Karl e le troppe trasferte
"Potrei ridurre il ritmo"

George Karl, 62 anni, 1087 vittorie da coach Nba. Reuters

George Karl, coach dei Denver Nuggets di Danilo Gallinari, non ha escluso la possibilità di richiedere alla società un carico di lavoro ridotto nelle fasi della stagione più dense di impegni, seppur precisando che il recupero dal tumore procede senza complicazioni e che pensa di restare ancora a lungo sulla panchina dei Nuggets. Karl, al settimo posto tra i tecnici più vincenti nella storia della lega, ha dichiarato a Nba.com che le trasferte sono ormai particolarmente logoranti per lui, e di conseguenza starebbe pensando di chiedere il permesso di pernottare nella città in cui giocano i Nuggets per poi ripartire la mattina dopo, invece di partire con la squadra subito dopo la partita e arrivare a destinazione all'alba. Il tecnico ha poi escluso l’ipotesi di saltare qualche partita: "Credo proprio che non sia necessario – ha dichiarato Karl -. Ma ho pensato che magari, quando abbiamo un volo a tarda notte, potrei evitare di ripartire con la squadra: a guidare la seduta mattutina potrebbe pensarci il mio staff, e io non sarei costretto ad andare a dormire alle 4 del mattino. Potrei pernottare a Los Angeles o a Sacramento, svegliarmi alle 7.30 o alle 8 di mattina e prendere il primo aereo. Ci ho riflettuto, ma di anno in anno mi sento sempre più forte e pieno di energia: adesso sto meglio e sto anche cercando di curare l’alimentazione. Molte persone mi chiedono continuamente quali sono le mie condizioni di salute, e la mia situazione è sicuramente migliorata rispetto a quando ho scoperto di avere un tumore".

ispirazione — Il 62enne Karl ha dovuto saltare parte della stagione 2009-10 dopo che gli era stato diagnosticato un tumore al collo e alla gola: nell'annata successiva il suo rientro nella Nba è stato vissuto come fonte di ispirazione per molte persone, e il coach ha sfruttato il suo ruolo di alto profilo per sostenere la raccolta fondi e sottolineare l’importanza di sottoporsi a controlli periodici per una tempestiva scoperta della malattia. Nel frattempo, Karl è diventato il settimo tecnico nella storia della Nba a centrare il traguardo delle 1000 vittorie: alla fine della stagione 2011-12 ha guidato contro ogni pronostico i Nuggets a gara 7 del primo turno dei playoff contro i Lakers.

quante trasferte — L’attuale stagione è stata particolarmente impegnativa dal punto di vista fisico per Karl: i Nuggets hanno giocato in trasferta 18 delle prime 25 partite, compreso il successo di ieri per 122-97 alla Sleep Train Arena contro i Kings. Ovviamente Karl sta pagando dazio: il fatto che non abbia chiesto aiuto nei primi tre mesi della stagione, i più complicati del 2012-13 dal punto di vista delle trasferte, lascia pensare che non prenderà una decisione nel breve periodo, ma è innegabile che in futuro potrebbe succedere qualcosa. "Nella Nba si giocano quattro o cinque partite a settimana – ha dichiarato il tecnico dei Nuggets a Nba.com -. Per il momento penso di riuscire a gestire la situazione, ma non ho più intenzione di vivere a un ritmo troppo intenso: mi piacerebbe eliminare qualche impegno, seppure in modo graduale. Vorrei ridurre la mia intensità, anche solo del 5-10%, anche se non vorrei che la dirigenza fosse insoddisfatta del mio lavoro. Credo che la società sia soddisfatta, ma delego una buona parte del mio lavoro ai miei assistenti, più di quanto facciano altri coach nella Nba".

george e coby — In futuro Karl dovrà prendere altre decisioni sulla sua carriera da allenatore: il tecnico sogna ancora di avere al suo fianco in panchina il figlio Coby, che è stato tagliato dai Portland Trail Blazers verso la fine del training camp e che al momento gioca nella D-League, la lega di sviluppo della Nba, con gli Idaho Stampede. Entrambi hanno esperienza europea – George da allenatore, Coby da giocatore – e il Karl più anziano non ha escluso la possibilità di tornare ad allenare in Europa in futuro, un’idea interessante considerando comunque che, se il suo ciclo a Denver dovesse concludersi, George avrebbe ancora molte opportunità nella Nba. "Ogni anno penso sempre di più alla possibilità di ritirarmi, ma per il momento è ancora abbastanza remota. Vorrei allenare questa squadra ancora a lungo, perché ha la possibilità di crescere tantissimo".