Nba, Marc Gasol lancia Memphis: "Abbiamo buone possibilità"

I Memphis Grizzlies sono una squadra di cui si parla poco. Forse per le caratteristiche tecniche del gioco imposto da coach Lionel Hollins, forse perché all’interno del gruppo non c’è una grande star ma tanti ottimi giocatori, forse perché a loro fa piacere così. Ma i numeri parlano chiaro: nuovo record di franchigia per vittorie in una stagione già superato (52), in lotta per il terzo posto a Ovest, una delle migliori difese della lega (la migliore in assoluto per punti concessi) e squadra con legittime ambizioni nei playoff. Uno dei giocatori simbolo è Marc Gasol, ormai non più solamente il fratello di Pau, considerato fra i migliori centri in Nba, convocato all’All Star Game lo scorso anno, titolare di un gioco solido ed essenziale come le sue statistiche: 14,3 punti a partita, 7,7 rimbalzi, 4 assist, 1,7 stoppate, 50% dal campo e 85% dalla lunetta.

Avete raggiunto il maggior numero di vittorie nella storia della franchigia. Cosa significa per voi questo traguardo?
“Significa molto, un grande traguardo raggiunto, gratificante. Ma allo stesso tempo sono solo numeri. Conta quello che accadrà nei playoff e per noi è tempo di aumentare il ritmo, giocare meglio e salire di livello. Guardiamo sempre avanti, e credo che i prossimi mesi saranno molto divertenti. Parlo di aprile maggio e, spero giugno”.

Marc Gasol, 28 anni, 372 gare Nba in carriera. Reuters

Cosa è cambiato a livello tecnico con Tayshaun Prince al posto di Rudy Gay?
“È diverso, abbiamo perso un giocatore molto atletico che si poteva creare il tiro da solo, ma Prince è molto intelligente, ha grande esperienza ad alto livello, è stata un'ottima aggiunta e credo ci renda una squadra migliore”.

I Grizzlies possono puntare al titolo?
“Abbiamo buone possibilità. A questo punto della stagione tante squadre ci credono, vediamo come andranno le cose nei playoff. Pensiamo partita dopo partita, vediamo come va il primo turno. Ma nessuno ci spaventa”.

Che emozione prova ogni volta che affronta suo fratello Pau?
“E’ sempre una bella sensazione, credo che sia prima di tutto un onore per entrambi giocare a questo livello. Competere uno contro l'altro è qualcosa di unico. E’ una cosa che apprezzeremo maggiormente quando ci ritireremo, guardando indietro, pensando quanto duro è stato arrivare, ci renderemo conto di quanto siamo stati fortunati”.

Ha vinto 6 medaglie con la nazionale spagnola. Quale è la sua preferita?
“Sicuramente la prima medaglia è quella che ricordo con maggior piacere. Forse per come tutto è accaduto. Nella finale del Mondiale a Tokyo, con Pau infortunato, la mia prima esperienza in nazionale, contro la Grecia, siamo riusciti a salire di livello e vincere. Emozione unica”.