Chicago-Miami 94-104 (1-2 nella serie)

LeBron James contrasta Belinelli. Reuters

Miami piega Chicago 104-94 e mette la testa avanti nella serie (2-1). Per una volta, è andata come logica voleva. Spinti da Norris Cole e Chris Bosh – oltre che dal solito James - gli Heat hanno concretizzato la propria superiorità in una partita caotica e ricca di insidie, giocata in un ambiente rovente. Chicago, ancora senza Deng e Hinrich, è rimasta attaccata fino a metà dell’ultimo quarto, menando e lottando, salvo poi crollare nel finale. Per Belinelli 6 falli e 16 punti,ma solo 4 nella ripresa.

forza — Miami ha giocato la sua classica partita sorniona. Quasi indolente, verrebbe da dire, se non fosse che gli Heat hanno millimetricamente piazzato la zampata nel momento più importante, quando i Bulls erano sulle ginocchia. Dall’85-83 a 4’ dalla fine, James ha comandato le sue truppe verso un finale in crescendo. Una tripla, un canestro e fallo, due scarichi di grande semplicità. Tanto è bastato a lasciare nella polvere Chicago, indomitamente in partita fino a quel momento. Una bella mano l’hanno data anche Norris Cole, 18 punti e un solo errore al tiro, e Chris Bosh. Che, pur senza urli nè smorfie, per tutta la sera ha fatto soffrire Noah con il suo tiro da fuori, oltre a tenere botta a rimbalzo (19 carambole). Quasi invisibile, invece, è stato Dwyane Wade, 10 punti e solo 7 tiri.

belinelli — Innescato dalle scintille di gara 2, Marco Belinelli si è presentato pronto a combattere, davanti e dietro, prima di venire risucchiato dai problemi di falli. Il suo primo tempo è stato eccellente. Subito una gran tripla in apertura. Poi un altro tiro da tre a inizio secondo quarto, con superba uscita dai blocchi, mentre in difesa si alternava tra la marcatura di James e (soprattutto) Wade. Peccato solo che, nel momento di massima ispirazione, abbia mandato sul secondo ferro la schiacciata che avrebbe fatto esplodere lo United Center, proprio in testa a LeBron. Nella ripresa invece si è visto decisamente meno. Colpa dei problemi di falli – 5 prima della fine del terzo periodo, ultimo dei quali un per lui raro sfondamento – e di un evidente fastidio alla mano destra, rimediato proprio in occasione della schiacciata mancata.

botte — Sin dal primo minuto, è stato chiaro che l’atmosfera dentro lo United Center non c’entrava nulla con quella delle partite sinora giocate in stagione. Playoff compresi. Ci sono fazzoletti rossi che sventolano, animi roventi, “Beat the Heat” e “Let’s go Bulls” che partono a ogni palla morta. E un’elettricità che non si può descrivere. Si sente, e basta. Normale che in questo clima inizino subito a volare i colpi proibiti, frutto di chissà quali vendette incrociate. Anche perchè i Bulls, a vent’anni di distanza, sfoderano un approccio simile a quello dei vecchi Bad Boys di Detroit. Nel primo quarto Noah attacca Andersen a gioco fermo, e c’è il primo parapiglia. Passano pochi minuti, e a metà campo Nazr Mohammed spintona a due mani LeBron, proprio sotto gli occhi dell’arbitro Joey Crawford. Altra rissa, espulsione per l’ex Kentucky, e folla in delirio. Da lì in poi gli arbitri fischieranno molto di più, riuscendo a tenere la situazione sotto controllo. Almeno fino a gara 4.

sornioni — Nella corrida i Bulls si trovano a loro agio, anche dal punto di vista tattico. In attacco Boozer parte fortissimo, dominando il centro area. Dietro, Butler e Belinelli fanno il loro su James e Wade, anche se LeBron sembra non voler mai forzare la mano, e preferisce distribuire. Pure quando Thibodeau deve mettergli addosso Gibson per preservare dai falli Butler. E così, spinta da un paio di superbe triple di Belinelli, Chicago arriva anche a + 7 (37-30), sprecando addirittura un paio di possessi per allungare ulteriormente. Dall’altra, gli Heat rimangono in partita, senza apparentemente profondere alcuno sforzo. Anzi, chiudono perfino avanti la prima metà con una tripla di Battier e quattro liberi di LeBron. Sembrano ben felici di giocare al gatto e al topo, come fatto per tutta la stagione. E questa volta non hanno torto, perchè la zampata letale è arrivata sul serio.
Chicago: BELINELLI 16 (1/4 da 2, 4/9 da 3, 2/4 ai liberi, 3 rimbalzi, 6 assist, 3 perse in 43’), Boozer 21, Butler 17. Rimbalzi: Noah 11, Robinson 6. Assist: Robinson 7, Belinelli 6.
Miami: James 25, Bosh 20, Cole 18. Rimbalzi: Bosh 19, James 8. Assist: James 7, Wade 5.

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