Vucevic, il basket nel dna
Sarà lui l'erede di Howard?

Nikola Vucevic, 21 anni, 51 partite con Philadelphia nel 11-12. US Presswire

Per qualcuno potrebbe essere sorprendente notare la fluidità in campo di Nikola Vucevic degli OrlandoMagic, 213 centimetri di altezza, e la sua innata capacità di essere sempre vicino alla palla: ma chi conosce la storia di Vucevic non si sorprende, perché sa che il basket ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di questo giocatore. Nikola è nato in Svizzera, poi si è trasferito in Belgio: suo padre, Borislav, è stato un giocatore professionista di basket per 24 anni e ha indossato anche la maglia della nazionale jugoslava insieme a Drazen Petrovic, membro della Hall of Fame. Anche la madre di Vucevic è stata una giocatrice professionista in Bosnia: nel codice genetico di Nikola c’è sicuramente molta pallacanestro e questo lo ha aiutato a conoscere meglio questo sport.

mani da play — Una volta Vucevic era più basso dei suoi compagni di squadra in Montenegro – il paese in cui ha vissuto da quando era adolescente e che considera ancora casa sua – e per questo nella fase iniziale della sua carriera era un playmaker dall’eccellente controllo di palla. Quando Nikola è cresciuto è cambiata anche la sua posizione in campo, da guardia ad ala: poi, quando Vucevic è passato da 198 cm a 206 cm di statura durante il suo ultimo anno in un liceo privato in California, ha finalmente trovato una collocazione stabile nel ruolo di centro. La possibilità di imparare a giocare a basket da due professionisti come i suoi genitori e di cambiare varie posizioni in campo durante la sua crescita hanno sicuramente aiutato Nikola ad acquisire una profonda conoscenza del gioco che ama fin da bambino: ed è proprio questa conoscenza del basket che sta aiutando Vucevic in un momento in cui è all’apice della sua carriera professionistica e si candida al ruolo di centro titolare dei Magic nella prossima stagione. "Ho imparato a giocare in ogni posizione: ruoli diversi richiedono compiti diversi e questo ha sicuramente contribuito a migliorare il mio stile di gioco – ha spiegato Vucevic, che parla fluentemente tre lingue (inglese, serbo e francese) -. Ogni posizione implica una visione diversa del gioco, per questo ho imparato molti aspetti del basket: quando avevo 15 o 16 anni ho giocato spesso da ala e di conseguenza sono diventato un giocatore più mobile. Tutte le esperienze che ho accumulato mi stanno sicuramente aiutando".

prospettive — Vucevic, che compirà 22 anni tra due settimane, spera di aiutare i Magic a ripartire dopo la fine dell’era Dwight Howard: ad agosto Orlando ha ceduto Howard, unanimemente riconosciuto come il miglior centro della Nba, ai Lakers. Il club spera di sostituirlo con un gruppo di giocatori formato da Gustavo Ayon, Kyle O’Quinn e Vucevic: Nikola, passato da Philadelphia ai Magic in una trade che ha coinvolto quattro squadre e dodici giocatori, sa che sarà molto difficile sostituire Dwight e per questo sta cercando solo di costruirsi un ruolo nella sua nuova squadra. "È difficile prendere il posto di un giocatore come Howard, che è sicuramente il miglior lungo della lega – ha ammesso Vucevic -. Posso solo cercare di dare il massimo e di aiutare la squadra a vincere: non sento la pressione". Adesso per Vucevic e i Magic (0-2 in preseason) è in programma una trasferta che li porterà a sfidare prima Cleveland a Cincinnati, poi i Pistons a Detroit: Nikola è partito dalla panchina nella prima amichevole, per poi esordire in quintetto nel secondo test contro Philadelphia. Vucevic ha destato un’ottima impressione in casa Magic per la sua bravura in vari aspetti del gioco e il coach di Orlando, Jacque Vaughn, ha ammesso che Nikola è molto più atletico e versatile di quello che lui si aspettava. "Vucevic si è allenato bene e si vede, perché è molto migliorato. Lo abbiamo spronato a sfruttare meglio la sua fisicità e a giocare con più coraggio, e lui lo ha fatto – queste le parole del tecnico sul suo giocatore, che ha tenuto una media di 7 punti e 9.5 rimbalzi in due partite -. È stato molto più efficace a rimbalzo e ha giocato con più forza". Quando ha incontrato Vucevic, prima dell’inizio del training camp, Vaughn è venuto a conoscenza della formazione itinerante, dal punto di vista cestistico, del giocatore alto 213 cm: dopo aver scoperto che i genitori di Nikola erano due giocatori professionisti, il coach ha capito che l’educazione sportiva ricevuta da Vucevic gli sta tornando utile in questa fase della sua carriera. "Sembra che gli riesca tutto in modo naturale – ha spiegato Vaughn -. In allenamento l’ho visto andare via a un suo compagno con un movimento che molti lunghi non riescono a fare, ma che per lui è molto semplice. È ambidestro e sicuramente la sua bravura nel controllo di palla dipende anche da questo aspetto".

opportunità — Quando quest’estate il general manager dei Magic, Rob Hennigan, si è reso conto che la cessione di Howard era inevitabile, ha subito messo Vucevic in cima alla lista degli obiettivi perché conosceva bene il suo atletismo e la sua tecnica sotto canestro. Hennigan seguiva Vucevic fin dai tempi della sua carriera universitaria, quando giocava alla University of Southern California: nel 2010 Nikola vinse il premio di giocatore più migliorato della Pacific 10 e negli ultimi due anni al college è stato il miglior rimbalzista della lega. Dopo un’annata da junior in cui ha tenuto una media di 17.1 punti, 10.3 rimbalzi e 1.4 stoppate, Vucevic ha scelto di dichiararsi per il draft Nba, in cui è stato scelto alla numero 16 da Philadelphia: ai 76ers piaceva questo giocatore, che ha disputato 51 partite nella sua annata da rookie (con 15 partenze in quintetto). Quando Nikola ha saputo della cessione ai Magic, è tornato in Montenegro – dove è cresciuto nel mito di Vlade Divac, un tempo suo connazionale -. Vucevic ha accolto bene la notizia perché sa che a Orlando avrà l’opportunità di essere il centro titolare e di mostrare al mondo del basket tutte le armi che ha a disposizione nel suo arsenale: "Cercherò di giocare il più possibile – ha ammesso -. Se partirò in quintetto, sarò felicissimo, ma se non dovesse andare così non sarà un problema: mi basta dare il mio contributo. È una grande opportunità per migliorare e sono pronto a sfruttarla".