12 punti) e diventa un muro nel secondo (4 stoppate, 6 rimbalzi difensivi) contribuendo a tenere i Kings al 39,6% al tiro. I Lakers partono bene senza Kobe, con Nash e Howard partner indissolubili del pick-and-roll e Jamison che da subito un contributo importante dalla panchina. I gialloviola, dopo aver chiuso il primo quarto avanti 33-27 tirando col 59%, si spingono fino al 41-31 firmato Meeks a 9’20” dal riposo. Sacramento però cambia marcia, e appoggiata ai punti di Patterson e Thomas riacciuffa i Lakers sul 56 pari all’intervallo. Il play dei Kings continua a mordere anche nella ripresa e con 8 punti di fila porta i suoi avanti 68-63 a 8’26” dalla terza sirena, ma i Lakers raddrizzano subito la situazione e fine parziale sono avanti 86-76. Sacramento sprofonda sotto 90-78 in avvio di ultimo quarto, ma con un 10-0 ispirato da Thornton mette paura ai padroni di casa riportandosi fino a -2. I Kings però non hanno fatto i conti con Steve&Steve, alias Nash e Blake, autori dei primi 8 punti nel 11-0 (gli altri 3 sono di Jamison) con cui i Lakers imbastiscono la fuga buona e vincono la loro prima partita in 5 anni senza avere in campo né Bryant né Pau Gasol. Se il rientro dello spagnolo è rinviato (il piede destro che lo tiene fermo da febbraio è tornato a dargli fastidio, farà ulteriori esami martedì), Kobe potrebbe tornare già contro Phoenix, ma D’Antoni non ha intenzione di mettergli fretta. “Spetta a lui decidere - ha detto il coach -. Ma non c’è nessuna urgenza”. Se questi sono i Lakers senza di lui, Kobe può recuperare con calma.
L.A. Lakers: Jamison 27 (3/6 da due, 5/8 da tre, 6/8 tiri liberi), World Peace 22, Nash 19. Rimbalzi: Howard 17. Assist: Nash 12.
Sacramento: Thomas 26 (6/10, 3/10, 5/5 tl), Patterson 22, Thornton 15. Rimbalzi: Thompson 7, Hayes 7. Assist: Evans 7.

Durant, Fisher e Westbrook festeggiano il successo su Dallas. Ap

Dallas Mavericks-Oklahoma City Thunder 101-107
La coppia perfetta. Con 31 punti nei primi tre quarti di Russell Westbrook e 19 nell’ultimo periodo di Kevin Durant, Oklahoma City (50-17) passa nel finale a Dallas (31-35) e centra l’ottava vittoria nelle ultime 9 partite. I Thunder però soffrono per piegare i Mavs, decimi a Ovest e sempre più lontani dai playoff: serve un 6-0, costruito su una difesa improvvisamente granitica (splendida la stoppata di Durant su Mike James a 15” dalla fine, con gli ospiti avanti 103-101) e i canestri di Westbrook, Sefolosha (appena il secondo tiro a bersaglio della sua partita) e KD. Oltre alla sconfitta, Dallas deve fare i conti anche con il brutto infortunio di Beaubois, che nel secondo quarto si rompe l’indice della mano sinistra e dovrà fermarsi a tempo indeterminato. Match equilibrato, con il divario tra i due team che non supera mai i 7 punti. Westbrook e Ibaka sono a lungo le uniche armi offensive dei Thunder, con Dallas che raddoppia sempre su Durant e lo manda fuori fase (12 punti con 3/8 al tiro alla terza sirena). Il miglior realizzatore delle ultime tre stagioni si rimette in moto all’improvviso nell’ultimo quarto, ma i suoi 17 punti in meno di 8‘ non bastano per la fuga di Oklahoma. I Mavs sono lì, incollati, e agganciano sul 101 pari con due liberi di Nowitzki a 1’20” dalla fine. Poi Westbrook dalla media avvia l’allungo di Oklahoma, Dallas va a sbattere contro la difesa ospite e deve inchinarsi.
Dallas: Nowitzki 23 (5/6, 3/4, 4/4 tl), Carter 18, James 14. Rimbalzi: Nowitzki 7, Wright 7. Assist: James 4.
Oklahoma City: Westbrook 35 (13/19, 0/4, 9/9 tl), Durant 31, Ibaka 18. Rimbalzi: Ibaka 16. Assist: Westbrook 6

Houston Rockets-Golden State Warriors 78-108
Battaglia mancata. Quella che doveva essere una sfida infuocata per il sesto posto a Ovest si trasforma in una passeggiata per Golden State (38-30), che travolge di 30 Houston (36-31) su cui ora ha una gara e mezza di vantaggio. Per i Warriors è la prima vittoria esterna dopo 4 k.o. di fila e la seconda miglior performance difensiva dell’anno, con i Rockets, miglior attacco della Nba, tenuti a 78 punti e al 33% al tiro. “Per noi questa è una grande vittoria: ci avevano già battuti tre volte quest’anno e noi in trasferta non stavamo giocando bene” racconta Stephen Curry. Il play, alla 11ª doppia doppia stagionale, ha infierito sui padroni di casa assieme al compagno di backcourt Klay Thompson, con cui ha messo insieme 55 punti e scaraventato 11 triple nel canestro di casa. Per Houston, che ha 42 punti dalla coppia Lin-Harden, è una brutta serata fin dalla palla a 2, con un primo quarto da 10 punti e 3/23 al tiro. Golden State ricambia con un 8/29 ma approfitta degli stenti avversari nel secondo quarto, quando trascinata da 14 punti di Curry si spinge fino al 54-21 della sirena. Harden e Lin guidano la riscossa Rockets, capaci di rientrare fino a 62-57 a 4’40” dalla terza sirena, ma Thompson e Curry rimettono in moto Golden State, portando gli ospiti sul 75-60 quando finisce il periodo e tenendoli al sicuro nel parziale conclusivo, quando il vantaggio scende al massimo a 10 punti (79-69 a 8’20” dalla fine).
Houston: Harden 21 (3/9, 3/7, 6/6 tl), Lin 21 (6/11, 3/5, 0/3 tl), Delfino 12. Rimbalzi: Asik 11. Assist: Harden 8.
Golden State: Curry 29 (7/11, 5/11), Thompson 26, Bogut 12. Rimbalzi: Bogut 12. Assist: Curry 11.

Brooklyn Nets-Atlanta Hawks 93-105
Allungo finale. Atlanta (37-29) risolve negli ultimi 9’ l’empasse con Brooklyn (38-28), conquistando la terza vittoria consecutiva che vale l’avvicinamento ai Nets e alla quarta piazza a Est, in una intricatissima volata finale che assegna le posizioni dalla 3 alla 7 nella Conference. “Per noi è stata una vittoria importantissima - commenta Al Horford, assieme a Josh Smith e alla panchina la chiave del successo degli Hawks -. Appena una settimana fa eravamo settimi, ora stiamo giocando da squadra e ci siamo avvicinati al 4° posto. Ma ci piacerebbe arrivare al terzo (occupato ora da New York, n.d.r.)”. Gli ospiti surclassano i Nets 28-16 nei 9’ conclusivi, tirando 11/16 e tenendo gli avversari al 31,3% dal campo. A Brooklyn non è bastato dominare 50-38 a rimbalzo (22 sono di Evans, leader Nba con 5 gare con almeno 20 rimbalzi) per evitare la seconda sconfitta in 3 gare. Fino a 9’ dalla fine la gara è equilibratissima, con il divario che non supera mai i due possessi pieni. Poi Atlanta rompe gli indugi: il 7-0 aperto da due canestri di Teague è il prologo al 13-3 chiuso da Smith a 3’01” dalla fine, che lancia gli Hawks sul 101-86. Brooklyn è sotto shock e non ha più la forza di rientrare: per i Nets l’ennesima prova di maturità fallita.
Brooklyn: Williams 18 (6/9, 1/5, 3/4 tl), Johnson 18 (3/8, 4/8), Lopez 17. Rimbalzi: Evans 22. Assist: Williams 8.
Atlanta: Horford 22 (11/21, 0/1 tl), Smith 21, Jones 13. Rimbalzi: Horford 11. Assist: Teague 15.

Minnesota Timberwolves-New Orleans Hornets 97-95
Aiuto inatteso. Minnesota (23-41) la spunta nel finale su New Orleans (22-45) e interrompe una striscia di due successi di fila. A spingere in alto i Twolves, che chiudono col 56,3% dal campo, sono Derrick Williams, Nikola Pekovic e Andrei Kirilenko. Il primo ci mette il massimo in carriera, scrivendo la parola fine con un’altra grande prestazione (dal 24 febbraio viaggia a 18,7 punti e 7,8 rimbalzi di media) al capitolo della sua carriera in cui era la criticatissima seconda scelta al draft 2011. Pekovic, di ritorno da un infortunio come Kirilenko, diventa protagonista nel finale, quando firma i liberi prima che il russo a 6” dalla fine si inventi una stoppata super su Eric Gordon che stronca le speranze degli Hornets, alla terza sconfitta consecutiva. New Orleans era partita meglio grazie ai punti di Vasquez e Lopez, tocca due volte il +8 nel primo tempo ma deve annullare (e ci riesce grazie a Davis) i 5 punti di vantaggio con cui Minnesota si presenta ad inizio ultimo quarto. Grazie allo show da 12 punti di Vasquez, gli ospiti allungano sul 95-91 a 1’ dalla fine. Rubio con un gioco da tre punti mette il primo tassello della rimonta Twolves, poi Pekovic e Kirilenko chiudono a modo loro i conti.
Minnesota: Williams 28 (6/11, 3/5, 7/10 tl), Rubio 16, Pekovic 13. Rimbalzi: Williams 7. Assist: Rubio 6, Ridnour 6.
New Orleans: Vasquez 24 (8/20, 2/5, 2/2 tl), Lopez 20, Davis 17. Rimbalzi: Lopez 11. Assist: Vasquez 5.